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Come creare un quadro materico

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Come creare un quadro materico

Questo è un articolo di Simone Cois. Se anche tu vuoi scrivere un articolo per il blog leggi le linee guida.

Che cos’è un quadro materico?

Un quadro materico è un opera in cui la pittura su tela è arricchita dalla presenza di materiali tra i più svariati. Alcuni pittori alle tinte uniscono sabbia, ghiaia, pomice in polvere, piccole pietre… insomma vi sono pochi limiti soprattutto grazie agli acrilici che ben si prestano ad essere mescolati.

Come realizzerò il mio quadro materico?

Nella creazione del seguente quadro ho deciso di non mescolare la tinta bensì di applicare prima i materiali sulla tela per poi procedere con la pittura. Ho voluto creare un quadro materico che contenesse un disegno reale, dettagliato e preciso, non astratto. Prima di procedere all’applicazione dei materiali sulla tela ho abbozzato a matita quello che nella mia mente era il risultato finale per ben organizzare gli spazi in cui applicare i materiali. Ho fatto il modo che questi restassero solo di contorno, quasi esterni al disegno; così facendo, ad opera conclusa, l’immagine risulta come sospesa dentro la tela che è astratta e materica, ma solo nello sfondo.

I Materiali

Ho utilizzato una tela 20×30, dei frammenti di quarzite (che potete trovare nelle rivendite edili specializzate o drogherie – ma va bene anche ghiaia fine o simili), colla vinilica, nastro carta e uno stencil (che potete trovare in cartoleria); infine ho dipinto con colori acrilici.

Acrilici utilizzati: rosso scarlato, violetto, rosa permanente, verde hooker, verde oliva, argento, oro, bianco titanio.

Come creare un quadro materico

La realizzazione del quadro materico

Nella bozza avevo deciso di creare sullo sfondo una banda bianca orizzontale in basso a destra che non contenesse alcuna pietra, volevo che la tela restasse così com’era. Per poter ottenere questo risultato ho posizionato del nastro carta che ha la capacità di non far trapassare la colla applicata sopra, inoltre si leva facilmente senza che la sua stessa colla intacchi la superficie. Protetta in questo modo la tela, ho diluito la colla vinilica con dell’acqua nel modo che, diventando più liquida, si possa applicare agevolmente; utilizzando un vecchio pennello nr. 20 l’ho quindi stesa abbondantemente nei punti stabiliti (raccomando di lavare velocemente il pennello dalla colla con acqua calda e sapone liquido). Senza far trascorrere tanto tempo dall’applicazione della colla ho sparso sopra i granelli tenendone in mano una piccola quantità e “sgranandoli” con la punta delle dita per essere più preciso (per ricoprire ampi spazi e dove non si necessita di tanta precisione potete spargere direttamente aiutandovi con un bicchiere o un piccolo imbuto). Per fare il modo che le pietre creassero un effetto sfumato verso alcuni punti della tela, alle estremità ho “tirato” la colla e sparso sopra meno granelli. Terminata la posa delle pietre ho arricchito alcuni spazi applicando uno stancil acrilico per dare altri effetti tridimensionali. Ho creato quindi la base della parabola bianca nello sfondo ed alcuni cerchietti. Ho fatto asciugare qualche ora e poi ho preparato altra colla per dare una seconda spennellata; questa volta sulle pietre già incollate per assicurarmi che restassero ben salde alla tela. In teoria la seconda applicazione può essere saltata perché gli acrilici che andranno sopra daranno altro effetto collante, però mi son preso il sicuro.

Come creare un quadro materico

Il giorno seguente ho eseguito la campitura e definito lo sfondo con un acrilico argento utilizzando un altro pennello nr. 20 e perfezionando con un nr. 10 quelli spazi dove si intravedevano ancora le pietre.

Come creare un quadro materico

In conclusione ho dipinto le orchidee nel modo più dettagliato che potevo: considerando che la tela è grande solo 20×30 ho utilizzato quasi esclusivamente un pennello Tintoretto a lingua di gatto nr. 0. Infine, sul ramo, ho aggiunto una piccolissima coccinella ottenendo questo risultato finale.

Come creare un quadro materico

Questo tipo di creazioni lasciano molto spazio alla fantasia creativa ed io trovo appagante cambiare ogni tanto lo stile di esecuzione e sperimentare l’utilizzo di nuovi elementi. Come già detto, un quadro materico come questo può implementare diversi materiali:

il limite dell’arte sta nell’immaginazione di chi la crea.

Simone Cois

Come creare un quadro materico


Che cos’è l’Olio Nero?

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Che cosè lOlio Nero?

Questo è un articolo di Salvo Marchesani (alias vasco). Se anche tu vuoi scrivere un articolo per il blog leggi le linee guida.

Probabilmente non tutti hanno sentito parlare di olio nero. In quest’articolo ti spiegherò che cos’è l’olio nero, come si prepara e i suoi impieghi di utilizzo.

Che cos’è l’olio nero?

L’olio nero è un medium per pittura ad olio realizzato mediante cottura di olio in sali di piombo. Esso ha diverse caratteristiche molto interessanti. E’ un medium che asciuga al tatto, migliora la viscosità dei colori (rendendoli cremosi) senza ridurne la qualità.  Molti artisti lo impiegano per creare medium, tra i più noti medium preparati con l’olio nero c’è il medium di Jacques Maroger, direttore tecnico del Museo del Louvre, e studioso per anni delle tecniche degli antichi maestri. I suoi studi furono pubblicati nel celebre libro The Secret Formulas and Techniques of the Old Masters nel 1948. Molti artisti, però considerano questo medium solo una versione rinominata del Melgip un medium usato da molti maestri del passato come Joshua Reynolds e William Turner.

Come si prepara l’olio nero?

Come prima cosa cominciamo ad elencare i materiali necessari per preparare l’olio nero.

Che cosè lOlio Nero?

Dalla foto si osserva che i materiali necessari per preparare l’olio nero sono: contagocce, olio di lino lavato, bianco d’argento Maimeri tubetto della vecchia serie (oppure biacca) e contenitore in ceramica (la cui grandezza dipende dalle esigenze). Bisogna dire che, la ricetta originale prevedeva, in alternativa al bianco di piombo l’uso del litargirio. Questo è, invece, il procedimento che ho usato per preparare l’olio nero. Prendere una parte di bianco di piombo (o biacca) e mescolarle con 5 pipette di olio di lino lavato.

Che cosè lOlio Nero?

Con un manico di pennello vecchio fare la punta e mescolare a finchè l’olio e il bianco sono amalgamati bene. Poi mettere a fuoco lento finchè la mistura diventa come la schiuma del caffè. Togliere dal fuoco per 10 minuti e lasciarla riposare. Rimettere di nuovo a fuoco lento per un’altra mezz’ora. E’ importante non far bollire il miscuglio.

Che cosè lOlio Nero?

Mettere  il tutto in un contenitore di vetro come si vede nella foto.

Che cosè lOlio Nero?

Dopo più o meno una settimana avrai due strati, sotto il composto di piombo e sopra l’olio nero, se non si formano i due strati dopo qualche giorno, ripeti il processo. Tira l’olio con una siringa per separarlo dai composti di piombo sedimentati. Un modo per vedere se l’olio nero è pronto, durante la fase di cottura prendi un po’ di mistura e mettila su un corpo freddo, se diventa tipo la cera e’ buono.

E’ pericoloso preparare questa ricetta?

Si. Prepara questa ricetta se e solo se sai bene cosa stai facendo. Non devi respirare i fumi che escono dal contenitore durante la cottura. Non fumare o mangiare mentre prepari questa ricetta. Evita il contatto del miscuglio con le ferite. Evita che l’olio vada a contatto con la fiamma. Esegui quindi il procedimento in un’area ben ventilata o ancora meglio all’aperto. Io e il sito Disegno & Pittura decliniamo qualsiasi responsabilità da eventuali danni che possono scaturire da una preparazione non appropriata di questa ricetta. Chi vuole provare questo medium per dipingere o per preparare altri medium, ma non ha la possibilità o voglia di prepararlo, deve sapere che esso è venduto anche in commercio. In futuro vedremo come preparare altri medium basati a loro volta sull’olio nero.

Se anche tu hai usato in passato questo medium raccontaci la tua esperienza lasciando un commento all’articolo.

Che cos’è l’Olio Nero?

Nuovo sito web di Disegno & Pittura

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Nuovo sito web di Disegno & Pittura

Il nuovo sito web di Disegno & Pittura cambia grafica e da oggi è disponibile anche su dispositivi mobile.

Probabilmente molti di voi avranno notato che il sito di Disegno & Pittura da Sabato 30 Giugno 2013 era in Manutenzione ed è stato inattivo per due o tre giorni. Il motivo di questo disservizio è che stavo lavorando ad un cambio della grafica del sito web.

Perchè un nuovo sito web con una nuova grafica?

Nuovo sito web di Disegno & Pittura

Chi segue Disegno & Pittura sa che è un sito web che nasce nel lontano 2006. Il suo primo nome era “Pittura” ed era disponibile su piattaforma Blogspirit all’indirizzo http://pittura.blogspirit.com oggi non più disponibile. Nel Gennaio 2008, a causa di nuove esigenze, nacque Disegno & Pittura che, nel corso della sua vita, ha subito diversi cambiamenti grafici in base alle esigenze che di volta in volta si presentavano. Ormai era da tempo che meditavo un cambio generale della grafica per via di nuove esigenze che non riuscivo più a soddisfare.

I motivi che mi hanno spinto a questa scelta sono molteplici:

  • il vecchio tema era completamente codificato da me partendo da un tema free disponibile in rete. Qualsiasi cambio volevo apportare al codice dovevo implementarlo da me. Questo comportava un notevole spreco di tempo ogni volta che dovevo fare una modifica.
  • Negli ultimi anni i dispositivi mobile hanno consentito agli utenti l’accesso al sito web anche da Telefonini e Tablet. Oggi un terzo degli utenti D&P consulta il sito da dispositivi mobile. Volevo un sito web che fosse facilmente consultabile da questi dispositivi. Avevo due opzioni: la prima era implementarlo da me sprecando moltissimo tempo, la seconda era affidarmi ad un tema professionale che funzionasse perfettamente su questi dispositivi. Ovviamente ho optato per la seconda opzione affidandomi al Framework Genesis che è leader in questo settore.
  • Chi possiede un sito web sa che avendo un audience italiana, le visite si riducono durante la notte e si riducono anche nel periodo estivo. La diffusione di dispositivi mobile consente oggi anche a chi è fuori casa di consultare un sito web, quindi offrire questa funzionalità ai lettori può essere un incentivo a visitarlo anche quando si è sulla spiaggia, si sta riposando nella casa al mare e in mille altri posti fino a qualche tempo fa irrangiugibili.
  • Avere i contenuti maggiormente strutturati e accedibili facilmente dalla Home Page. La Home page che vedete oggi non è molto diversa da quella che c’era prima. Ho deciso di dividere il lavoro di riorganizzazione del nuovo sito web in due fasi. La prima, già conclusa, in cui ho modificato principalmente la grafica. La seconda fase, che comincerà a breve, cambierà anche la struttura del sito web rendendo i contenuti più facilmente accedibili. Mi sono reso conto che anche chi conosce D&P da anni ha difficoltà a reperire i contenuti. Il nuovo tema che oggi utilizzo mi consentirà di svolgere questo lavoro in maniera più agevole.
  • Voglio che chi contribuisce a Disegno & Pittura possa avere una sua pagina personale con un link a tutti i contenuti che ha realizzato per la community. Con la vecchia grafica ciò non era facilmente realizzabile. Con la nuova grafica, invece sì e nella successiva fase farò in modo che questo mio desiderio diventi realtà.
  • Nell’organizzazione del precedente concorso mi sono reso conto che il forum non è adeguato ad ospitare un evento del genere. In generale, ho compreso che la piattaforma phpBB, che oggi utilizzo per il forum, è inadatta ad un forum che vuole crescere. Aggiungere qualsiasi cosa a quella piattaforma è un rompicapo. Quindi mi sto preparando fin da ora ad avere una piattaforma che il prossimo Febbraio mi consenta di organizzare un Concorso a cui tutti possono partecipare con estrema facilità.

Ci sono altri motivi che mi hanno spinto a questa scelta ma che non elenco per non tediarvi.

Quali sono le novità?

La prima novità credo e spero sia una grafica più bella e accattivante. Le principali novità grafiche sono:

  • Testata. E’ la parte alta del nuovo sito web. Ora contiene il logo e la barra di ricerca che vi consiglio di usare per cercare gli articoli dentro il sito web.
  • Menù. Non è cambiato granchè, ho tolto qualche voce inutile e ho aggiunto il link al Corso di Pittura ad Olio.
  • Barra Laterale. Nella parte alta c’è il pannello di iscrizione alla Newsletter oggi più bello e appariscente. Poi c’è una sequenza di bottoni che puntano ai canali social di Disegno & Pittura. Seguite D&P anche sui social network e, in particolare, sulla nuova pagina Google+. Sulle pagine diverse dalla Home Page c’è la lista dei Migliori Articoli.
  • Home Page. Come ho già anticipato sopra, la Home Page di oggi è provvisoria. Con gli anni ho compreso che avere una Home Page con gli ultimi articoli pubblicati non serve a nulla. Gli articoli vanno organizzati e ben raggruppati per poi essere facilmente accedibili dalla Home Page. Nelle prossime settimane lavorerò prevalentemente su quest’aspetto. Nella Home Page ho cambiato anche la tecnologia che mostra gli Articoli in Evidenza. Per il momento ho cambiato la selezione di questi articoli ma, sicuramente, in futuro questi saranno ulteriormente modificati a causa dei cambiamenti strutturali che ho in mente.
  • Footer. Nel vecchio sito web il Footer era praticamente inesistente. Nel Web 2.0 il footer ha acquistato sempre maggiore importanza e non viene più solo usato per scriverci il Copyright. Nel footer oggi trovate una mia breve biografia, le Categorie e alcune Risorse web.
  • Archivi. La pagina degli Archivi è cambiata completamente. Gli articoli sono raggruppati per Categorie, per Tags, ci sono gli ultimi 10 Articoli più recenti e, infine, gli articoli organizzati per mese e anno.

La cosa più importante, però, è che ora i contenuti di Disegno & Pittura sono leggibili facilmente da telefono e tablet.

Quali saranno le prossime modifiche?

Le modifiche che ho in mente per Disegno & Pittura non sono solo di natura grafica. Nel corso degli ultimi mesi ho compreso che spesso anche chi conosce D&P da anni ha difficoltà ha reperire alcune informazioni. Spesso ricevo email con richieste di aiuto sulla pittura ad olio e molti lettori non sanno che ho scritto molti articoli per un Corso di Pittura ad Olio. Ricevo numerose email in cui mi viene chiesto come mescolare i colori. Questi utenti ignorano che ho scritto una serie di articoli che spiega passo dopo passo come mescolare i colori. Ovviamente, la colpa non è degli utenti ma degli articoli che non sono organizzati nel modo giusto. L’idea e di dare più struttura agli articoli del blog e renderli facilmente accedibili dalla Home Page. Quindi quest’ultima, dovrà subire nelle prossime settimane pesanti modifiche.

Farò poi in modo che gli utenti che scriveranno contenuti di qualità per il blog avranno una pagina su questo sito web con le proprie informazioni e i link agli articoli pubblicati.

Il prossimo Concorso di Pittura sarà organizzato direttamente sul blog e parteciparvi sarà molto più semplice e intuitivo.

Ho in mente altre novità per Disegno & Pittura?

Disegno & Pittura non è solamente il blog. Ho in mente una razionalizzazione di tutti i canali web della piattaforma. Attualmente il blog ha anche una versione in inglese poco aggiornata. Come prima cosa ho in mente di abbandonare il dominio attuale (www.drawandpaint.net) e portare anche questo blog nel dominio disegnoepittura.it. Sono alla ricerca di un collaboratore che mi aiuti a tradurre gli articoli. La versione inglese di questo blog avrebbe grandi potenzialità in un panorama internazionale, ma gestire tutto da solo è particamente impossibile.

Voglio potenziare la mia presenza su Google+ che oggi riveste un ruolo cruciale soprattutto per posizionare gli articoli meglio sui motori di ricerca. Se siete utenti Google+ aggiungete la pagina di Disegno & Pittura alle vostre cerchie e quando un articolo vi piace non esistate a cliccare sul pulsante +1.

Come già anticipato sopra anche il forum avrebbe bisogno di un restyling. Non solo grafico ma anche funzionale. Purtroppo la piattaforma phpBB non è adatta al forum che ho in mente io. Credo di aver trovato una valida alternativa ma non credo potrò lavorarci  prima dell’Autunno.

Ho in mente molte altre cose ma che senso ha svelarvi tutto oggi?

Se trovate dei problemi, segnalatemeli!!!

Il lavoro di cambio della grafica può considerarsi concluso anche se c’è ancora qualche altro piccolo ritocco che farò nei prossimi giorni. E’ probabile che all’inizio riscontriate dei problemi. Purtroppo è per me impossibile testare su tutti i dispositivi oggi in commercio, tutti i sistemi operativi e i browser disponibili. Quindi confido nel vostro aiuto. Segnalatemi i problemi che riscontrerete con un commento a quest’articolo. Proverò a risolverlo nel più breve tempo possibile. Ditemi anche cosa pensate della nuova veste grafica e se è di vostro gradimento.

Nuovo sito web di Disegno & Pittura

Come usare il bastone poggiapolso?

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Come usare il bastone poggiapolso?

In quest’articolo voglio spiegarti come usare il bastone poggiapolso quando dipingi. Vedremo anche qualche sistema innovativo che sicuramente attirerà la tua curiosità.Il bastone poggiapolso è uno strumento indispensabile per chi dipinge ad olio (o ad acrilico) soggetti con numerosi dettagli. In un articolo precedente ho spiegato come ho costruito il mio bastone poggiapolso. Sul forum ne è nata una discussione in cui ciascun utente ha mostrato come usare il poggiapolso. Anche nella sezione commenti del precedente articolo ciascuno ha fornito questo genere di dettagli proponendo la sua versione personalizzata. Chi usa una canna, chi un bastone da tenda, chi impiega batuffoli d’ovatta per creare il supporto e via discorrendo. Le variazioni sul tema sono veramente infinite ed è bello vedere come ognuno di noi, per risolvere un medesimo problema, usa sistemi così diversi. Devo dire che sul forum ho trovato anche qualche spunto interessante per una futura evoluzione del mio bastone poggiapolso di questo ringrazio Vincenzo Fontanarosa.

Tra i vari utenti che hanno commentato il mio articolo DYD666 scrive:

Salve a tutti, complimenti per i fantastici post e istruzioni. Ho una domanda: ma una volta realizzato il poggiapolso come lo utilizzo e come lo posso attaccare al cavalletto?

Obiettivo di quest’articolo è proprio quello di spiegare a DYD666 e ad altri utenti come usare il bastone poggiapolso.

Come usare il bastone poggiapolso?

Il metodo più semplice ed antico per usare il bastone poggiapolso è quello di poggiare la sfera imbottita direttamente sulla tela in una zona perfettamente asciutta. Il tessuto scamosciato con cui ho rivestito la tela serve proprio ad evitare che la tela e il dipinto si rovinino. Del resto se guardate il dipinto Allegoria della Pittura questo è l’esatto sistema adoperato da Vermeer nel dipinto. E’ importante ricordare che la sfera va poggiata sulla parte di tela più esterna così da poggiare sui legni del telaio. Questo per evitare che la tela si allenti con il peso del braccio.

Come usare il bastone poggiapolso?

L’uso della barra orizzontale

L’uso della barra orizzontale ho letto che risale fin dal Rinascimento. Come sempre faccio in questi casi ho provato a cercare riferimenti bibliografici sui manuali antichi e, fino ad oggi, non ho ancora una testimonianza che dimostri che questa affermazione sia vera. Già da tempo conoscevo la barra orizzontale ma ancora non ne possedevo una. Così chiesi a mio cognato Giuseppe, che all’epoca lavorava in una fabbrica che costruiva macchine agricole, se aveva la possibilità di costruire per me una barra orizzontale da poter fissare al mio cavalletto. In pochi giorni realizzò per me la barra che vedete in figura che si fissa al cavalletto con un fermo bloccato da una vite. Come potete vedere, quando non dipingo semplicemente appoggio il poggiapolso tra la barra orizzontale e il ripiano del cavalletto.

Come usare il bastone poggiapolso?

In quest’altra foto potete osservare la barra orizzontale vista da altra angolazione.

Come usare il bastone poggiapolso?

Questa è la vista del fermo fotografato dietro al cavalletto.

Come usare il bastone poggiapolso?

Quando dipingo, con la mano sinistra mantengo il bastone, poggiato a sua volta  in una delle scanalature della barra orizzontale. La sfera del poggiapolso è utile anche in questo caso, perchè evita che il bastone possa scivolare dalla barra orizzontale. Cosa che potrebbe accadere facilmente soprattutto con un bastone di alluminio che offre poco attrito e scorre molto bene sulla barra. La barra orizzontale evita di dover poggiare il bastone sulla tela, inoltre può essere usato con qualsiasi supporto, sia tavole che tele.

Come usare il bastone poggiapolso?

Lo Stedi-Rest

Di barre mio cognato me ne ha costruito altre 2 che utilizzo come Stedi-Rest. Che cos’è lo Stedi-Rest? Ho visto la prima volta uno Stedi-Rest sul sito di Jerry Yarnell. Chi non ama il bricolage e pensa che questo strumento possa tornargli utile, allora può tranquillamente acquistarlo sul suo sito per pochi dollari. E’ uno strumento molto semplice ed utile perchè consente di utilizzare il bastone poggiapolso senza doverlo tenere in mano. Questo vi da la possibilità di avere una mano libera con cui tenere, ad esempio, la tavolozza. Unico problema dello Stedi-Rest che si fissa al telaio della tela, quindi non è utilizzabile con le tavole o cartoni telati. In realtà, però, non dovrebbe essere difficile studiare uno Stedi-Rest che si fissi al cavalletto invece che alla tela. La costruzione si complicherebbe un pò ma ho visto che qualche utente di Disegno & Pittura lo ha già fatto. Io per ora ho solo questa versione anche perchè dipingo quasi sempre su tela. La seguente figura mostra come il bastone può essere poggiato in maniera orizzontale.

Come usare il bastone poggiapolso?

Oppure può essere utilizzato in maniera obliqua. In questo caso la sfera funge ancora una volta da fermo per il bastone.

Come usare il bastone poggiapolso?
Come usare il bastone poggiapolso?

Come potete vedere dalla figura questo metodo di utilizzo è ancora più semplice ed agevole.

Come usare il bastone poggiapolso?

Nella seguente figura potete osservare come lo Stedi-Rest ha un fermo molto simile a quello della barra orizzontale. L’unica differenza è che mentre il gancio della barra orizzontale è bucato per far passare il legno del cavalletto, quello dello Stedi-Rest no.

Come usare il bastone poggiapolso?

Spero di aver risposto alla domanda di DYD666 e di avervi proposto un modo alternativo per usare il vostro nuovo bastone  poggiapolso.

E tu, come utilizzi il tuo bastone poggiapolso?

Come usare il bastone poggiapolso?

Dipingere gocce di acqua

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Dipingere gocce di acqua

In quest’articolo voglio spiegarti come dipingere gocce di acqua.

Diversi anni fa ho tradotto un articolo su Come dipingere gocce di acqua. Oggi voglio approfondire l’argomento mostrandoti come dipingere gocce di acqua con un sistema molto rapido, veloce ma, soprattutto, pratico.

Un pò di noiosa teoria?

Quando la luce viaggia nell’aria ed incontra una goccia d’acqua, una parte viene riflessa con un angolo di riflessione i uguale all’angolo di incidenza, e una parte continuerà a viaggiare nella goccia cambiando, però, il suo angolo di inclinazione. La luce, quindi, passando da un materiale (aria) all’altro (acqua) subisce una riflessione e una rifrazione.  La luce all’interno della goccia viaggia fino a toccare una seconda estremità. Una parte di luce sarà rifratta all’esterno con angolo i, una parte verrà riflessa all’interno della goccia con medesimo angolo r. All’interno della goccia il viaggio continua fino a raggiungere l’estermità opposta al punto di entrata, dove avverrà ancora una volta una riflessione con angolo r e una rifrazione  con angolo i.

Dipingere gocce di acqua

Quando il raggio di luce entra nella goccia con un angolo i uguale all’angolo osservatore-goccia ecco che l’osservatore vedrà un lustro (o punto di massima luce) molto splendente. Dall’altra parte si vedranno più raggi di luce che escono in maniera più diffusa e lieve. Quindi da un punto di vista artistico abbiamo già due indizi:

  1. là dove entra la luce avremo un lustro puntiforme molto splendente;
  2. Sul lato opposto una luce un pò più diffusa o sfumata.

Dipingere gocce di acqua

Ma le informazioni che ci interessano per dipingere gocce di acqua non finiscono qua. La luce viaggiando verso il basso lascerà l’area della goccia sottostante al lustro completamente nell’oscurità. La parte centrale, essendo un’area molto illuminata, ci apparirà trasparente e sarà completamente visibile il colore del fondo sottostante la goccia. La goccia, infine, si comporta come qualsiasi oggetto in natura. Colpita dalla luce, nonostante parte di essa la penetri per uscire dal lato opposto, comunque genererà un’ombra portata sulla base su cui essa si poggia.

Dipingere gocce di acqua

Abbiamo, a questo punto, tutte le informazioni che ci servono per dipingere una goccia, bisogna solo capire come metterle in pratica.

Vedremo ora due semplici esempi di goccia, su un fondo verde e rosso, dipinti ad olio su comuni fogli A4. Il colore è stato usato così come esce dal tubetto così il poco olio viene subito assorbito e il colore si asciuga molto presto. Ovviamente i fogli A4 sono inadatti per la pittura ad olio ma, per provare questi due semplici esercizietti, è il metodo meno costoso e più veloce da fare anche su un tavolo da cucina. E’ inutile dire che lo stesso metodo si può adoperare con i colori acrilici.

Come dipingere gocce di acqua su fondo verde?

Come prima cosa prepariamo un fondo verde con un colore verde foresta fatto da blu oltremare, giallo cadmio chiaro e terra d’ombra bruciata.

Dipingere gocce di acqua

Bisogna poi creare una versione più scura del colore aggiungendo più terra d’ombra bruciata. Con questa dipingiamo le due aree più scure, quello sottostante al lustro e quello dell’ombra portata. Dopo l’applicazione del colore con un pennello piatto n° 0 o 2 asciugatelo e pulitelo e sfumate un pochino i bordi.

Dipingere gocce di acqua

A questo punto bisogna dipingere con un pennello 000 il punto del lustro e la zona di luce diffusa. Per il momento non sfumate nulla. E’ importante usare come colore NON il bianco puro. Non bisogna mai dipingere i lustri con bianco puro. Sempre aggiungere al bianco una quantità infinitesimale (deve essere impercettibile) di colore complementare del colore di base. Essendo il colore di base un verde, mescolate una quantità impercettibile di rosso al bianco di zinco. Il rosso è una miscela composta da rosso cadmio chiaro, carminio e un pochino di verde vescica per spegnere l’eccessiva vivacità del rosso. Notate come nel lustro della foto il rosso non si veda affatto. Ma esso c’è e vi assicuro che la sua aggiunta rende il lustro più naturale e non un punto bianco dipinto su fondo scuro.

Dipingere gocce di acqua

Con pennello piatto n° 0 o 2 asciutto e pulito, sfumare l’area di luce diffusa della goccia. NON toccate il lustro che non va mai sfumato.

Dipingere gocce di acqua

Come dipingere gocce di acqua su fondo rosso?

Con un procedimento analogo dipingiamo la goccia su un fondo rosso. Il colore rosso è formato da rosso cadmio chiaro, carminio e poco verde vescica.

Dipingere gocce di acqua

Anche questa volta creiamo una versione del rosso più scura. Ho aggiunto al rosso più verde vescica e una punta di nero d’avorio. Con questo colore si dipinge l’ombra sotto il lustro e l’ombra portata. Questa volta, però, queste aree in ombra sono meno scure. Copiando un dipinto da una foto può accadere che queste aree di ombra siano molto scure oppure siano poco scure e la goccia a stento si intravede. Nel copiare il dipinto è necessario creare questa variazione per evitare che le gocce sembrino tutte uguali.

Dipingere gocce di acqua

Prepariamo poi il colore per il lustro usando NON il bianco puro, ma un bianco con pochissimo verde. Come verde ho utilizzato quello usato per dipingere la goccia verde. Ricordo che la quantità di questo verde deve essere infinitesimale, quasi impercettibile nel bianco. L’uso del complementare nei lustri fa in modo che essi non appaiono innaturali. Con lo stesso colore dipingere anche un piccolo baffo nell’area di luce diffusa.

Dipingere gocce di acqua

Sfumare con pennello piatto 0 o 2 l’area di luce diffusa.

Dipingere gocce di acqua

Come dipingere gocce di acqua in un dipinto vero?

Il colore rosso e verde che ho riportato nei due esercizi di sopra sono i colori base che ho utilizzato per il mio ultimo dipinto che ho appena terminato e che vi mostrerò appena ho delle foto più decenti. Notate che i principi esposti sopra sono applicabili ad un dipinto vero. Si comincia con un colore più scuro del colore di base della foglia e si dipingono l’area in ombra e l’ombra portata.

Dipingere gocce di acqua

Poi con il bianco + pochissimo rosso di dipinge il lustro e la luce diffusa esattamente nel modo spiegato sopra.

Dipingere gocce di acqua

In questa foto c’è un dettaglio di una foglia del mio dipinto, dove sono visibili alcune goccioline d’acqua.

Dipingere gocce di acqua

Le stesse goccioline sono state dipinte sull’uva. Notate come il colore dell’ombra e dell’ombra portata è qui meno scuro e la goccia quasi si confonde con l’uva. Ho creato quest’effetto meno contrastato perchè il dipinto originale che avevo in una foto lo mostrava così.

Dipingere gocce di acqua

Qui un altro dettaglio di una goccia su un altro chiccho d’uva.

Dipingere gocce di acqua

Spero che con quest’articolo sia ora chiaro come dipingere gocce di acqua. Tutto ciò è applicabile sia ai colori ad olio che ad acrilico. Per i colori acquarello il procedimento potrebbe variare leggermente come mostra questo sito web, solo il lustro lo farei non rimuovendo il colore ma utilizzando il liquido per maschere.

Dipingere gocce di acqua

Oliatura di un dipinto

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Oliatura di un dipinto

In quest’articolo spiegherò cos’è l’oliatura di un dipinto e come si esegue.

Problema

Quando si dipinge a strati grasso su magro, generalmente, ciò che si fa è dipingere uno strato, lo si lascia asciugare e poi si dipinge lo strato successivo. Gli inconvenienti che posso nascere con questa tecnica sono essenzialmente due:

  1. Prosciughi. Quando si comincia a dipingere il nuovo strato è probabile che lo strato sottostante, asciugandosi, crei delle aree più opache che non sono bellissime da vedere. Sappiamo che la verniciatura finale elimina questi inconvenienti, ma è sempre bene, durante la fase pittorica di ridurre al minimo queste zone.
  2. Stacchi di colore. Quando si vuole dipingere un nuovo strato per apportare modifiche a quello precedente, anche se si imitano alla perfezione i colori sottostanti, applicando il colore si noterà sempre uno stacco di colore dovuto al fatto che lo strato sottostante è molto più asciutto del nuovo. Anche asciugandosi il nuovo strato i colori risulteranno sempre staccati rispetto allo strato sottostante.

Come fare allora?

Soluzione

La soluzione a questi due problemi è quello di eseguire l’oliatura del dipinto prima di cominciare la nuova fase.  Per farvi capire meglio il vantaggio dell’oliatura, vi proporrò un esempio pratico e vi mostrerò come ho eseguito l’oliatura. Dipingendo la copia del dipinto “Grapes” di Alexei Antonov ho eseguito una prima fase di colorazione in cui mi sono concentrato sul rendering di ciascun elemento del dipinto. L’idea era quello di riservare una seconda fase al dipinto nel suo insieme per renderlo quanto più simile possibile alla foto di riferimento. Nella seconda fase di colorazione avrei anche lavorato per rinforzare i contrasti, correggere eventuali errori, schiarire o scurire determinate zone e così via.

Questo è il dipinto dopo la prima fase di colorazione. Vediamo come ho eseguito l’oliatura prima di cominciare la seconda fase.

Oliatura di un dipinto

Uva – Olio su Tela 30×40 – Dipinto dopo la prima fase di colorazione

Oliatura del dipinto

Oliatura di un dipinto

Il primo passo è quello di controllare con uno straccio imbevuto di olio se il dipinto è pronto a ricevere l’oliatura. Si strofina lo straccio in un angolino sui bordi della tela e ci si assicura che il colore non venga rimosso. Questo controllo è importantissimo perchè se il dipinto non è perfettamente asciutto si rischia di rovinarlo. Credo di aver atteso 3 settimane per una perfetta asciugatura.

Oliatura di un dipinto

Ho versato un pò di olio di noci sul dipinto. Ho usato l’olio di noci perchè a differenza di quello di lino non ingiallisce. Avendo l’uva molte aree chiare il rischio di ingiallimento era alto.

Oliatura di un dipinto

A questo punto con il palmo della mano ho steso l’olio sull’intero dipinto.

Oliatura di un dipinto

Con uno straccio ho rimosso delicatamente l’olio in eccesso che è molto nocivo per il dipinto.

Oliatura di un dipinto

Questo è il dipinto dopo la prima oliatura in controluce. Alcuni colori, ad esempio, sulla foglia più grande avevano perso un pò di forza. Dopo l’oliatura sono tornati brillanti come prima. I prosciughi sono scomparsi e il dipinto è pronto a ricevere un nuovo strato di pittura. Nel mio caso il nuovo strato comprendeva principalmente correzioni, velature per rinforzare gli scuri, impasti per rinforzare i chiari e ridefinizione di tutti i lustri. A volte, però, accade che in un unica sessione di pittura è difficile applicare tutte le correzioni necessarie. In tal caso, la volta successiva si procede ad oliare di nuovo il dipinto ma solo nella zona che si è certi di dipingere in quella sessione.

Oliatura del dipinto a zone

Come spiegavo sopra, in un’unica sessione, non sono riuscito a fare tutte le correzioni necessarie. I giorni successivi, quindi, pur non avendo più il problema dei prosciughi c’era il rischio che il nuovo colore applicato staccase troppo dallo strato sottostante. Per evitare questo problema allora ho rifatto l’oliatura, ma solo per la zona che avevo intenzione di dipingere quel giorno. Questo perchè un eccesso di olio può rendere la superficie troppo grassa rendendo difficile l’applicazione dei colori. Dovendo effettuare l’oliatura solo di una piccola zona è necessario l’uso di un pennello.

Oliatura di un dipinto

Ho versato l’olio di noci i un contenitore e ho imbevuto il pennello nell’olio.

Oliatura di un dipinto

Rimuovo l’olio in eccesso da pennello strofinandolo su un pezzo di carta.

Oliatura di un dipinto

In questa fase, avendo già corretto le due foglie più grandi dietro l’uva, ho deciso che avrei corretto l’uva. Così ho passato l’olio solo sull’uva.

Oliatura di un dipinto

Sempre con uno straccio ho rimosso l’olio in eccesso delicatamente. A questo punto, si può cominciare a dipingere sopra l’uva applicando le necessarie correzioni, le velature per rinforzare le ombre, gli impasti per rinforzare i chiari e la ridefinizione dei lustri.

Oliatura di un dipinto

Uva – Olio su Tela 30×40 – Dipinto finito

Questo è il dipinto nella sua versione finale. Dopo l’oliatura ho osservato con attenzione la foto di riferimento per cercare di capire le differenze con la foto di riferimento e applicare le dovute correzioni. Se la correzione riguardava una zona in ombra applicavo una leggera velatura di colore, se riguardava una zona in luce procedevo con impasti di colore e così via. Solo alla fine ho aggiunto le texture come, ad esempio, le gocce di acqua.

Conclusioni

L’oliatura è una pratica molto comune tra gli artisti ed è ideale sia per risolvere il problema dei prosciughi sia per riprendere un dipinto fermo da molto tempo. Sopra ho detto che questa pratica è molto utile quando si dipinge a strati con la tecnica grasso su magro. In realtà, però, può essere utile anche per chi dipinge “Alla Prima”. Ad esempio, David Gray, noto pittore americano, dopo aver dipinto un quadro alla prima lo lascia sempre asciugare bene e poi dedica una seconda fase alle correzioni, a rinforzare le ombre con velature e i chiari con impasti di colore. Prima di cominciare questa seconda fase lui esegue sempre l’oliatura del dipinto usando una miscela di olio di noci e acqua ragia in rapporto 1:1. Questo video mostra come egli procede.

Anche Alexei Antonov è solito eseguira l’oliatura del dipinto dopo ciascuna fase della sua tecnica fiamminga (campitura, abbozzo in terra d’ombra, grisaglia e colore). In fondo, per questo dipinto è proprio a lui che mi sono ispirato.

Oliatura di un dipinto

La Piccola Maglierista – William-Adolphe Bouguereau

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La Piccola Maglierista   William Adolphe Bouguereau

Questo è un dipinto che ho realizzato qualche tempo fa e, su richiesta di Salvatore, mi piacerebbe spiegare agli amici del blog come l’ho realizzato. Il dipinto è una copia de “La Piccola Maglierista” di William Adolphe Bougeureau.


La Piccola Maglierista   William Adolphe Bouguereau

Foto Dipinto Originale

Supporto

Il dipinto è stato realizzato su un cartone telato 35 x 50 sul quale ho dato un’imprimitura di cementite, precedentemente colorato con terra d’ombra, fino ad ottenere un colore beige. Ho dato tre mani di questa imprimitura. In ciascuna mano ho aspettato che l’imprimitura asciugasse per poi carteggiarla, così da ottenere una superficie liscia.

Colori

Questi sono i colori che ho utilizzato per le principali aree del dipinto.

  • Incarnato: bianco, grigio payne, giallo Napoli, ocra gialla e rosso cadmio;
  • Mantella e gonna: grigio payne, nero, ocra gialla, terra di Siena bruciata e bianco;
  • Capelli: terra d’ombra, nero,  terra di siena bruciata;
  • Muro: bianco, grigio payne, verde vescica, ocra gialla, terra d’ombra e terra di siena naturale;
  • Vegetazione: verde vescica, ocra gialla, bianco, giallo indiano,  terra di Siena bruciata, verde permanente scuro;

Medium

Il medium utilizzato per questo dipinto è una semplice miscela di trementina e olio di lino in un rapporto 1:1 (metà trementina e metà olio di lino).

Esecuzione

Disegno

Ho stampato la foto dell’originale, ho riportato con la griglia il disegno su un foglio di carta della stessa misura del cartone telato, l’ho trasferito sulla tela con la carta carbone. Come immagine da copiare in corso d’opera si può far stampare dal fotografo l’immagine (possibilmente in HD) ed eventualmente si può far plastificare per poter fare il test-colore direttamente sulla foto.

Pittura

Ho cominciato subito con i colori poco diluiti, con una miscela al 50% di trementina e olio di lino. Ad ogni mano di colore ho diminuito la trementina fino ad arrivare ad usare solo olio di lino. Per il muro ho miscelato il bianco con grigio payne e verde vescica e ho dato una prima passata. Per la mantella e la gonna: grigio payne , bianco e un poco di terra di siena bruciata. Per l’incarnato: bianco , ocra gialla e rosso cadmio. Per i capelli: nero, terra d’ombra, terra di siena bruciata  e nella fascia sopra la fronte; dove ci sarà il riflesso: bianco e grigio payne. Per la vegetazione: verde vescica, ocra gialla e bianco. In questa fase, non mi sono preoccupata molto della somiglianza con i colori, mi serviva solo avere un insieme cromatico su cui lavorare.
La Piccola Maglierista   William Adolphe Bouguereau

Una volta asciugata la prima mano ho cominciato a ripassare tutto, cercando di correggere eventuali errori di disegno. Qui ho lavorato viso, gonna, mantello sempre con colori poco diluiti. A questo punto cerco di avvicinarmi ai colori dell’originale, spegnendo o accendendo i toni a secondo della necessità. In questa fase, ho lavorato più sul soggetto e pochissimo sullo sfondo.
La Piccola Maglierista   William Adolphe Bouguereau

In questo step ho proceduto in modo analogo al precedente rinforzando e definendo un po’ di più il tutto. In più ho lavorato anche lo sfondo, ad esempio sul muro. Alla stessa miscela dei colori precedente, ho aggiunto ocra gialla e terra d’ombra (miscelando poco i colori) e sono intervenuta creando delle chiazze. Nella parte bassa del muro , che fa da seduta, ho aggiunto inoltre terra di Siena bruciata. Nella vegetazione ho rinforzato le ombre ed ho aggiunto giallo indiano, terra di siena bruciata e una punta di verde permanente scuro.

La Piccola Maglierista   William Adolphe Bouguereau

A questo punto, mi sono dedicata molto ai particolari. Ho aggiunyo gli elementi che mancavano e con delle velature, ad esempio sull’incarnato, ho rinforzato il rossore delle gote e sul resto del quadro le ombre.

La Piccola Maglierista   William Adolphe Bouguereau

Questo è il quadro finito.

La Piccola Maglierista   William Adolphe Bouguereau

La Piccola Maglierista – William-Adolphe Bouguereau

Come dipingere da una Foto

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Come dipingere da una Foto

Per email ricevo spesso domande su come dipingere da una foto e come fare ad imitarne le tinte Di tanto in tanto questo tema viene ripreso anche sul forum. Per questo motivo ho deciso di dedicare all’argomento un articolo del blog. E’ probabile che alcuni concetti già li conosci, ma se avrai la pazienza di leggere tutto l’articolo ti posso assicurare che troverai la visione di insieme molto interessante.

Perchè dipingere da una Foto?

Per chi inizia a dipingere, con qualsiasi tecnica o stile, copiare da una foto è il metodo più semplice e veloce per i seguenti motivi:

  • la trasposizione di oggetti tridimensionali su un supporto bidimensionale, quale è la tela, è già risolto;
  • la luce non cambia;
  • il soggetto è immobile;
  • nel caso di paesaggi non si è costretti ad andare nella natura, essere infastiditi dagli agenti atmosferici (vento, pioggia, sole) o dai curiosi.

L’uso di una foto va considerato solo un primo passo verso la propria formazione artistica. L’occhio umano ha capacità di catturare le informazioni del mondo circostante di gran lunga superiore a qualsiasi obiettivo fotografico. Se a questo aggiungiamo i limiti della stampa a colori è facile comprendere come la scelta di dipingere da una foto non potrà che limitare il risultato finale del tuo lavoro.

Risoluzione di una Foto

Le macchine fotografiche digitali disponibili in commercio sono dotate di un sensore che è capace di catturare un’immagine e convertirla in digitale. L’immagine digitale convertita può essere immaginata come una griglia di puntini (o pixel) formata da N righe e M colonne. Questa griglia NxM viene detta “risoluzione dell’immagine”. Più grandi sono i numeri N e M più alta è la risoluzione dell’immagine e maggiore è la sua qualità.

Il prodotto NxM indica quanti pixel riesce a individuare il sensore. Ad esempio, se un sensore è capace di catturare un’immagine di risoluzione massima N=1600 x M=1200 => 1920000, allora avrà una capacità di 2 Megapixel.

Sappiamo tutti che quando andiamo a comprare una macchina fotografica dobbiamo prenderne una con un sensore con il valore in Megapixel più alto possibile. Oggi i moderni telefonini arrivano tranquillamente a 5 Megapixel. Una compatta può arrivare anche a 8 Megapixel. Una reflex arriva tranquillamente a 12 Megapixel e oltre.

Un altro aspetto molto importante è l’aspect ratio di un’immagine, ossia il rapporto tra larghezza e altezza. Questo rapporto è molto importante perchè la tela su cui andremo a dipingere anche se ha dimensioni maggiori rispetto alla foto, dovrà preservare il medesimo aspect ratio. Tipicamente le macchine fotografiche digitali in commercio hanno un aspect ratio di 4:3 (ossia 1.33) poichè sono progettati per uno schermo di un computer che ha quest’aspect ratio. Le tradizionali reflex, invece, hanno un aspect ratio di 3:2 (ossia 1.5). La seguente tabella mostra alcuni esempi di risoluzioni fotografiche con relative macchine che le supportano.

FotocameraMegapixelLarghezza Max (pixel)AltezzaMax (pixel)Aspect Ratio
Nikon Coolpix 9502160012004:3
Canon PowerShot A75, Nikon Coolpix 995 Epson 3100z3204815634:3
Olympus E-1, Sony Cyber-shot DSC-F707, Canon PowerShot A4605256019204:3
Olympus Stylus 600 Digital6281621124:3
Canon 350D8345623043:2
Olympus E-410, Olympus E-510, Panasonic FZ5010364827364:3
Canon Powershot G9, Fujifilm FinePix F100fd12400030004:3

Fonte Wikipedia

Una lista più completa di quella presente in questa tabella la trovate su Wikipedia.

Cos’è una Foto High Definition (HD)?

Probabilmente molti di voi hanno sentito parlare di Foto High Definition (HD). Chi ha partecipato ai concorsi di Disegno & Pittura avrà sicuramente ricevuto la richiesta di pubblicare le foto delle proprie opere in HD. Se hai partecipato almeno una volta ad una community qualcuno ti avrà probabilmente chiesto di pubblicare una tua opera mediante una Foto HD.

Ma che cos’è una foto HD?

Una foto HD è semplicemente una foto ad alta definizione la cui risoluzione minima deve essere di 1920 x 1080. Il formato HD (o Full HD) nasce per i video e non per le foto, infatti l’aspect ratio equivale a quello di un televisore 16:9 (1.77). Una macchina fotografica raggiunge facilmente questa risoluzione perchè serve un sensore di almeno 1920 x 1080=2073600 pixel, ossia 2Megapixel. Quindi una risoluzione facilmente raggiungibile anche con un telefonino.

Qualcuno potrà obiettare che con un telefonino non è possibile fare foto di altissima qualità paragonabili a quelle di una compatta o di una reflex. Questo è vero, infatti il valore in Megapixel di un dispositivo fotografico indica solo la risoluzione massima raggiungibile. La qualità di una foto dipende anche da altri fattori come obiettivo, zoom e quant’altro, tutti dispositivi che sulle compatte e sulle reflex hanno una qualità molto più alta.

Qualità di stampa

La qualità di una foto stampata è misurata in DPI (Dot per Inch), ossia punti di inchiostro per pollice. Maggiore è il valore di DPI, più alta è la qualità della foto. Una foto stampata a 300 DPI, ad esempio, significa che in un quadrato di lato 1 pollice (2.54 cm) sono stampati 300 pixel in orizzontale e 300 in verticale per un totale di 90.000 pixel. Per comprendere meglio il concetto di DPI osservate la seguente figura:

Come dipingere da una Foto

Foto da http://www.uniphoto.it

La prima mostra una risoluzione di stampa a 4 dpi. Ovviamente non è una risoluzione di stampa realmente esistente, serve solo a far comprendere il concetto. In questa stampa avrai 4 pixel in orizzontale e 4 in verticale. Le successive due figure mostrano due stampe di qualità più alta. Nella seconda, in un pollice quadrato, ci sono 64 pixel (8 orizzontale e 8 in verticale). Nella terza, in un pollice quadrato, ci sono 256 pixel (16 orizzontale e 16 verticale).

La seguente tabella indica la qualità di stampa in funzione dei DPI:

Qualità di StampaDPI
Eccellente>=300
Ottima250
Discreta200
Mediocre150
Bassa<=125

Una stampa di qualità 300 DPI è considerata di qualità fotografica. Esistono stampanti capaci di stampare a 600 DPI, 1200 DPI e oltre. Ad ogni modo l’occhio umano ad un primo impatto potrebbe non accorgersi della differenza che può diventare evidente solo dopo un’attenta osservazione.

Esiste una relazione tra Risoluzione di un’immagine e Qualità di stampa?

La risposta è Si. Il concetto è molto semplice, più grande è il formato di stampa più alta deve essere la risoluzione dell’immagine se non si vuole che essa appaia di cattiva qualità.

C’è un’altra domanda a cui rispondere per meglio comprendere questa relazione.

Se voglio stampare una foto nel formato 20×30 a 300 DPI di che risoluzione minima deve essere la mia immagine?

Per rispondere a questa domanda c’è una semplice formula:

  • Risoluzione minima formato/2.54*DPI

Quindi ritornando alla domanda originale possiamo rispondere applicando le nostre semplici formulette:

  • Risoluzione minima X = 20/2.54*300=2362
  • Risoluzione minima Y = 30/2.54*300=3543

Quindi per stampare la nostra foto in un formato 20×30 a 300 DPI senza perdere in qualità serve almeno un’immagine della risoluzione di 2362×3543. Poichè questa risoluzione non è standard allora utilizziamo qualla standard più prossima 2396×3599.

Probabilmente queste semplici formulette, per quanto semplici, ti hanno spaventarto. Si sa gli artisti non vanno proprio d’accordo con le formule matematiche. Per questo motivo riporto qui di seguito due tabelline, una per i formati di stampa di pellicole tradizionali e una per i formati digitali. In ciascuna tabella sarà possibile vedere, per ciascun formato e ciascuna risoluzione di stampa, la risoluzione minima dell’immagine consigliata.

Come dipingere da una Foto

Foto da http://www.photobox.it

Come stampare la nostra Foto

Dopo questa breve introduzione teorica possiamo dire che, per i nostri obiettivi, una stampa nel formato 20×30 (ossia un formato A4) e con risoluzione 300 DPI è più che sufficiente. Le stampanti, però, spesso non consentono di configurare la qualità di stampa in base ai DPI, spesso troverai diciture del tipo: Bozza, Normale, Alta Qualità. In questi casi scegliere sempre la qualità di stampa più alta e stampa sempre la foto su carta fotografica di alta qualità. Finita la stampa essa sarà utilizzata durante tutta la fase pittorica come riferimento per il tuo dipinto. Per il momento mettiamola da parte, la riprenderemo in mano in seguito.

Come trasferire il Disegno dalla Foto alla Tela?

Innanzittutto, bisogna scegliere una tela che abbia lo stesso aspect ratio della foto o, almeno, un valore molto vicino. Per trasferire il disegno sulla tela è necessaria una seconda stampa Bianco e Nero della Foto in un formato uguale a quello della tela su cui andremo a dipingere. Quindi, se la nostra tela è 30×40 dovremo stampare la foto su una foglio della medesima misura. Talvolta capita che non sia possibile stampare questa foto con le misure esatte, una tolleranza di uno o due centimetri è accettabile, di più no. Questa Foto B/N non deve essere di altissima qualità per cui può essere stampata su fogli di carta normale e ad una risoluzione di stampa anche inferiore a 300 DPI.

Per stampare la Foto hai diverse possibilità:

  1. Se la tela è inferiore a 20×30 una normale fotocopia su A4 va più che bene. Il costo è di pochi centesimi.
  2. Se la tela è inferiore a 30×40 una fotocopia su A3 va più che bene. Il costo è di pochi centesimi.
  3. Se la tela è inferiore a 40×60 allora bisogna recarsi in un centro copie specializzato (quelli che stampano i progetti degli Architetti). Il costo può essere di qualche Euro.
  4. Se la tela è inferiore a 50×70 allora bisogna recarsi in un centro copie specializzato. Il costo può essere di 5-7 Euro.
  5. Se la tela è inferiore a 70×90 allora bisogna recarsi in un centro copie specializzato. Il costo può essere di 15 Euro.

I prezzi da me indicati sono quelli che richiede il centro copie dove vado di solito. Non so se in altri centri copie il prezzo è inferiore. Personalmente nei casi 2 e 3 mi rivolgo al centro copie, nei casi 1, 4 e 5 stampo da me la Foto utilizzando il programma PosterRazor. Per capire come fare a utilizzare questo programma per stampare Foto su carta maggiore del formato A4 vi rimando a quest’articolo che ho scritto qualche tempo fa:

Leggete con attenzione l’articolo perchè esso non spiega solo come stampare la Foto, ma anche come trasferirla sulla tela con carta di grafite.

E’ lecito per un artista disegnare usando questi mezzi tecnologici?

Questa è una domanda che periodicamente affiora nei vari forum, soprattutto quello di Disegno & Pittura. La domanda spesso si trasforma in polemica accendendo diatribe tra pseudo fautori e pseudo contrari. La risposta, come spesso avviene in questi casi così controversi, è: DIPENDE.

Se sei un aspirante artista e stai apprendendo il mestiere non ha senso usare mezzi meccanici o tecnologici. Esso diventa solo un ostacolo al tuo apprendimento. La mano si deve assefuare alle misure, proporzioni e forme dei vari oggetti affinchè tu sappia riprodurli senza tentennamenti. La prospettiva deve diventare così parte di te che devi poterla usare senza pensarci più di tanto. Stessa cosa per la composizione e per gli altri aspetti del disegno. Quando si impara il tempo non è un fattore di primaria importanza per cui è utile spendere più tempo su un disegno se questo si tradurrà in un maggiore apprendimento.

Il giovane deve prima imparare prospettiva; poi le misure d’ogni cosa; poi di mano di buon maestro, per assuefarsi a buone membra; poi dal naturale, per confermarsi la ragione delle cose imparate; poi vedere un tempo le opere di mano di diversi maestri; poi far abito a mettere in pratica ed operare l’arte.
Leonardo da Vinci, Trattato della Pittura

Quando si raggiunge una buona esperienza il disegno non va messo da parte, perchè esso è sempre l’impalcatura su cui verranno costruite le tue opere. Può capitare, tuttavia, che per l’urgenza di una commissione o semplicemente perchè non si vuole spendere troppo tempo sul disegno (perchè magari per una data opera si vogliono sperimentare nuove tecniche pittoriche) può essere lecito accorciare i tempi utilizzando espedienti tecnologici. Molti studiosi d’arte sostengono che Caravaggio e Canaletto non disdegnarono l’uso della camera oscura per i loro dipinti. Anche Leonardo, nel suo Trattato, non rinuncia a suggerire espedienti “tecnici” per semplificare la vita dell’artista:

Abbi un vetro grande come un mezzo foglio reale, e quello ferma bene dinanzi agli occhi tuoi, cioè tra l’occhio e la cosa che tu vuoi ritrarre; poi poniti lontano con l’occhio al detto vetro due terzi di braccio, e ferma la testa con un istrumento, in modo che tu non possa muoverla punto. Dipoi serra, o copriti un occhio, e col pennello o con il lapis a matite segna sul vetro ciò che di là appare, e poi lucida con carta tal vetro, e spolverizzalo sopra buona carta, e dipingila, se ti piace, usando bene di poi la prospettiva aerea.
Leonardo da Vinci, Trattato della Pittura

Il Test del Colore sulla Foto Stampata

A questo punto del nostro lavoro abbiamo trasferito il disegno sulla tela e abbiamo una buona foto di riferimento. Prima di cominciare a dipingere plastifichiamo la nostra foto. In questo modo potremo applicare il colore sulla foto senza sporcarla e rimuoverlo con estrema facilità con uno straccio. Qui di seguito vi riporto un video di Walter Cozzoli su come plastificare una foto. Se non avete il plastificatore potete recarvi in un qualsiasi centro copie (es. Buffetti).

A questo punto siamo pronti a dipingere. Analizza bene la tua foto e individua i vari oggetti della tua immagine. Ad esempio, se è una natura morta ci sarà, probabilmente, un frutto, una foglia, una bottiglia o quant’altro. Per ciascun oggetto individua uno, due o tre colori chiave al massimo. Ad esempio, se l’oggetto è una mela individua per essa un colore per la parte illuminata, una per la parte in ombra e, se necessario, anche un colore per i mezzitoni. Usando questo approccio individuerai i colori base del tuo dipinto.

Ora supponi di voler dipingere la mela di cui sopra, prova a mescolare in colore dell’area illuminata. Prova a sovrapporlo alla foto e verifica se somiglia oppure no. Continua finchè il colore non sarà simile. Ripeti il processo anche per il colore in ombra e per i mezzitoni. Prenditi tutto il tempo che ti serve in questa fase. L’importante è che il colore sia quanto più somigliante possibile. A questo punto anzichè preparare un quantitativo di colore solo per la sessione in corso, preparane molto di più e conservali in ballotte di plastica come spiego qua. Con questo metodo i colori si conserveranno per oltre due mesi senza alterare la loro qualità. Il vantaggio è ovviamente quello di non dover rimescolare i colori ad ogni sessione pittorica, velocizzando di molto il lavoro.

Testare il colore su una fotografia è, a mio avviso, il modo migliore per imparare a mescolare i colori. Probabilmente avete letto o vi hanno insegnato che per imparare a mescolare i colori bisogna esercitarsi facendo tabelle di colori. Questo è vero all’inizio quando devi imparare che il verde si fa mescolando blu e giallo, l’arancio mescolando giallo e rosso e così via. Ma imparato ciò, mescolare le tabelle di colori è solo un’attività noiosa che alla fine non insegna ad imitare i veri colori della natura. Viceversa, utilizzando il test di colore vi assicuro che dopo qualche mese riuscirete ad imitare perfettamente le tinte che osservate in natura.

Per fare ciò, però, bisogna avvicinarsi al problema con una certa logica e non per tentativi. E’ per questo motivo che, tempo fa, pubblicai sul blog (nel Corso di Pittura a d Olio) il mio metodo per mescolare i colori. Questo metodo può sembrare all’inizio un pò macchinoso ma prendendo familiarità con esso vi semplificherà di molto la vita. E’ un pò come imparare a guidare l’auto. All’inizio ci sono troppe cose da ricordare: freno, frizione, marce, ecc. poi pian piano si imparano a fare le cose senza pensarci troppo. Questi sono gli articoli pubblicati a suo tempo sul blog:

 Come dipingere da una Foto? Ecco un Esempio Pratico.

Per realizzare una copia del dipinto “Grapes” di Alexei Antonov ho come prima cosa cercato su Internet una foto alla risoluzione più alta possibile. Poichè volevo stamparla su carta fotografica formato A4 avrei avuto bisogno di una foto con una risoluzione di almeno 2396×3599 per avere una stampa fotografica di ottimo livello a 300 DPI. Purtroppo non ho trovato una foto di così alta risoluzione e mi sono dovuto accontentare di una foto 1600×1200. L’ho portata dal fotografo per farla stampare e poi sono andato in un centro copie per plastificarla.

Per poter preservare l’aspect ratio della foto che era 1.33 (1600/1200=1.33) ho scelto il formato 30×40 della tela (30/40=1.33). Con PosterRazor ho stampato un poster 30×40 della foto e con il metodo descritto sopra ho trasferito il disegno, l’ho ricalcato con inchiostro di china e poi ho eseguito la campitura. Ho speso poi un pò di tempo ad osservare la foto, individuando gli oggetti che la compongono: uva, foglie posteriori, foglie laterali, foglia in primo piano, tavolo e sfondo.

La foglia in primo piano

Per la foglia in primo piano ho preparato un solo colore base composto da: blu oltremare + giallo ocra +pochissima terra d’ombra bruciata. In questa foto potete vedere il colore da me applicato sulla foto per verificare che la tinta sia giusta.

Come dipingere da una Foto

E’ ovvio che un solo colore non era sufficiente per dipingere tutte le variazioni di colore della foglia. Durante la fase pittorica, infatti, ho poi provveduto con il pennello a mescolare varie gradazioni partendo da questo colore.

Come dipingere da una Foto

Come puoi notare, partendo dal colore di base (il quinto da sinistra) ho mescolato dei verdi più scuri aggiungendo sempre più terra d’ombra bruciata e blu oltremare. Solo il colore più scuro l’ho ottenuto aggiungendo al colore base il nero avorio e il blu oltremare. Le gradazioni più chiare, invece, le ho ottenute mescolando al colore base il giallo cadmio chiaro, il giallo ocra e il bianco. Con questa moltitudine di colori preparati al momento, dipingere la foglia è stato abbastanza semplice.

Questo modo di procedere l’ho usato anche per altri parti del dipinto. Con la spatola ho preparato i colori base e conservato in ballotte di plastica, poi durante la fase pittorica con il pennello ho preparato diverse gradazioni sulla tavolozza e con esse ho dipinto l’intero oggetto. Per i successivi oggetti vi mostro solo quali colori base ho utilizzato.

Quelli che si vogliono non integralmente fidare del loro giudizio nel contraffare i veri colori delle foglie debbono pigliare una foglia di quell’albero che si vuol contraffare e sopra di quella fare le loro mistioni; e quando essa mistione non sarà conosciuta in differenza dal colore di tal foglia, allora tu sarai certo che tal colore è d’intera imitazione della foglia; e cosí puoi fare nelle altre che vuoi imitare.
Leonardo da Vincei, Trattato della Pittura

L’Uva

Per l’uva ho individuato tre colori fondamentali:

  • colore locale=carminio+rosso cadmio chiaro+nero avorio
  • colore in luce=rosso cadmio chiaro+giallo indiano+bianco
  • colore in ombra=colore locale+verde vescica

La seguente foto mostra i 3 colori confrontati sulla foto.

Come dipingere da una Foto

Se guarrdi bene la foto noterai che sull’uva e sulle foglie ci sono dei riflessi blu in alcune zone più intense in altre meno intense ma più chiare. Per dipingere queste aree ho preparato due colori:

  • Miscela 1: blu cobalto+verde cadmio+bianco
  • Miscela 2:Molto bianco+blu oltremare+pochissimo carminio

Come dipingere da una Foto

Le foglie posteriori e laterali

Il principio è analogo ai casi precedenti. I colori preparati sono:

  • colore locale=blu oltremare+giallo cadmio chiaro+terra d’ombra bruciata
  • colore in luce=blu oltremare+giallo cadmio chiaro+bianco
  • colore in ombra=blu oltremare+giallo cadmio chiaro

Come dipingere da una Foto

Per le foglie laterali i colori usati nelle miscele sono sempre queste ma il verde è leggermente più intenso.

Lo Sfondo

Per il colore dello sfondo ho utilizzato due colori base:

  • Colore chiaro: terra di siena bruciata + terra d’ombra bruciata + bianco + pochissimo blu oltremare
  • Colore scuro: terra d’ombra bruciata + nero avorio

Purtroppo ho a disposizione la foto del solo colore chiaro.

Come dipingere da una Foto

Conclusioni

A questo punto credo sia chiaro qual’è il mio modo di procedere quando dipingo da una fotografia. A volte la preparazione alla realizzazione di un dipinto può richiedere anche qualche giorno di preparazione necessario per cercare una buona foto con la giusta risoluzione, stamparla, plastificarla e poi studiarla.  Se fino ad oggi per te dipingere da una fotografia significava semplicemente prendere una foto da un giornale, magari di pochi centimetri, metterla davanti alla tela e cominciare a dipingere, allora avrai capito che sei fuori strada. Con questo metodo affinerai il tuo spirito di osservazione e la capacità di mescolare i colori. Quando avrai raggiunto una buona manualità e capacità di imitazione delle tinte allora il prossimo passo è il dipingere da vero.

Dipingere è come realizzare il delitto perfetto. Tutto deve essere studiato nei minimi dettagli.
Seurat.

Come dipingere da una Foto


L’uso dell’inchiostro nella Pittura ad Olio

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Luso dellinchiostro nella Pittura ad Olio
Oggi vorrei parlarti di un problema che ha avuto qualche tempo fa Walter e che potrebbe accadere anche a te.

Problema

Immagina di aver speso un mese per dipingere un quadro come questo.

Luso dellinchiostro nella Pittura ad Olio

Immagina di essere arrivato quasi alla fine e mancano solo gli ultimi ritocchi. La mattina arrivi davanti al cavalletto e scopri quello che nessun pittore credo voglia trovare su una sua tela.

Luso dellinchiostro nella Pittura ad Olio

L’intero disegno del dipinto, ripassato ad inchiostro, è riemerso dallo strato pittorico rovinando il lavoro di diverse settimane.

Come si evita un problema come questo?

Compatibilità dell’inchiostro con la pittura ad olio

La prima cosa che ti chiedi è se hai fatto bene a ripassare il disegno con l’inchiostro. In realtà, la pratica di ripassare un dipinto ad inchiostro è abbastanza comune e aiuta a mantenere il disegno ben visibile quando si comincia a dipingere. Lo stesso Walter ha usato questa pratica su diversi dipinti senza mai riscontrare problemi. Molti utenti del forum hanno imparato questa pratica guardando i video di Alexei Antonov, un artista russo che vende corsi di pittura online basati sulla tecnica degli antichi maestri fiamminghi. Non ho trovato nessuna documentazione che certificasse l’uso di questa pratica da parte degli antichi maestri fiamminghi, però ne ho trovato testimonianza nel Libro dell’Arte di Cennino Cennini:

Come principalmente si disegna in tavola con carbone, e rafferma con inchiostro.

Sendo ben raso il gesso e tornato a modo d’avorio; la prima cosa che dèi fare, si vuole disegnare la tua ancona, o ver tavola con quelli carboni di salice, che per addietro t’insegnai a farli. Ma vuolsi legare il carbone a una cannuccia o ver bacchetta, acciò che stia di lungi dalla figura; ché molto ti giova in nel comporre. E abbi una penna appresso; ché quando alcun tratto non ti venisse ben fatto, che coi peli della detta penna possi torlo via e ridisegnarlo. E disegna con leggier mano, e quivi aombra le pieghe e i visi, come facessi col pennello, o come facessi con la penna che si disegna, a modo si penneggiasse. Quando hai compiuto di disegnare la tua figura (spezialmente che sia d’ancona di gran pregio, che n’aspetti guadagno e onore), lasciala stare per alcun dì, ritornandovi alcuna volta a rivederla, e medicare dove fusse più bisogno. Quando a te pare che stia presso di bene (che puoi ritrarre e vedere, delle cose per altri buoni maestri fatte, che a te non è vergogna); staendo la figura bene, abbi la detta penna, e va’ a poco a poco fregandola su per lo disegno, tanto che squasi dimetta giù il disegno; non tanto però, che tu non intenda bene i tuoi tratti fatti. E togli, in uno vasellino, mezzo d’acqua chiara e alcune gocciole d’inchiostro; e con un pennelletto di vaio puntìo va’ raffermando tutto il tuo disegno. Poi abbi un mazzetto delle dette penne, e spazza per tutto ’l disegno del carbone. Poi abbi un’acquerella del detto inchiostro, e con pennello mozzetto di vaio va’ aombrando alcuna piega e alcuna ombra nel viso. E così ti rimarrà un disegno vago, che farai innamorare ogni uomo de’ fatti tuoi.

Non esistendo al tempo di Cennini le matite come le conosciamo oggi, venivano utilizzati al loro posto dei carboncini fatti con i rami di salice. Finito il disegno, si usava ripassarlo con un inchiostro usando un piccolo pennello di vaio e dell’inchiostro diluibile in acqua. Alla fine si rimuoveva il carboncino in eccesso con delle penne di animali.

In base a queste testimonianze storiche possiamo rispondere alla domanda di cui sopra sostenendo che eseguire un disegno a carboncino o matita e ripassarlo ad inchiostro non solo è una pratica lecita ma ha anche una tradizione antichissima.

Ma se usare l’inchiostro è lecito, come si evita il problema riscontrato da Walter?

Soluzione

Il problema non è nell’uso dell’inchiostro ma del tipo di inchiostro usato. L’inchiostro presente in alcuni pennarelli tendono a riaffiorare e talvolta ciò può accadere anche con la matita. Nel libro The Oil Painting Book Bill Creevy scrive:

Graphite pencils are not recommended for underdrawings for oils.. because the graphite has a tendency to rise up through the layers of oil paint and, in time, to show through on the surface of the dried painting. The same thing happens on an even more drastic scale with felt-tip markers… they come right through even the most opaque colors. For pen and ink drawings it is best to stick to India ink.

Sul forum Marco Maria Fenocchio, che ha una lunga esperienza in materia, ha scritto:

Anche a me sono riaffiorati i tratti disegnati con certi pennarelli, penso che il fatto dipenda dalla solubilità del colorante del pennarello nel veicolo oleoso dei colori sovrapposti che fa migrare il disegno sottostante fin sopra il dipinto finito, anche con colori coprenti e abbastanza spessi. Le penne biro sono un disastro. Allora ho notato che i pennarelli Stabilo solubili in acqua, i colori a tempera diluiti in acqua e anche l’inchiostro ad acqua (quello dei tempi di Cennini era un composto gallo-tannico ferroso in gomma arabica) non fanno questo guaio perché i leganti all’acqua come le gomme naturali o le resine sintetiche come gli acrilici non si sciolgono nei grassi. Ma se la tela è preparata chiara e abbastanza secca si può anche disegnare con la matita di grafite un po’ dura come H o HB, o anche con una mina di Piombo che lascia una traccia nero-grigia che non va via. Su una preparazione chiara a gesso e colla avevo disegnato con una barretta di ottone con la punta leggermente arrotondata, il segno era bruno scuro incancellabile. Se la tela è scura va bene la matita bianca o un gessetto. In molti casi va meglio un disegno accennato non rifinito piuttosto che un profilo troppo rifinito.

Ora riguardo all’uso della matita molti cercano di evitare il contatto tra matita e pittura usando del fissativo. Ripassando l’inchiostro sulla matita si ottiene più o meno lo stesso effetto perchè l’inchiostro seccando trattiene le particelle di grafite che non andranno così a mescolarsi con la pittura. L’inchiostro d’India o di China è ideale per ripassare il disegno, sono inchiostri non aggressivi e diluibili in acqua proprio come quelli che utilizzava Cennino Cennini.

Personalmente io utilizzo l’inchiostro da disegno della Winsor & Newton di colore marrone scuro (Nut Brown) e posso assicurare che non causa questo problema. E’ un inchiostro solubile in acqua del tipo descritto da Bill Creevy e da Cennino Cennini. Qui di seguito vi riporto la foto dell’inchiostro che utilizzo con il pennino che generalmente uso per ripassare il disegno. Ho scoperto sulla mia pelle che avere un pennino adatto è importantissimo affinchè l’inchiostro non sbavi, le linee siano sottilissime e sia facile da maneggiare. Ho cambiato tre o quattro pennini prima di trovare quello a me più congeniale.

Luso dellinchiostro nella Pittura ad Olio

L’uso dell’inchiostro nella Pittura ad Olio

Artista dell’Anno 2013

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Artista dellAnno 2013
Quest’anno tutti gli utenti della community Disegno & Pittura possono nominare l’Artista dell’Anno 2013.

Che cos’è l’Artista dell’Anno 2013?

E’ il nuovo concorso di Disegno e Pittura riservato agli attivisti del forum. Un attivista del forum è semplicemente un utente registrato al forum e che partecipa regolarmente alle discussioni. Quest’anno è considerato un attivista del forum l’utente che è classificato Utente nel forum (1 stella) e che abbia pubblicato almeno 50 messaggi dal 1 Gennaio 2013 al 31 Ottobre 2013.
Artista dellAnno 2013

Perchè questo nuovo Concorso?

L’obiettivo di questo concorso è di dare la possibilità agli attivisti di Disegno e Pittura di ricevere un riconoscimento da parte di  tutta la community per le qualità artistiche che lo hanno contraddistinto quest’anno e per aver rispecchiato i valori di Disegno & Pittura che da sempre sono: voglia di fare, di partecipare, di condividere e di essere utile agli altri.

Come si partecipa?

Per partecipare al concorso come prima cosa bisogna essere iscritto al forum ed essere un attivista in base alla definizione di cui sopra. Se sei un attivista del forum per partecipare alla fase finale del Concorso devi aver pubblicato un’opera nella rubrica <Mese Anno> – Cosa pensi del mio dipinto? convertita a Dicembre in <Mese Anno> Cosa pensi della mia opera? pubblicata ogni mese nel forum Discussioni sul Disegno e la Pittura.

Quanto dura?

Il Concorso dura tutto l’anno 2013. La fase finale comincerà il 21 Dicembre 2013 e terminerà il 25 Gennaio 2014.

In cosa consiste la fase finale?

La redazione di Disegno & Pittura selezionerà 12 opere tra tutte quelle pubblicate, nei vari mesi, nella rubrica <Mese Anno> Cosa pensi della mia opera? Le 12 opere selezionate verranno annuciate il 12 Gennaio 2014 e parteciperanno alla fase finale del concorso che prevede una votazione online da parte di tutti gli utenti di Disegno & Pittura. L’autore dell’opera che riceverà più voti diventerà l’Artista dell’Anno 2013.

Dove si svolge la fase finale?

Sono lieto di annunciare che a cominciare da questo concorso c’è una nuova piattaforma di Disegno & Pittura pensata apposta per i concorsi. Puoi accedere al nuovo sito seguendo questo link. L’obiettivo di questa piattaforma è di rendere l’accesso ai concorsi più semplice possibile. Inoltre, la migliore navigabilità consente agli utenti di poter consultare facilmente anche i precedenti concorsi di Disegno & Pittura. Per ciascun concorso è possibile vedere facilmente le opere che hanno partecipato, i finalisti, la giuria, il regolamento e i vincitori.

Cosa si vince l’Artista dell’Anno 2013?

L’Artista dell’Anno 2013 vincerà una targa premio come descritto qui.

Artista dellAnno 2013

Conclusioni

Se sei un attivista del forum e desideri partecipare o, semplicemente, vuoi saperne di più sul concorso leggi qui il regolamento. Se hai ancora qualche dubbio leggi bene le FAQ prima di inviare una richiesta di spiegazione alla redazione. Volevo concludere ricordandoti che anche se non hai diritto a partecipare al concorso, puoi comunque aiutarci nella buona riuscita dell’iniziativa partecipando alla votazione che si terrà sulla piattaforma dei concorsi a cominciare dal 12 Gennaio 2014.

Artista dell’Anno 2013

Una Rastrelliera Porta Pennelli

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Una Rastrelliera Porta Pennelli

Oggi voglio mostrarti un utilissimo strumento che utilizzo quando dipingo che puoi costruire anche tu facilmente: una Rastrelliera Porta Pennelli.

Il Problema

Quando dipingevo avevo l’abitudine, come molti pittori, di riporre i miei pennelli in diversi bicchieri. Nulla di male in tutto ciò, l’unico inconveniente è che perdevo un sacco di tempo ogni volta che dovevo cambiare pennello. Ogni volta che lo riponevo sul tavolo spesso quest’ultimo si sporcava (le foto lo testimoniano) così come altri materiali. Per non parlare poi di quando vari pennelli riposti sul tavolo si mischiavano e dovevo sempre perdere tempo a cercare quello giusto. Il disordine sul tavolo da lavoro spesso si ripercuote sulla tela che si dipinge. Avevo bisogno di qualcosa che risolvesse questo mio piccolo problema ma non sapevo esattamente come fare.

L’ispirazione

Qualche anno fa acquistai un utilissimo manuale di Carlo Vighi, un pittore con 30 anni di esperienza e con una solida presenza sul web. I suoi manuali sono un concentrato di 30 anni di esperienza a disposizione di chi voglia imparare a dipingere. Su uno di questi manuali c’è un’ottima guida su come deve essere progettato uno studio professionale di pittura. Grazie ai contenuti di questo manuale ho trovato ispirazione per molte soluzioni che ho poi applicato (a volte con qualche modifica) al mio piccolo studio. Se avete qualche Euro e volete investirlo sulla vostra formazione pittorica i manuali di Carlo Vighi sono un ottimo investimento.

Nel manuale da me acquistato, tra le varie cose c’era la foto di una piccola rastrelliera porta pennelli costruita in balsa. Appena la vidi fui subito folgorato. Pensai subito che poteva fare al caso mio. Così andai in un negozio di bricolage e comprai diversi listelli di legno di balsa.

Di recente ho dovuto costruire qualche nuova rastrelliera perchè quelle vecchie erano diventate piccole. Ne ho approfittato per scattare qualche foto e fare questo piccolo tutorial per te.

I Materiali

Una Rastrelliera Porta Pennelli

I Materiali per costruire la Rastrelliera Porta Pennelli sono:

  • colla vinilica
  • seghetto per legno
  • spillatrice
  • martello
  • chiodini
  • penna
  • 2 listelli di balsa 1×1.5
  • 2 listelli di balsa 1×1

E’ importante acquistare listelli di balsa che è un legno molto tenero e semplice da tagliare. Non acquistare listelli di tiglio, faggio o altri legni più duri da tagliare.

La costruzione delle Rastrelliere Porta Pennelli

Una Rastrelliera Porta Pennelli

Ho tagliato qui 2 listelli di sezione 1×1.5 cm della misura di 26.5 cm. Poi ho tagliato altri due listelli di misura più piccola proporzionati alla lunghezza dei pennelli.  Ho tagliato poi 9 listelli di sezione 1×1 cm.

Una Rastrelliera Porta Pennelli

Unendo insieme i 4 listelli ho creato la base per la Rastrelliera. Per unire i listelli ho usato la colla vinavil e la spillatrice.

Una Rastrelliera Porta Pennelli

Con colla vinavil e chiodini ho attaccato i listelli da 1×1 cm sulla base. I listelli sono ad una distanza di 1.5 cm l’uno dall’altro.

Una Rastrelliera Porta Pennelli

La foto mostra la rastrelliera quasi al completo. Per completarla ho rimosso gli angoli in eccesso.

Una Rastrelliera Porta Pennelli

Questa è la rastrelliera con i pennelli. Io uso fondamentalmente due rastrelliere:

  • una per i pennelli piatti con misure: 000, 00, 0, 2, 4, 6, 8, 10, 12, 14, 16; Notate come io utilizzo solo misure di pennelli pari tranne per i pennelli piccoli che sono quelli che uso più di frequente.
  • una per i pennelli tondi con misure: 000, 00, 0, 2, 4, 6, 8, 10, 12, 14, 16; Anche qui utilizzo solo misure pari.
  • ho una terza rastrelliera che uso molto di rado e non la metto proprio davanti a me sul tavolo di lavoro (occuperebbe troppo spazio). Essa contiene gli sfumini, pennello a ventaglio e quello calligrafico.

L’uso della rastrelliera migliora l’efficienza della gestione dei pennelli durante la fase pittorica. Un maggiore ordine sul tavolo da lavoro si riflette anche sul dipinto che stai realizzando. Essa può essere utilizzata anche per riporre matite, pastelli e altro ancora.

Un comodo Astuccio per la Rastrelliera Porta Pennelli

Poichè sono un amante dell’ordine mentre lavoro, ho realizzato anche un comodo astuccio dove riporre le mie due rastrelliere porta pennelli a lavoro finito.

Una Rastrelliera Porta Pennelli

Se può interessarti, in un prossimo articolo, posso spiegarti come ho realizzato questo semplice astuccio.

Una Rastrelliera Porta Pennelli

Vota l’Artista dell’Anno 2013

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Il giorno 21 Dicembre 2013 è partito il concorso Artista dell’Anno 2013.

Come da regolamento fino al 31 Dicembre 2013 gli attivisti del forum hanno potuto pubblicare la propria opera nella rubrica mensile <Mese Anno> – Cosa pensi della mia opera?.

La Scelta dei Finalisti

Dal 1° Dicembre all’11 Gennaio la redazione di Disegno & Pittura, nel nome del sottoscritto, ha selezionato i 12 finalisti che, in quest’ultima settimana, si contenderanno il titolo dell’Artista dell’Anno 2013. Fino al 18 Gennaio 2014 alle 23.59 gli utenti di Disegno & Pittura avranno la possibilità di scegliere l’opera preferita e decretare così il vincitore della competizione.

Vorrei ricordare che dalla competizione sono state esclusi tutti i partecipanti che hanno pubblicato la loro opera ma che purtroppo non rispettavano i criteri stabiliti nel regolamento, in particolare la regola numero 1.

I criteri di selezione sono quelli descritti nel regolamento.

Vota l’Artista dell’Anno 2013

Ora tocca a te scegliere l’opera vincitrice andando su questa pagina e scegliendo l’opera che preferisci. Ti ricordo che puoi esprimere una sola preferenza. Se hai amici chiedi anche a loro di votare l’opera che preferiscono. Se sei uno dei 12 finalisti hai diritto, come da regolamento, a un voto di preferenza che puoi assegnare a te stesso o a un altro finalista. Anche tu potrai invitare i tuoi amici a votare. Ti chiedo solo una cortesia. Quando chiedi di votare, suggerisci loro di votare per l’opera che loro considerano migliore. Che senso avrebbe vincere solo perchè si hanno più amici?

Ricordo anche che la redazione ha a disposizione sistemi di rilevamento frodi che, se scoperte e direttamente collegabili ad uno dei finalisti, quest’ultimo verrà escluso dalla competizione.

Quindi non perdere altro tempo e Vota l’Artista dell’Anno 2013.

Vota l’Artista dell’Anno 2013

Come vendere le tue opere d’arte senza diventare evasore fiscale?

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Come vendere le tue opere darte senza diventare evasore fiscale?

Dipingi da un pò di tempo e parenti, amici e conoscenti chiedono di acquistare una tua opera ma mille dubbi ti assalgono: devo rilasciare una ricevuta? Serve una partita IVA? Devo segnalare le mie opere alla SIAE per tutelare i miei diritti di autore? Devo essere iscritto in uno speciale registro o categoria commerciale?

Se ti stai chiedendo come gestire la compravendita senza infrangere la legge in quest’articolo cercherò di chiarire tutti gli aspetti legali affinchè tu possa vendere le tue opere con la sicurezza di non diventare un evasore fiscale.

Poichè le casistiche possono essere diverse, vedremo due casi tipici di persone immaginarie che chiameremo: Mattia e Ilaria.

  • Mattia è uno studente che dipinge per hobby. Vorrebbe non dipendere dai genitori e con i soldi che potrebbe guadagnare dalle sue opere vorrebbe pagarsi parte degli studi o fare qualche vacanza con gli amici.
  • Ilaria è una moglie che lavora come impiegata e dipinge per hobby. Con lo stipendio riesce a mantenere la sua famiglia ma non le dispiacerebbe arrotondare vendendo qualche opera di tanto in tanto.

Censimento dell’opera presso la SIAE o altro registro pubblico

Come vendere le tue opere darte senza diventare evasore fiscale?

Mario e Ilaria stanno cominciando la loro esperienza artistica e ci sono due dubbi che li assalgono:

  1. le proprie opere devono essere registrate presso la SIAE?
  2. esiste un obbligo di censimento delle proprie opere in qualche pubblico registro?

Rispondiamo al primo dubbio consultando le FAQ sul sito della SIAE. Tra le tante domande c’è la seguente con relativa risposta:

E’ obbligatorio aderire alla SIAE?

Non è obbligatorio aderire alla SIAE. L’adesione alla SIAE è libera e volontaria. L’autore può teoricamente decidere di curare direttamente i rapporti con gli utilizzatori per tutelare i propri diritti, ma di fatto l’intermediazione di una organizzazione specializzata e capillare è indispensabile. In Italia, l’attività di intermediazione è riservata dalla legge alla SIAE in via esclusiva. L’ autore può comunque scegliere di aderire ad altre Società di autori di Paesi stranieri.

Quindi Mattia e Ilaria non sono tenuti a registrare le loro opere presso la SIAE e possono curare da soli i loro rapporti con gli acquirenti.

Se l’iscrizione alla SIAE non è obbligatoria c’è qualche altro registro pubblico dove bisogna censire le proprie opere?

La risposta breve a questa domanda è NO. Mattia e Ilaria vogliono vendere opere create da loro il cui valore commerciale è piuttosto contenuto e, in tali casi, non c’è alcun obbligo di censimento in alcun registro pubblico.

L’obbligo di censimento infatti riguarda “cose antiche o usate” di un certo “interesse storico” e che comunque abbiano un certo valore. Le opere per cui è obbligatorio il censimento sono opere appartenenti a ben 15 categorie diverse (es. reperti archeologici, elementi di monumenti, ecc.) aventi più di 50 anni e non appartenenti all’autore e/o con valore superiore a 139.794,00 Euro. Questi sono i casi in cui le opere devono far parte di pubblici registri, quindi Mattia e Ilaria non hanno bisogno farlo.

Per il lettore più esigente riportiamo qui di seguito una sezione espandibile con le leggi che chiariscono i due dubbi di Mattia e Ilaria. Chi non è interessato a conoscere troppi dettagli può saltare questa sezione e leggere direttamente il prossimo paragrafo sulla Partita IVA.

Obbligo censimento in pubblico registro

L’obbligatorietà di censimento delle opere in pubblici/o personali registri, per i quali la vecchia Legge 20 novembre 1971, n. 1062 aveva lasciato qualche lacuna, è colmata oggi grazie al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004):

Art. 63 – Obbligo di denuncia dell’attività commerciale e di tenuta del registro.

  1. L’autorità locale di pubblica sicurezza, abilitata … a ricevere la dichiarazione preventiva di esercizio del commercio di cose antiche o usate, trasmette … copia della dichiarazione medesima, presentata da chi esercita il commercio di cose rientranti nelle categorie di cui alla lettera A dell’Allegato A del presente decreto legislativo.
  2. Coloro che esercitano il commercio delle cose indicate al comma 1 annotano giornalmente le operazioni eseguite nel registro prescritto dalla normativa in materia di pubblica sicurezza, descrivendo le caratteristiche delle cose medesime. Con decreto adottato dal Ministro di concerto con il Ministro dell’interno sono definiti i limiti di valore al di sopra dei quali è obbligatoria una dettagliata descrizione delle cose oggetto delle operazioni commerciali.
  3. Il soprintendente può comunque accertare d’ufficio l’esistenza di archivi o di singoli documenti dei quali siano proprietari, possessori o detentori, a qualsiasi titolo, i privati e di cui sia presumibile l’interesse storico particolarmente importante.

Come vedete si parla di “cose antiche o usate” e di “interesse storico” e comunque cha abbiano un determinato “valore”. Leggiamo cosa contiene il menzionato allegato “A” facendo particolare attenzione al punto “3”:

Allegato A – (Previsto dagli artt. 63, comma 1; 74, commi 1 e 3; 75, comma 3, lettera a)

A. Categorie di beni:

  1. Reperti archeologici aventi più di cento anni …..
  2. Elementi, costituenti parte integrante di monumenti artistici, storici o religiosi … aventi più di cento anni.
  3. Quadri e pitture diversi da quelli appartenenti alle categorie 4 e 5 fatti interamente a mano su qualsiasi supporto e con qualsiasi materiale (1).
  4. Acquerelli, guazzi e pastelli eseguiti interamente a mano su qualsiasi supporto.
  5. Mosaici diversi da quelli delle categorie 1 e 2 realizzati interamente a mano con qualsiasi materiale (1) e disegni fatti interamente a mano su qualsiasi supporto.

L’elenco prosegue indicando altre 10 categorie ma vediamo dove ci rimanda la postilla (1) del punto “3”:

(1) Aventi più di cinquanta anni e non appartenenti all’autore.

E se questo non bastasse continuiamo a leggere l’allegato:

I beni culturali rientranti nelle categorie da 1 a 15 sono disciplinati da questo Testo Unico soltanto se il loro valore è pari o superiore ai valori indicati alla lettera B.

Andiamo subito a vedere alla lettera “B” il valore dei beni facenti parte della nostra categoria 3) :

B. Valori applicabili alle categorie indicate nella lettera A (in euro):

5) 139.794,00
3. Quadri

Mi pare quindi chiaro che se l’opera che intendiamo vendere è di nostra proprietà ed ha un valore inferiore ad euro 139.794,00 allora non vi è “Obbligo di denuncia dell’attività commerciale e di tenuta del registro”.

Mattia e Ilaria, quindi, non sono tenuti a censire in pubblici registri i quadri che vogliono vendere. Essi, però, potranno proteggere le loro opere rilasciando al cliente un Certificato di Autenticità. Parlerò di come redigerlo in un prossimo articolo.

Partita IVA

Come vendere le tue opere darte senza diventare evasore fiscale?

A questo punto a Mattia e Ilaria è chiaro che non hanno alcun obbligo di registrare le proprie opere. Però i due artisti vogliono vendere le proprie tele e vendere un quadro significa incassare dei soldi. La domanda che si pongono a questo punto è la seguente: se vendo la mia opera e guadagno del denaro sono obbligato ad aprire partita IVA?

Per rispondere a questa domanda bisogna analizzare bene il D.P.R. 633/72 cominciando proprio con la definizione di IVA:

“imposta sul valore aggiunto si applica sulle cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato nell’esercizio di imprese o nell’esercizio di arti e professioni e sulle importazioni da chiunque effettuate”

Detto questo, il fatto di occuparsi di “cessione di beni”, fa intendere che il pittore che vende il suo quadro è una persona soggetta ad IVA, ma andiamo avanti con il D.P.R. 633/72:

Art. 5 - Esercizio di arti e professioni

  1. Per esercizio di arti e professioni si intende l’esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, di qualsiasi attività di lavoro autonomo …

Tutto è focalizzato in questo Articolo 5 dove è specificato che siamo parte in causa se “l’esercizio della nostra professione è abituale”. Ora Mattia e Ilaria devono chiedersi se la vendita delle loro tele è da considerarsi un’attività abituale oppure è soltanto un hobby. Se la loro attività di vendita non è abituale, di riflesso è una “attività di lavoro occasionale”. Ma per le leggi italiane cosa si intende per lavoro occasionale? Ce lo spiega la Legge 14 febbraio 2003, n. 30:

Art. 4. –  Delega al Governo in materia di disciplina delle tipologie di lavoro a chiamata, temporaneo, coordinato e continuativo, occasionale, accessorio e a prestazioni ripartite

1. Il Governo è delegato ad adottare …  uno o più decreti legislativi recanti disposizioni volte alla disciplina … delle tipologie di lavoro a chiamata, temporaneo, coordinato e continuativo, occasionale….

c) con riferimento alle collaborazioni coordinate e continuative:

2. differenziazione rispetto ai rapporti di lavoro meramente occasionali, intendendosi per tali i rapporti di durata complessiva non superiore a trenta giorni nel corso dell’anno solare con lo stesso committente, salvo che il compenso complessivo per lo svolgimento della prestazione sia superiore a 5.000 euro;

Per concludere, non si ha obbligo di apertura della partita IVA se l’attività di vendita delle nostre opere è un lavoro occasionale per il quale non superiamo compensi annuali per euro 5.000 oppure ha una durata, in un anno solare, inferiore a 30 giorni.

Quindi Mattia e Ilaria  dipingendo per hobby è presumibile che il loro compenso annuo derivante dalla vendita delle loro opere sia inferiore a 5000 Euro, in tal caso non c’è obbligo per loro di aprire una partita IVA.

Qualora poi il loro hobby gli porterà a cifre che superano quelle indicate e vorranno intraprendere la strada della professione, allora sarà il caso di contattare un commercialista per l’apertura della partita IVA ed il disbrigo delle pratiche per la creazione di una vera e propria attività artigiana.

Come dichiarare i guadagni delle vendite?

Come vendere le tue opere darte senza diventare evasore fiscale?

Fino a questo momento sia Mattia che Ilaria sembra non abbiano alcun obbligo verso la legge in quanto:

  1. non devono iscriversi alla SIAE o altri registri;
  2. non devono aprire Partita IVA.

Ma non è così. Sia Mattia che Ilaria, pur vendendo le loro opere occasionalmente, devono rilasciare un documento che attesta la cessione del bene ed il corrispettivo incassato per poi presentare tale documento in sede di denuncia dei redditi. Semplicemente basta acquistare in cartoleria un blocco ricevute con numeri progressivi (in mancanza scriviamo noi il numero) che dobbiamo compilare ad ogni vendita specificando i nostri dati (incluso il codice fiscale), il tipo di bene venduto (ad esempio “acrilico su tela 50×60 – titolo dell’opera”) ed il prezzo. Nel caso il cliente richieda fattura dobbiamo indicare i dati fiscali del richiedente (ragione sociale, indirizzo legale e partita IVA).

Ilaria avendo già un suo “lavoro abituale” presenta già ogni anno la denuncia dei redditi. In tale denuncia dovrà aggiungere anche i guadagni provenienti dalla sua nuova attività occasionale. Mattia, invece, è fiscalmente a carico di uno dei suoi genitori. Quindi l’importo dei suoi guadagni dovrà essere aggiunto nella denuncia dei redditi del proprio genitore.

Se hai ancora qualche dubbio o vuoi condividere la tua esperienza lascia pure un commento.

Come vendere le tue opere d’arte senza diventare evasore fiscale?

L’Artista dell’Anno 2013

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LArtista dellAnno 2013
Siamo giunti finalmente al giorno dell’annuncio ufficiale del vincitore del concorso Artista dell’Anno 2013.

Il Concorso

Il 21 Dicembre 2013 ho dato il via al concorso Artista dell’Anno 2013 riservato agli attivisti del forum dell’anno 2013. Questi ultimi  hanno pubblicato le loro opere nel corso dell’anno sulla rubrica Cosa pensi della mia opera? Dal 1° Gennaio al 11 Gennaio sono state selezionate 12 opere in base ai criteri definiti nel regolamento. Il 12 Gennaio sono state resi noti i 12 Finalisti. Dal 12 Gennaio 2014 al 18 Gennaio 2014 tutti gli utenti di Disegno & Pittura hanno potuto votare l’opera preferita decretando così l’Artista dell’Anno 2013.

Questo concorso vuole essere un modo per ringraziare tutti gli utenti del forum che, nel corso del 2013, hanno speso tempo ed energie per dare un contributo alla community. Già nell’articolo di annuncio del concorso ho spiegato che l’obiettivo principale di questo concorso è quello di dare la possibilità agli attivisti di Disegno & Pittura di ricevere un riconoscimento da parte di  tutta la community per le qualità artistiche che li hanno contraddistinto quest’anno e per aver rispecchiato i valori di Disegno & Pittura che da sempre sono: voglia di fare, di partecipare, di condividere e di essere utile agli altri.

Il Vincitore

LArtista dellAnno 2013

Con 959 voti validi tutti gli utenti di Disegno & Pittura hanno dimostrato una grande voglia di partecipazione che è stata più di tre volte superiore alle mie aspettative. Con 231 gli utenti di Disegno & Pittura hanno decretato l’Artista dell’Anno 2013. Scopri il suo nome seguendo questo link.

Oltre al primo classificato ho deciso di pubblicare i nominativi del secondo e terzo classificato con il rispettivo numero di voti ricevuti. Ricordo che, come da regolamento, la targa premio è riservata al solo vincitore. A tal proposito vorrei ricordare a quest’ultimo di inviare una email alla redazione indicando l’indirizzo dove dovrà essere spedita la targa.

Ringraziamenti

Ringrazio gli attivisti della community per la loro passione e dedizione, gli utenti che che mi seguono ormai da anni e tutte le persone che hanno votato e hanno reso possibile questo successo. Grazie a tutti.

L’Artista dell’Anno 2013

Offerte Mondo Artista Inverno 2014

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Offerte Mondo Artista Inverno 2014

Oggi voglio presentarvi le offerte invernali di Mondo Artista per gli utenti Disegno & Pittura.

Perchè questa Promozione?

Il disegno e la pittura sia se fatti per hobby che professionalmente richiedono materiali di buona qualità e spesso accade che:

  • questi materiali costano molto;
  • i materiali per Belle Arti sono spesso difficili da reperire specialmente nei piccoli centri.

Molti di noi ormai sono abituati a fare i propri acquisti online affidandosi a negozi di cui nutriamo una certa fiducia. Personalmente, tra i miei negozi di riferimento online c’è Mondo Artista dove ho acquistato diverso materiale senza mai avere alcun problema.

Chi è Mondo Artista?

Offerte Mondo Artista Inverno 2014

Credo che il miglior modo per presentare quest’azienda sia quello di riportare ciò che è scritto sul sito web ufficiale:

Mondo Artista è una società italiana parte del Gruppo Gerstaecker, leader nella vendita di articoli per artisti, che vanta oltre 50 anni di successo a livello internazionale. Oggi, la sinergia tra la profonda conoscenza del mercato italiano e l’esperienza su quello europeo si concretizza in un’offerta e-commerce mai vista prima in Italia: www.mondo-artista.it.

Cosa fa Mondo Artista?

Mondo Artista conosce bene le esigenze degli artisti: professionisti o dilettanti. Con oltre 40.000 prodotti in catalogo che coprono tutto il mercato delle Belle Arti, Mondo Artista può fornire a ciascun artista i suoi strumenti preferiti. L’azienda dispone di un centro logistico di oltre 17.000 mq progettato per dare più spazio alle tue richieste e consegnare i prodotti in qualsiasi luogo e con la massima tempestività. Quante volte hai fatto un viaggio inutile per trovare un negozio specializzato, solo per scoprire che il prodotto che cercavi non era disponibile? Con Mondo Artista consulti e scegli ciò che ti serve comodamente online, da casa e in pochi click. Le disponibilità sono sempre aggiornate e visibili. L’assortimento è in grado di soddisfare gli artisti professionisti e hobbisti, le accademie e le scuole, i musei e le gallerie d’arte, per tutte le esigenze e tutti gli utilizzi. In più, sei tu a scegliere la quantità: non c’è alcun ordine minimo.

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Per l’Inverno 2014 Mondo Artista ha lanciato due promozioni Fuori Tutto e Olio & Acrilico con numerosi prodotti in offerta, riservata a tutti i clienti Mondo Artista. Tra gli articoli in promozione c’è davvero di tutto: colori, tele, inchiostri, pastelli, pennelli e molto altro ancora.

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Codice Sconto in Omaggio

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Quando avrai acquistato il tuo materiale, nella fase 4 Controlla e Invia, ti verrà chiesto di inserire un Coupon (o Codice buono) per ottenere un ulteriore sconto in aggiunta agli sconti Fuori Tutto e Olio & Acrilico. Oltre a tutto ciò Mondo Artista non ti fa pagare le spese di spedizione per importi superiori a 99,00 Euro.

Offerte Mondo Artista Inverno 2014


Autunno sul Fiume

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Autunno sul Fiume
Questo è un dipinto che ho copiato da una foto trovata sul web. Voglio condividere con voi il mio metodo di esecuzione .

Questa è la foto originale da cui ha dipinto Autunno sul Fiume

Foto Originale

Materiali

Supporto

Il dipinto è stato realizzato su un pannello MDF 30×40, sul quale ho passato tre mani di una miscela di:  30% Vinavil  + 70% acqua. Non ho fatto la campitura.

Colori

  • Cielo e fiume: bianco, grigio payne, pochissimo giallo di napoli.
  • Prati: verde cadmio, giallo permanente scuro, verde cinabro scuro, terra di siena bruciata.
  • Siepe (rossa): terra d’ombra bruciata  (fondo). Lacca scarlatta, rosso di cadmio chiaro, giallo permanente scuro, giallo di cadmio, bianco.
  • Siepe (verde): terra d’ombra bruciata  (fondo). Verde cinabro scuro, verde cadmio, verde vescica, giallo cadmio chiaro, giallo permanente scuro.
  • Tronchi degli alberi: terra d’ombra bruciata, blu oltremare, verde vescica, pochissimo bianco.

Medium

Liquin Original

Esecuzione

Disegno

Ho stampato la foto con le misure del mio supporto e l’ho trasferita con carta grafite. Come immagine da copiare io ho usato il tablet, in alternativa si può far stampare l’immagine dal fotografo (possibilmente in HD) e farla plastificare per poter fare il test del colore direttamente sulla foto.

Pittura

Premetto che man mano che dipingevo qualsiasi cosa, facevo subito anche  il riflesso nell’acqua. Ho fatto per prima cosa il cielo e il fiume (non tenendo conto degli alberi), la casa con il riflesso,  i prati e i muretti  lungo il fiume. Una volta asciutta la base del cielo e del fiume, ho fatto gli alberi e le barche.

In questa fase ho dipinto il Cielo e le Nuvole

Ho fatto le foglie sul tetto con i colori elencati, nella zona bassa del  tetto ho aggiunto del viola scuro. Ho definito di più il prato e le due siepi intingendo il pennello nei vari colori senza miscelarli tra loro e  poi ho picchiettato. Su alcuni tronchi ho aggiunto del verde vescica  miscelato con del giallo permanente scuro. Per ultimi  ho fatto i mattoni sulla parete della casa,  i particolari dei  muretti  lungo il fiume e ritoccato le barche.

In questa fase ho completato l'esecuzione della casa

Ho dipinto i rami degli alberi , creato il riflesso nell’acqua dei rami con le foglie e ripreso il muretto sotto i cespugli.

Ho dipinto in questa fase i rami con le foglie

Ho fatto le foglie sugli alberi sia a destra che a sinistra, sempre intingendo il pennello nei colori non miscelati tra loro e picchiettando, ho fatto i rami nel cespuglio a sinistra, ho definito la betulla e le barche ed ho scurito i tronchi degli alberi riflessi nell’acqua.

In questa fase ho dipinto le foglie

Ho lavorato sulle basi degli alberi a destra, definito l’erba e fatto le foglie sul prato a sinistra  e scurito alcuni tronchi a fianco della casa.

Siamo quasi alla fine del dipinto. Diamo gli ultimi ritocchi.

Ho lavorato sulla zona sopra la siepe a destra e fatto lo steccato, ho fatto  le foglie sul cespuglio a sinistra, definito il muretto lungo il fiume e scurito un pò tutti i riflessi nell’ acqua dei tronchi della casa e dei cespugli  e ……… messo la firma .

Dipinto Completato

Autunno sul Fiume

La Dichiarazione di Autenticità Fotografica

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Certificato Autenticità Fotografica

Come tutelare la paternità del quadro che intendi vendere e nel contempo garantire ai tuoi clienti l’autenticità dell’opera che stai offrendo? In quest’articolo spiegherò come scrivere una dichiarazione di autenticità fotografica,  come rilasciarla ai propri clienti e tutte le informazioni al riguardo che è necessario conoscere.

Premessa

Nel mio precedente articolo abbiamo visto come gestire la compravendita di un’opera d’arte da un punto di vista fiscale. Rimangono alcuni aspetti da chiarire:

  • Come tutelare la paternità della tua opera d’arte?
  • E’ sufficiente firmare la tela sul retro per garantire di esserne l’autore?
  • Come dare la garanzia al cliente che sta acquistando una tua opera, sia essa originale o copia d’autore?
  • Come dargli la garanzia che sta acquistando un quadro unico o a tiratura limitata?

In quest’articolo cercherò di dare una risposta a tutte queste domande.

La Dichiarazione di Autenticità Fotografica

L’autenticità di un’opera è certificata dall’autore mediante il rilascio di una dichiarazione di autenticità fotografica in forma cartacea consegnata a mano al cliente o affissa sull’opera medesima (nel caso di un quadro sul suo retro). Questa dichiarazione è regolamentata dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (in Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004) che recita:

Art. 64 – Attestati di autenticità e di provenienza:

Chiunque esercita l’attività di vendita al pubblico, di esposizione a fini di commercio o di intermediazione finalizzata alla vendita di opere di pittura, di scultura, di grafica … ha l’obbligo di consegnare all’acquirente la documentazione attestante l’autenticità o almeno la probabile attribuzione e la provenienza; ovvero, in mancanza, di rilasciare … una dichiarazione recante tutte le informazioni disponibili sull’autenticità o la probabile attribuzione e la provenienza. Tale dichiarazione, ove possibile in relazione alla natura dell’opera o dell’oggetto, è apposta su copia fotografica degli stessi.

La legge, che ci lascia molta carta bianca sulla stesura della “dichiarazione di autenticità fotografica”, fa intendere che tale documento è un foglio che attesta la paternità del quadro e ne garantisce l’autenticità riportando “tutte le informazioni disponibili sull’autenticità e la provenienza”. Molti artisti indicano semplicemente “titolo dell’opera, anno e loro nome” ma  vediamo come poter redigere un documento completo e dettagliato e cosa possiamo specificare:

  • TITOLO DELL’OPERA
  • TIPO DI SUPPORTO (es. tela, mdf, compensato,  carta, ecc.)
  • DIMENSIONE (base e altezza in centimetri)
  • TECNICA E MATERIALI (es. “spatolato in acrilico”)
  • DATA E LUOGO DI REALIZZAZIONE

Inoltre il documento può essere reso più dettagliato con:

  • TIRATURA. Questo è un punto di grossa rilevanza se l’opera non è unica bensì riprodotta in più copie. In tal caso è corretto indicare che l’opera è esattamente la numero X di tot Y copie esistenti o che abbiamo intenzione di produrre. Altrimenti, indicare che l’opera è unica e che non verrà assolutamente riprodotta. Questo è giusto specificarlo soprattutto se ci troviamo di fronte ad una tela creata su commissione.
  • PRESENTAZIONE DELL’OPERA. Breve descrizione dell’opera.
  • STATO DI CONSERVAZIONE. Indicare eventuali difetti.
  • TIMBRO GALLERIA. L’acquirente avrà maggiore garanzia se nel certificato troverà anche il timbro e/o allegata una lettera di accompagnamento della galleria che vende il quadro; talvolta è la galleria stessa che redige il documento.
  • ALTRE ANNOTAZIONI. Ad esempio se il quadro è stato esposto o se è un inedito, se fa parte di un determinato “periodo artistico dell’autore”, se è stato dipinto en plein air o su commissione ecc.

Resta poi molto importante specificare se l’opera è una copia d’autore. Così facendo rendiamo chiara la natura dell’opera, l’acquirente è ben consapevole di non acquistare il corrispettivo originale ed il pittore/gallerista si tutela dall’incorrere in un reato come specificato sempre nel Decreto Legislativo 22 gennaio 2004:

Art. 178 – Contraffazione di opere d’arte

1. E’ punito con la reclusione da tre mesi fino a quattro anni e con la multa da euro 103 a euro 3.099:
a) chiunque, al fine di trarne profitto, contraffà, altera o riproduce un’opera di pittura…;
b) chiunque… pone in commercio, o detiene per farne commercio, o introduce a questo fine nel territorio dello Stato, o comunque pone in circolazione, come autentici, esemplari contraffatti, alterati o riprodotti di opere di pittura, scultura…
c) chiunque, conoscendone la falsità, autentica opere od oggetti, indicati alle lettere a) e b) contraffatti, alterati o riprodotti;
d) chiunque mediante altre dichiarazioni, perizie, pubblicazioni, apposizione di timbri od etichette o con qualsiasi altro mezzo accredita o contribuisce ad accreditare, conoscendone la falsità, come autentici opere od oggetti indicati alle lettere a) e b) contraffatti, alterati o riprodotti.

Art. 179 – Casi di non punibilità

1. Le disposizioni dell’articolo 178 non si applicano a chi riproduce, detiene, pone in vendita o altrimenti diffonde copie di opere di pittura … dichiarate espressamente non autentiche all’atto della esposizione o della vendita, mediante annotazione scritta sull’opera o sull’oggetto o, quando ciò non sia possibile … mediante dichiarazione rilasciata all’atto della esposizione o della vendita.

Passiamo ora ai dati dell’artista:

  • AUTORE. Nome e Cognome dell’Autore.
  • DOMICILIO / INDIRIZZO DELLA PROPRIA GALLERIA O DI QUELLA DOVE SONO ESPOSTE LE OPERE IN MANIERA PERMANENTE. Alcuni pittori indicano semplicemente la città.

Questi sono i dati minimi da indicare, ma possiamo specificare anche:

  • CODICE FISCALE / PARTITA IVA (vedi l’altro mio articolo per capire quando vi è obbligo di apertura P.I.)
  • DATA DI NASCITA
  • SITO WEB
  • E-MAIL
  • TELEFONO
  • PRESENTAZIONE. Fare un riassunto del proprio percorso storico-artistico, eventuali premi di prestigio ricevuti, importanti esposizioni etc.

In questa foto mostro il mio Certificato di Autenticità:
Questa foto mostra un esempio di Dichiarazione di Autenticità Fotografica

Scarica il modello per la tua Dichiarazione di Autenticità

Poichè creare il proprio Certificato di Autenticità può richiedere un pò di tempo, ho pensato che ti avrebbe fatto comodo avere a disposizione un modello che dovrai solo compilare e stampare al momento della cessione della tua opera d’arte. Per scaricarlo clicca semplicemente il seguente link:

Template Dichiarazione di Autenticità Fotografica

Se non riesci a scaricarlo clicca sul link con il tasto destro del mouse e seleziona Salva con Nome … . Per compilare e stampare il modulo dovete scaricare e installare Open Office un tool gratuito simile a Word della Microsoft.

Come associare l’opera alla Dichiarazione di Autenticità Fotografica

Ora che abbiamo visto i dati che possono far parte del documento è importante fare in modo che certificato e opera siano correlati univocamente. Per farlo basta assegnare uno stesso numero di matricola ed indicarlo sia sul retro della tela che nel certificato. Questa operazione si può fare in modo più professionale acquistando delle etichette olografiche anti contraffazione. Si tratta di adesivi con un numero progressivo che si strappano se si tenta la rimozione ma soprattutto che sono stampati nel modo che la riproduzione risulti difficile.

Questa foto mostra un esempio di Etichette Oleografiche Anti Contraffazione

Conclusione

Per concludere, riguardo l’impaginazione, suggerisco di scrivere come intestazione a caratteri ben visibili “Certificato di Autenticità” o “Certificato di Autenticità Fotografica” seguito dal numero di matricola Volendo puoi usare, come numero di matricola, il bollino oleografico. A piè di pagina ti consiglio di specificare: “Come disposto dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (in Gazz. Uff. n. 45 del 24 febbraio 2004).

 

La Dichiarazione di Autenticità Fotografica

Disegnare una Jaguar d’epoca

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Tutorial su come Disegnare una Jaguar KAS 560

In questo tutorial vorrei mostrarvi come ho disegnato una Jaguar d’epoca.

Questo è il risultato finale che ho ottenuto.

Disegno finito della Jaguar Kas 560

I materiali

Per la realizzazione di questo disegno ho utilizzato:

  • Foglio da disegno bianco Fabriano Watercolour satinato liscio 36×24.
  • Portamine da 2 mm con mine durezza 5H-2H-H-HB-B-4B.
  • Portamine da 0,5 mm con mina durezza HB.
  • Portamine da 0,7 mm con mina durezza B.
  • Matita 8B.
  • Sfumini vari.
  • Gomma pane + gommini Patafix.

Ho realizzato una quadrettatura a matita con distanza tra le linee di 10 millimetri e una virtuale identica nell’immagine da copiare sul monitor del portatile, ovviamente portando la dimensione dell’immagine uguale a quella del mio disegno finito.

Questo metodo mi crea i seguenti vantaggi:

  • Mantenere le proporzioni con maggior precisione.
  • La facoltà di ingrandire la foto (solo se ha una buona risoluzione) per cogliere particolari che forse farei fatica a vedere.
  • La possibilità di togliere e rimettere la griglia virtuale con un semplice comando da tastiera. Questo per osservare l’immagine reale senza essere disturbati dal colore della griglia stessa.
  • La palette ‘info’ del programma di foto ritocco mi permette inoltre di individuare la percentuale di nero in qualsiasi zona dell’immagine anche su piccoli particolari. Non che il nostro occhio questo non riesca a vederlo, ma tra un ‘black’ al 99% e uno al 90% questa differenza potrebbe essere impercettibile. Sta poi a me in base alla mia capacità riuscire a riprodurla.

Il tracciato base

Questa immagine contiene il disegno di una Jaguar KAS 560

Io, generalmente, comincio con il disegnare i profili del soggetto cercando di non tralasciare alcun  particolare. In questo disegno, però, ho rimandato l’esecuzione dell’interno della ruota perché lo considero un lavoro a cui dedicare maggiore attenzione. Solo gli alberi dietro, che probabilmente disegnerò verso la fine, non hanno bisogno di nulla di preventivo se non la dimensione generale. In questa prima immagine i contorni di tutti gli elementi del disegno, comprese le linee della quadrettatura, si vedono molto scuri. Questo perché ho dovuto contrastare di più l’immagine e rendere meno chiara la scansione affinché si potesse vedere qualcosa. Nella realtà i tratti sono molto più leggeri, eseguiti con una mina B per potermi permettere eventuali cancellature senza farne rimanere traccia.

Ero indeciso se copiare tutta la foto nella sua globalità oppure se tralasciare tutto ciò che non riguardava la Jaguar in primo piano. Optando per la seconda opzione avrei ottenuto una bella vettura d’epoca, ma sicuramente “uguale” a tante altre che si vedono disegnate nel web. Ho optato, così, per la prima ipotesi pensando che, nel contesto di una mostra d’auto d’epoca, la presenza di visitatori e di particolari poco artistici avrebbe reso tutto più reale.

Da questo momento in poi posso fare a meno della griglia, sia sul disegno che sul monitor. Ci tengo a precisare che io non disegno copiando quadratino per quadratino come qualcuno potrebbe pensare, o come qualcuno fa, ma per zone più o meno estese. Dipende dalla quantità di dettagli.

L’inizio della fase di chiaroscuro

2-inizio-chiaroscuro-jaguar-kas-560

Ho iniziato con quel nero profondo del passa-ruota. Un nero uniforme. Poi il nero del fogliame degli alberi riflessi sulla carrozzeria dell’auto. La difficoltà di questa fase è zero. L’unica scocciatura è stata quella di fare la punta alla matita. Ho poi proseguito a disegnare altri riflessi: l’auto con i cerchi in lega e il nostro fotografo, immortalato proprio nell’attimo dello scatto. Queste due tonalità mi faranno da guida per le altre.

Il disegno della carrozzeria

3-chiaroscuro-carrozzeria-jaguar-kas-560

Nello scurire la parte curva della carrozzeria sopra la ruota, ho commesso l’errore di iniziare tratteggiando con una matita più dura per poi andarci sopra con matite più tenere. Questo procedimento ha comportato che la carta non riceveva più la grafite e, quindi, il nero non era omogeneo. In questo modo ho ottenuto, involontariamente, un “effetto goffrato”. Non è la prima volta che faccio quest’errore. Un consiglio che posso darti è il seguente: se desideri un nero molto scuro, ricavalo usando la sola matita capace di riprodurlo. Non  sovrapporre troppi strati di grafite perché è difficile poi tornare indietro. Se proprio non puoi fare a meno di lavorare per strati, meglio terminare con la matita dura (preferibilmente una micro mina) e non il contrario. Questo ti consentirà di scurire quei puntini bianchi che si creano dopo la prima passata eseguita con la mina morbida.

Superata la tentazione di buttar via il disegno, mi rendo conto che il risultato non era cattivo. L’idea che tutto il resto della carrozzeria avrebbe dovuto avere quell’effetto però mi terrorizzava. In pratica, avrei dovuto ripetere lo stesso errore su tutta la carrozzeria. Ho così proceduto ombreggiando il parabrezza, il vetro laterale, la fiancata che riflette l’erba del terreno e la parte in primo piano del paraurti. Ho cercato di dare risalto ai mezzi toni e alle luci. Era la prima volta che mi cimentavo in un particolare cromato (il paraurti) e ti confesso che fino alla fine non sapevo che risultato avrei ottenuto. Singolare è stato disegnare i particolari riflessi senza capire esattamente cosa fossero. Il livello di difficoltà fino ad ora è stato piuttosto modesto, l’unica dubbio che ho avuto è stato quello di decidere quale tipo di mina utilizzare per le varie texture. In pratica avevo a disposizione: una 2H, H, HB, B, 4B e 8B. Ne sarebbero bastate un paio di meno.

Il disegno del faro

4-chiaroscuro-faro-jaguar-kas-560
E’ arrivato il momento di disegnare il faro. Ho impiegato circa mezz’ora per la cromatura e il vetro. L’ovale del faro, però, richiede qualche aggiustatina. Qualcuno penserà che io sia un po’ pignolo. Sono convinto che, in questo genere di disegni, più si è precisi più il risultato finale ne guadagna. Sotto il faro ho aggiunto altri riflessi di oggetti misteriosi e indefiniti. I riflessi sulla cromatura di quella parte verticale del paraurti, a destra della targa, rappresentano il fotografo con le gambe piegate. Motivo grafico che dovrò riprendere quasi uguale sullo stesso elemento a sinistra. Stessa cosa per quanto riguarda i riflessi sulla cromatura del faro grande, dovranno anch’essi apparire quasi uguali nel faro a sinistra. Pensavo fosse più arduo simulare le cromature, invece tanto complicato non è. Le parti più chiare si risolvono con le mine H o 2H, tratteggio fitto ma leggero e con la punta non troppo affilata. Da evitare lo sfumino che è difficile da usare per particolari piccoli. Per i toni medi va bene una HB e una 8B per i neri molto intensi. Per lumeggiare uso la gomma pane e il Patafix.

Nota:

Qualcuno si chiederà cos’è il Patafix e a cosa possa servire. Il Patafix non è uno strumento proprio riguardante il disegno, ma è una confezione di gommini adesivi utili per fissare al muro poster, al posto di chiodi o quant’altro. L’utilità di questi gommini è quella di sostituire, in certi casi, la gomma pane, allo scopo di raccogliere grafite in eccesso dal vostro disegno. Basta prenderne qualche  centimetro o meno, ammorbidirlo con le dita, sagomarlo a piacere, e picchiettarlo sul foglio proprio come la gomma pane. A differenza di quest’ultima, è più rigido, si sagoma ugualmente bene, e raccoglie la grafite senza sporcare il foglio. Ad essere sinceri, il prodotto ideale, per chi l’ha scoperto, sarebbe stato il Blu-Tack della Bostik, ma qui in Italia è praticamente introvabile nei bricocenter (a differenza del Patafix della Uhu) ed è reperibile solo attraverso l’acquisto via web. Non saprei dirvi quale dei due sia il migliore, non ho fatto il confronto, diciamo che del Patafix sono soddisfatto.

Completamento della Jaguar

5-disegno-jaguar-kas-560-completo

La macchina è quasi completata. Per i raggi della ruota è bastato solo un po’ di pazienza. Con un righello e la micromina ho realizzato i raggi in primo piano. Meno difficile di quanto pensassi. Ora rimane da fare tutto ciò che c’è dietro: una mezza macchina, un paio di cofani, i personaggi a destra e a sinistra, un paio di alberelli, due-tre nuvole, e …l’erba.

Le altre auto e l’albero in secondo piano

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Come prima cosa ho ombreggiato la vettura dietro, con sfumature piuttosto leggere, e i due personaggi sulla sinistra. Poi ho iniziato ad abbozzare le fronde dell’albero con un fondo leggero evidenziando, però, con un tratto più deciso quelli che sono i tronchi e i rami che si intravedono tra le foglie. Sulla sinistra ho iniziato a essere più preciso con le tonalità, e quella che vedete più a sinistra potrebbe essere la texture quasi definitiva. Qui, per adesso, ho utilizzato esclusivamente una HB e una 4B.

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Mentre con la Jaguar d’epoca ho cercato di rimanere fedele alla fotografia originale,  con gli alberi mi sono preso qualche licenza. Quello che mi interessava era la loro struttura generale, per cui ho modificato un po’ le masse del fogliame. Poiché stava venendo fuori una boscaglia, ho deciso di eliminare tronchi e rami (troppo in primo piano) e di portare, con un orientamento leggermente più verticale, quelle due fronde a sinistra. Completo poi la parte a destra del disegno con la tipa di spalle e la “sua” sedia, il muso di un’altra auto e un paio di alberi.
Infine, ho lavorato sulle nuvole.

L’erba

9-disegnare-erba
E’ arrivato il momento dell’erba. Ci sono due tipi di erba: una nell’ombra sotto la vettura e una soleggiata. Ho deciso, quindi, che andavano trattate in maniera diversa, ma per ambedue vado a sperimentare la tecnica dell’indentazione. Apriamo una breve parentesi su questa tecnica.

Tecnica dell’Indentazione

L’indentazione consiste nell’incidere il foglio bianco di buona grammatura con linee più o meno lunghe attraverso degli strumenti che potrebbero essere: una penna biro completamente scarica, un ferro da uncinetto, una matita in grafite molto dura tipo 6H. Create queste incisioni ho coperto queste tracce trasversalmente con un tratteggio deciso per mezzo di una matita tenera tipo 4B. In pratica cosa abbiamo fatto: abbiamo creato una depressione dove la matita tenera non andrà a coprire con la grafite e queste linee rimarranno bianche (il bianco del foglio) o al massimo grigio chiaro se le incisioni le abbiamo fatte con la mina 6H. Hai mai provato a mettere una moneta sotto un foglio da disegno e poi ci hai tratteggiato sopra? Questo è l’effetto che si ottiene.
(dal capitolo INDENTING del libro di Mike Sibley)
Ritorniamo al nostro tutorial. Per i fili d’erba ho utilizzato, come strumento di indentazione, una mina dura, perché da fotografia questi non erano proprio bianchi ma leggermente grigi e quindi la mina 5H faceva proprio al caso mio. Ho poi tratteggiato orizzontalmente con una mina tenera e ombreggiato tra i fili d’erba lavorando in negativo con una matita di media durezza e con piccoli tratti, premendo di più o di meno questo per ottenere profondità, e poi sfumando dove necessario con la gomma pane. L’errore in cui penso facilmente si incorra in questi casi è quello di ripetere troppo uguale la texture, e nemmeno io me ne sono sottratto pur rendendomene conto. Ho cercato comunque di differenziare quella che era l’erba in primo piano rispetto a quella più lontana. Scurisco leggermente la fiancata dell’auto, qualche ritocchino qua e là e posso dire di aver finito.
Jaguar Kas 560
Quest’ultima scansione ha un cielo terribile, nella realtà è venuto come nell’immagine poco prima.

Considerazioni Finali

E’ stato un lavoro abbastanza diversificato.
Ho dovuto affrontare problemi di varia tipologia per eseguire quello che ho rappresentato con dei riquadri colorati:
11-considerazioni-finali-sul-disegno
  • Le due automobili. Necessitavano di attenzione ai particolari e ai chiaroscuri. Tutto sta a partire bene senza fretta, con le idee chiare e senza paura.
  • Il fogliame (albero/i). Forse la parte che mi ha dato più grattacapi. Ho iniziato probabilmente con una tratteggio sbagliato per rappresentare un albero ad una particolare distanza: il risultato è stato invece di più alberi ad una distanza superiore… e va be’. Quelli a destra già meglio.
  • Il cielo/le nuvole. Lavoro con tratteggio sottile, sfumini e gomma pane. Un’esperienza nuova anche qui.La carta nella zona a destra degli alberi, sottoposta a cancellature con la gomma di plastica, si era leggermente rovinata e le sfumature non prendevano bene. Risultato mediocre.
  • L’erba. Ho provato una nuova tecnica, forse l’unica per poter risolvere questo step. Mi do la sufficienza a risultato finito.

Spero che il tutorial sia stato interessante.

 

 

 

Disegnare una Jaguar d’epoca

Come dipingere i Lustri

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Lustri

Il lustro è uno dei 5 elementi fondamentali del chiaroscuro insieme a: lume, ombra, riflessi e mezzi toni. In quest’articolo voglio illustrare alcuni principi che ne regolano il funzionamento e come sfruttarli in pittura.

Che cos’è un lustro?

Il lustro è quel bagliore biancastro che appare su oggetti di materiale terso e riflettente quando sono colpiti da una luce diretta. Ho sempre avuto difficoltà a trovare un termine italiano per questo fenomeno, alla fine, però, penso che lustro sia il termine più adatto. In fondo, lo chiamava così anche Leonardo che ha dedicato ad esso un intero capitolo del suo Trattato di Pittura (vedi pagina 210). Qui trovate una traduzione del Trattato in italiano moderno.

Lustro su una Mela

Foto da Wikipedia

La seguente foto mostra migliaia di lustri che si formano quando, stando in riva al mare, lo si osserva con il sole di fronte a noi.

Lustri sul Mare al Tramonto

Foto da http://wallpaperswide.com

Quando si forma un lustro?

In un punto su un oggetto il lustro L si forma se e solo se esistono due raggi R1 e R2 che partono, rispettivamente, dalla sorgente luminosa e dall’occhio dell’osservatore che, incontrandosi formano in esso due angoli di incidenza uguali rispetto alla normale della superficie in quel punto. In particolare, il lustro si forma quando la sorgente luminosa è diretta (es. lampadina, sole, ecc.) e la superficie dell’oggetto è costituita di un materiale terso e riflettente.

Posizione del Lustro

Materiali molto tersi e riflettenti sono sicuramente i metalli. I materiali plastici sono meno riflettenti ma possono avere superfici terse. Un oggetto quando è bagnato, la sua superficie tende a diventare più riflettente e tersa generando lustri molto netti e brillanti. Un lustro non si forma se la luce emanata dalla sorgente luminosa è diffusa. Ad esempio, un lume con paralume, una giornata grigia, ecc.

I corpi opachi che hanno superficie densa ed aspra non generano mai lustro in alcun luogo della loro parte illuminata.
Leonardo da Vinci, Trattato della Pittura

Che differenza c’è tra lustro e lume?

La luce quando colpisce una superficie viene riflessa mediante due processi detti:

  • riflesso speculare;
  • riflesso diffuso;

Entrambi i processi possono verificarsi su una medesima superficie. Il primo processo genera quello che noi abbiamo definito con il nome di lustro. Il secondo processo, invece, genera ciò che viene definito lume o area illuminata dell’oggetto. Quindi, mentre il lustro è un riflesso speculare della luce, il lume è un riflesso diffuso. Nel primo caso la superficie si comporta come uno specchio e riflette la luce con lo stesso angolo di incidenza. Nel secondo caso, la luce assorbita dalla superficie dell’oggetto viene riflessa in varie direzioni (appunto in maniera diffusa). Quanto su una superficie interviene il primo e/o il secondo processo dipende solo dal tipo di materiale e dall’angolo di incidenza della luce.

Quando entrambi esistono su un oggetto, il lume è sempre meno potente del lustro, mentre la sua area è sempre più ampia. La posizione del lume, su un oggetto varia, solo in funzione della posizione della sorgente luminosa e della posizione dell’oggetto.

Lustro e lume su 2 Pere

La differenza ch’è dal lustro al lume, è che sempre il lustro è piú potente che il lume, ed il lume è di maggiore quantità che il lustro; ed il lustro si muove insieme coll’occhio o colla sua causa, o coll’uno e coll’altra; ma il lume è stabilito al luogo terminato, non rimuovendosi la causa che lo genera.
Leonardo da Vinci, Trattato della Pittura

Il centro di quest’area si chiama “centro del lume”. L’osservatore spostandosi può vedere o meno il lume, il suo centro può essere più o meno visibile, ma le posizioni di entrambi non variano.

Al contrario del lume, il lustro si sposta non solo quando spostiamo sorgente luminosa e l’oggetto, ma anche quando si sposta l’osservatore. Poiché la posizione del lustro varia in funzione anche della posizione dell’osservatore, questa quasi MAI coincide con il centro del lume. L’errore di far coincidere il lustro con il centro del lume è molto comune anche tra i professionisti. In quest’articolo David Briggs ci mostra come anche artisti rinomati come Andrew Loomis e Aristides hanno commesso quest’errore nei loro libri. Al contrario, Leonardo conosceva bene questo fenomeno già 500 anni fa.

Posizione del lume e del suo centro

I lumi che si generano nelle superficie terse de’ corpi opachi saranno immobili ne’ corpi immobili ancoraché l’occhio de’ veditori si muova; ma i lustri saranno sopra i medesimi corpi in tanti luoghi della loro superficie, quanti sono i siti dove l’occhio si muove.
Leonardo da Vinci, Trattato della Pittura

In linea generale, possiamo affermare che, più l’ombra è poco visibile più il lustro si avvicina al centro del lume. Viceversa, più l’ombra diventa visibile più il lustro si allontana dal centro del lume.

Posizione del lustro rispetto al Centro del Lume
Foto da video di Stan Prokopenko

Il seguente video di Stan Prokopenko mostra bene il concetto di centro del lume e di lustro. Il video è stato tagliato riportando solo la parte che a noi interessa. Come esempio l’autore prende un uovo e mostra la posizione del centro del lume e del lustro e mostra poi come la posizione del lustro varia cambiando la posizione della telecamera (osservatore).

Del resto vi è mai capitato di fare una passeggiata al tramonto sulla riva del mare? Avete notato che i lustri sulle onde tendono a seguirvi?

Quanto è grande un lustro?

Come linea di principio a parità di materiale, sorgente luminosa e distanza da essa, oggetti più grandi generano lustri più grandi. La seguente foto mostra chiaramente come la grandezza del lustro dipende dalla grandezza della sorgente luminosa, dalla distanza dell’oggetto da quest’ultima e dall’osservatore. Ma la foto mostra che anche la grandezza dell’oggetto influisce sulla dimensione del lustro.

Grandezza del lustro

De’ lustri generati sopra gli sferici egualmente distanti dall’occhio, quello sarà di minor figura, che si genererà sopra sferico di minor grandezza. Vedasi ne’ graniculi dell’argento vivo, i quali sono quasi di quantità insensibili, i loro lustri essere eguali alla grandezza di essi grani; e questo nasce ché la virtú visiva della pupilla è maggiore di esso graniculo, e per questo lo circonda com’è detto.
Leonardo da Vinci, Trattato della Pittura.

Di che colore è il lustro?

Questa è stata la domanda a a cui ho avuto più difficoltà a rispondere. Ho impiegato diversi anni per poter avere una risposta esaustiva. Un errore comune è credere che il lustro sia sempre bianco. Il suo colore, in realtà, può essere:

  1. il colore della sorgente luminosa (es. su materiali come foglie, vetri, pelle, ecc.);
  2. il colore dell’oggetto stesso (es. su materiali come oro, argento rame ecc.).

Secondo David Briggs poiché il lustro si comporta come uno specchio per la maggior parte dei materiali vale sempre la prima condizione. Fanno eccezione solo alcuni metalli colorati come oro, rame e così via.

Quindi nel preparare il colore del lustro bisognerà osservare bene il soggetto e capire se siamo nel primo o nel secondo caso. Stabilito ciò si prenderà molto bianco e si aggiungerà una quantità impercettibile di questo colore. Ad esempio, se si dipinge un oggetto d’oro per realizzare il colore del lustro si aggiungerà al bianco una quantità impercettibile del colore dell’oro.

Il lustro partecipa assai piú del colore del lume che illumina il corpo che lustra, che del colore di esso corpo; e questo nasce in superficie dense. Il lustro di molti corpi ombrosi è integralmente del colore del corpo illuminato, com’è quello dell’oro brunito, dell’argento ed altri metalli e simili corpi. Il lustro di foglie, vetri e gioie poco partecipa del colore del corpo ove nasce ed assai del colore del corpo che lo illumina. Il lustro fatto nella profondità di densi trasparenti è in primo grado della bellezza di tale colore, come si vede dentro al rubino, balascio, vetri e simili cose; questo accade ché infra l’occhio ed esso lustro s’interpone tutto il color naturale del corpo trasparente.
Leonardo da Vinci, Trattato della Pittura.

Dal testo Color and Light di James Gurney leggiamo:

In generale, il lustro su qualsiasi forma riflettente non è bianco puro, ma piuttosto una combinazione del colore del corpo che lo illumina e il colore dell’oggetto stesso.

In questa foto presa dal libro di James Gurney vediamo un uomo sulla cui pelle scura sono presenti dei lustri del medesimo colore del cielo. La pelle grazie allo strato oleoso che la ricopre è molto riflettente e i lustri che si formano riflettono il colore della sorgente luminosa, in questo caso il cielo.

Lustri sulla pelle

Foto da Color & Light di James Gurney

Quanto è brillante un lustro?

Non c’è una regola precisa che risponde a questa domanda. Il grado di nettezza e brillantezza di un lustro dipende dal materiale e dal modo in cui l’ambiente è illuminato. La seguente foto mostra come i lustri sulla pentola di acciaio siano più netti e brillanti rispetto ad una pentola di alluminio.

Lustri su Pentole di Acciaio e Alluminio

Da un punto di vista percettivo anche il colore dell’oggetto influisce sulla brillantezza del lustro. Un lustro di medesima brillantezza appare
molto più brillante su oggetti scuri rispetto ad oggetti chiari e questo avviene per effetto del contrasto simultaneo. Certe volte osservando un oggetto scuro il lustro può essere percepito come più brillante di quello che è realmente. Questo può portarci ad usare più bianco di quello che in realtà serve.

Infra i lustri di eguale potenza quello si dimostrerà di piú eccellente chiarezza, che sarà in campo piú oscuro; questa è la medesima di sopra, ma si varia, ché quella parla della differenza ch’esso ha dal suo campo, e questa della differenza che ha un lustro nel campo nero dal lustro generato in altri campi.
Leonardo da Vinci, Trattato della Pittura

De’ lustri di egual potenza quello si mostrerà di minor splendore che si genera in piú bianca superficie.
Leonardo da Vinci, Trattato della Pittura

Le seguenti bocce da carambola sono realizzate con lo stesso materiale e sono sotto le stesse condizioni di illuminazione, eppure noi percepiamo il lustro sulla boccia marrone più brillante dei lustri sulle altre due palle bianche. In tal caso saremmo portati a dipingere quel lustro con una maggior quantità di bianco rispetto ai lustri sulle altre due bocce, mentre in realtà usando il medesimo colore si otterranno tre lustri che, percettivamente, saranno diversi semplicemente perché il loro colore di base è diverso.

Lustri sulle Bocce da Carambola

Come osservare realmente i lustri?

L’Artista che dipinge da foto, dal vero o di fantasia deve poter osservare il suo soggetto e capire dove si formano i lustri, quanti se ne formano, la loro forma, quanto sono grandi e qual’è l’intensità di ciascuno.

Se il soggetto fosse semplice come un cono, un cilindro, un cubo o una sfera il problema sarebbe abbastanza semplice. Ciascuna di questa forme ha un solo lustro. Sul cilindro e sul cono la forma si estende in senso longitudinale. Sulla sfera è un piccolo cerchio. Sul cubo risiede in un angolo dell’area del lume.

Forme di Base
Foto da http://svajoniusalisdreamland.blogspot.it

Purtroppo gli oggetti di uso quotidiano non hanno una forma così semplice quindi bisogna spendere un po’ di tempo in più per osservarli. Per fortuna in nostro aiuto viene un principio molto semplice di cui sicuramente avete sentito parlare. Qualsiasi oggetto in natura o artificiale, per quanto complesso esso possa essere può essere sempre ricondotto a delle forme semplici come quelle di una sfera, cilindro, cubo o cono.

Forme di Base in Natura
Foto da http://draftingmanuals.tpub.com

Prendiamo ad esempio un oggetto di una forma abbastanza complessa come quella di un candelabro. Notiamo che la sua forma generale è assimilabile ad un cilindro. Infatti, il lustro si sviluppa longitudinalmente lungo la sua forma. La parte più alta è un cono ma è privo di lustri. Su di esso non c’è alcun punto che soddisfa le condizioni necessarie affinché esso si formi. Il secondo pezzo è essenzialmente un cilindro separato da un incavo. Poi c’è una concavità dove si sviluppa un altro lustro così come sull’immediata convessità. Questo porta alla luce un altro principio. Se lungo una linea in cui si sviluppa un lustro ci sono concavità e convessità, per ciascuno di esso ci sarà un lustro separato. Poi c’è un lungo cono dove si sviluppa un lustro molto lungo ma che già comincia a diventare meno potente. Il discorso continua fino ad arrivare alla base del candelabro.

Lustri su un Candelabro

Come dipingere un lustro?

Non credo esista un modo per dipingere correttamente i lustri. Io stesso spesso utilizzo metodi diversi. In ogni caso, penso che uno dei modi migliori per dipingerli sia bagnato su bagnato quando il colore del lume sottostante è ancora bagnato. Questo perché ci da la possibilità di sfumare il lustro e creare un passaggio graduale tra il lustro e il lume.

Inizialmente avevo pensato di creare un piccolo tutorial per quest’ultima sezione dell’articolo. Poi ho trovato questo video che mostra in maniera semplice e immediata come dipingere i lustri. Nel video l’autore usa il bianco puro e questo in se non è un errore se il pomodoro è illuminato da una luce bianca come può essere quella naturale.

Se non capite bene le parole dell’autore Youtube vi da la possibilità di abilitare i sottotitoli in inglese che magari sono più semplici da comprendere per chi mastica un po’ l’inglese. Ad ogni modo il video è autoesplicativo.

Se volete ulteriori informazioni su come dipingere i lustri (e molto altro ancora) vi consiglio il libro di Helen van Wyk Color Mixing the Van Wyk Way.

Conclusioni

Il miglior consiglio che si può dare a chi desidera imparare a dipingere è quello di osservare bene il soggetto che si vuole ritrarre. Spesso però questo consiglio sembra un suggerimento astratto privo di utilità pratica. Se ora rifletti un attimo sui contenuti di quest’articolo ti apparirà chiaro quante cose è possibile osservare guardando solo i lustri. Immagina quante cose è possibile osservare guardando un oggetto completo come può essere un fiore, frutto o altro. Guardare è un attimo, osservare può richiedere un’intera vita. La vera grandezza della pittura è che specializzarti in tale arte, essa ti forza a smettere di guardare e cominciare a osservare.

Quest’articolo copre molti aspetti sul tema dei lustri ma sicuramente non tutti. Probabilmente alcune cose le ignoro per cui se pensi che le informazioni sono parziali, non del tutto corrette o semplicemente vuoi aggiungere un tuo contributo, puoi farlo lasciando come sempre un commento.

Come dipingere i Lustri

L’ebook Pittura ad Olio – Materiali

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Pittura ad Olio - Materiali
A Maggio ho annunciato che avrei sospeso le attività di Disegno & Pittura per un anno in modo da potermi dedicare ad altri miei interessi. Nella mia mente questo periodo doveva anche essere l’opportunità per riflettere su come gestire in futuro questo spazio web. Una decisione che all’inizio sembrava così difficile e dolorosa si è rivelata, invece, molto saggia.

Ho riscoperto la gioia di fare tante cose che non facevo da tempo. Alcuni utenti si sono un po’ spaventati di questa mia decisione intravedendo in essa l’inizio della fine di Disegno & Pittura. La realtà è che le cose stanno esattamente all’opposto e questo articolo ne è la prova tangibile.

Probabile che in futuro vi parlerò di più di ciò che sta accadendo in questo periodo, ma non voglio annoiarvi e non è questo lo scopo di quest’articolo. Oggi voglio annunciarvi una nuova iniziativa.

L’ebook Pittura ad Olio – Materiali

Pittura ad Olio - Materiali
Tra le tante cose fatte in questi mesi c’è la realizzazione di un nuovo ebook gratuito dal titolo: Pittura ad Olio – Materiali. Negli anni passati e ancora oggi ricevo molte email di persone che mi chiedono quale olio acquistare, quale vernice è la migliore, quali materiali usare in casa e così via. Devo dire che qualche volta queste domande mi provocano non poche frustrazioni ma mi rendo conto che, nonostante su questo blog e sul forum si sia discusso molto di questi temi, non tutti gli utenti sanno dove reperire queste informazioni.

Ho pensato quindi che poteva risultare utile sia ai principianti che a quelli più esperti avere una guida che aiutasse a capire, in pochi giorni, quali prodotti acquistare per cominciare a dipingere e come cambiarli man mano che l’esperienza aumenta. Per scrivere questa guida sono partito da alcuni articoli che avevo già scritto, ma mi sono reso conto fin da subito che molte informazioni bisognava riscriverle da zero. Inoltre, è stato necessario aggiungere materiale inedito finora mai trattato sul blog.

L’ebook è gratuito

L’ebook è assolutamente gratuito ma ho deciso di rilasciarlo ai soli iscritti della mia Newsletter a cui proprio in queste ore ho inviato l’email con tutte le istruzioni per scaricarlo. Se non sei iscritto alla Newsletter ti ricordo che puoi farlo facilmente utilizzando il Pannello che trovi in alto a destra oppure in fondo a ciascun articolo. Iscriversi è semplice, basta inserire il tuo nome e la tua email. L’iscrizione è anch’essa  gratuita. Chi mi conosce sa che io non cedo a terzi questa email e non invio ad essa alcuno SPAM. Appena ti iscriverai riceverai una email con un link che dovrai cliccare per confermare la tua iscrizione. Completata l’iscrizione riceverai una email di benvenuto con il link per scaricare l’ebook Dipingere con la Tecnica dei Fiamminghi come prassi consolidata. Dopo 4 giorni riceverai il nuovo ebook. In passato devo dire di non aver gestito questa Newsletter come avrei voluto, ma sicuramente da oggi in avanti sarà il canale principale di comunicazione di Disegno & Pittura.

La Newsletter prevede inizialmente l’invio di 4 email a distanza di 4 o 7 giorni l’una dall’altra. Esse hanno lo scopo di introdurre l’iscritto nel mondo di Disegno & Pittura. Dopo queste email iniziali ti assicuro che non riceverai molte email, ma quelle poche che riceverai credo le troverai molto interessanti.

Conclusione

Come puoi constatare l’ebook è assolutamente gratuito. L’unica cosa che ti chiedo in cambio è di leggerlo e farmi avere una tua opinione circa i suoi contenuti inviandomi un’email a redazione AT disegnoepittura.it.

Buona lettura.

L’ebook Pittura ad Olio – Materiali

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