Quantcast
Channel: Disegno & Pittura
Viewing all 48 articles
Browse latest View live

Intervista all’artista Roberto Camparenut

$
0
0

Intervista allartista Roberto Camparenut

Il quest’articolo vorrei presentarvi un artista e lettore del blog, a mio avviso, molto talentuoso. Il suo nome è Roberto Camparenut la cui biografia potete leggere qui e qui potete ammirare le sue opere. Da tempo il blog desidera dare sempre più spazio ai suoi lettori sia con interviste che attraverso la pubblicazione di articoli. Di Roberto mi ha colpito oltre che il talento, anche il coraggio di scelte non facili che spero in futuro possano portarlo a realizzare i suoi sogni artistici.

Nelle sue opere Roberto cerca di superare il concetto di “Natura Morta” per approdare a ciò che lui chiama “Natura Viva”. Gli elementi della “Natura Viva” vivono nel loro habitat naturale e il punto di vista non è più quello dell’essere umano che li guarda come semplici oggetti ornamentali, bensì è il punto di vista di un insetto ai cui occhi una rosa, una ciliegia, una fragola smette di essere un oggetto ornamentale per diventare fonte di vita.

Nella tua biografia racconti che, come molti aspiranti artisti, la passione per il disegno e la pittura l’avevi fin da piccolo. Poi però come tante persone già a tredici anni hai dovuto confrontarti con la vita e scegliere un indirizzo scolastico che non ti appagava. Com’era il tuo rapporto con l’arte prima e dopo quella decisione e, soprattutto, come vedevano questa tua passione i tuoi genitori?

Fin da piccolo, ( fine anni ’70 ) durante il periodo estivo, mio padre pretendeva ogni giorno, due pagine di esercizi di bella calligrafia e un disegno a pastello di un fumetto di Topolino. Questo è stato il mio primo approccio con il disegno che poi si è sviluppato, con l’inizio delle scuole medie, con altri soggetti. Ho sempre ammirato i grandi artisti del passato e questa enorme ammirazione era anche il peso che mi bloccava, consapevole di non poter mai raggiungere certi effetti di colore. Terminate le scuole medie, non ho avuto possibilità di scegliere l’indirizzo che volevo, sebbene il professore di artistica sia venuto varie volte a parlare con mio padre. Da quel periodo, tutto si è fermato, come un fuoco che si spegne all’improvviso, ma che conserva le braci roventi sotto la cenere. I miei genitori vedevano questa mia passione come un eventuale hobby, ma certamente non come un lavoro che ti dia da vivere.

Diventato grande come molti di noi hai dovuto trovarti un lavoro. In quelle giornate pensavi mai alla pittura o era ormai un capitolo chiuso?

Non ho più pensato alla pittura fino a gennaio del 2005. Ho fatto diversi lavori dopo le superiori e l’insoddisfazione dopo un po’, prendeva sempre il sopravvento, sfociando in una voglia e bisogno di cambiare. Mia madre mi diceva sempre “ …sei un’anima in pena !”.

Spesso si dice che “Non tutto il male viene per nuocere”. Questo detto credo calzi a pennello per l’incidente che ti ha costretto a prendere una pausa e ti ha dato la possibilità di riprendere un hobby che avevi smesso di praticare da molti anni. In quel periodo quand’è che è scattata la molla che ti ha portato a scegliere l’arte come la tua futura strada?

E’ vero, calza a pennello. Nel 2005 ho comperato delle tele e i miei primi colori ad olio, per riempire il tempo che mi divideva dall’intervento chirurgico al piede. Mi servivano dei dipinti da appendere alle pareti vuote del mio appartamento. Dopo il secondo dipinto ho mollato il lavoro sicuro per rincorrere un sogno. Immagina la gioia di mio padre!

Ci puoi raccontare da quel momento come hai cercato di concretizzare il tuo sogno e a che punto è oggi questa realizzazione?

Dopo qualche mese, dall’inizio di questo cambiamento, ho pensato seriamente a cosa volevo dipingere, estrapolando tre caratteristiche (vedi risposte successive), dove il denominatore comune fosse la rappresentazione di un soggetto che rispecchiasse il mio tempo. Volevo evitare frasi tipo : “ … la tua pittura sembra quella di…, ..ti rifai al…..”. Io vivo in questo secolo e non nel passato. Dopo l’elaborazione di questi tre concetti, ho cercato di concretizzare il mio sogno producendo, sperimentando e sbagliando e dovrei essere pronto nel 2013 a presentarmi al pubblico.

La tua arte sembra orientata, in alcuni lavori, alla ricerca del dettaglio. I tuoi lavori sembra abbiamo una certa propensione verso l’iperrealismo. E’ vera questa interpretazione o c’è dell’altro?

L’inserimento di dettagli su un’opera di grande dimensione per me è indispensabile, altrimenti quando ci si allontana diventa piatta. Io non ricerco l’iperrealismo in quanto attualmente mi sarebbe difficile, perché parto da un mio scatto fotografico, circa 3-4 volte più piccolo di ciò che dipingo. Durante il lavoro, devo modificare gli spazi, le proporzioni e i colori del mio soggetto rispetto alla foto. La pittura del maestro Muscio è definita fotorealismo, ma mi ha comunicato che ciò è possibile con soggetti di natura dipinti con dimensioni reali. Io ricerco più una pittura abbastanza reale, che lascia spazio alla libera interpretazione personale dell’emozione. Io voglio creare la mia opera, prendendo spunto dal vero. Quando uno spettatore guarderà la mia opera, mi dispiacerebbe se pensasse : “ sembra una foto”. E’ un dipinto ad olio e dovrebbe comunicare un’emozione …. non un riflesso di ciò che sembra.
Intervista allartista Roberto Camparenut

Intervista allartista Roberto Camparenut

Il formato delle tue opere è molto grande e mi raccontavi che il maestro Muscio ti aveva consigliato di usare formati più piccoli. Perchè la scelta di questo formato?

Io parto da dei concetti e penso che l’uomo si comporta nei confronti della Natura, come da padrone incosciente, dimenticando invece di essere solo uno dei tanti ospiti come lo sono gli animali e gli insetti. Tutti sappiamo cosa potrebbe succedere se scomparissero le api, che sono degli insetti poco più grandi di un centimetro. L’ingrandire il soggetto sta nel bisogno di non rappresentare più il punto di vista dell’essere umano, ma di un eventuale insetto, farfalla o ape che sia. Questo condiziona inevitabilmente le dimensioni.
Intervista allartista Roberto Camparenut

Intervista allartista Roberto Camparenut

Che cos’è un quadro composito? Visti i tempi che corrono e le mode artistiche degli ultimi due secoli, non credi sarebbe più rivoluzionario oggi realizzare semplicemente un bel quadro, cosa di cui tu sei certamente capace?

Il quadro composito è un dipinto ad olio, con la caratteristica che invece di essere formato da un unico supporto, è formato da 24-40 supporti, con sul retro applicate delle calamite. In questa epoca, il più grande cambiamento, sono state le nuove tecnologie che ci hanno dato la possibilità di interagire e di comunicare come non mai ( il tuo blog ne è un esempio). Volevo un’opera che non fosse statica e di forma immutabile nel tempo, ma dinamica, con cui potevo interagire andando a comporre l’immagine, incasinarla, frantumarla in base al mio stato d’animo. Si può vedere un esempio nelle seguenti foto o andare direttamente sul sito, nella galleria, cliccando su ri/crea l’opera. Dipingo anche su tela unita, perchè l’opera composita è molto difficile, sia per i lunghi tempi di preparazione dei supporti sia per la difficoltà nel dipingere, ossia far combaciare l’immagine con tutti i supporti,  terminato un quadro composito sei svuotato. Non ho una risposta su cosa sia più rivoluzionario fare ai giorni nostri, perchè secondo me l’arte dipende soprattutto dai punti di vista e dagli interessi delle persone che “contano“, altrimenti non riesco a giustificare la vendita di uno dei tanti vasetti metallici “ Merda d’autore “di Manzoni a 99,000 euro. Il concetto, da cui sono partito per sviluppare la mia pittura è : Pensare al passato….vivendo il presente e guardando al futuro, con la presunzione di cercare di realizzare un bel quadro.
Intervista allartista Roberto Camparenut

Intervista allartista Roberto Camparenut

Nella tua cura dei dettagli non sfugge che ami dipingere soggetti floreali molto grandi con un numero innumerevole di gocce. Perchè lo fai? Non pensi esse possano essere una distrazione?

Dipingo la Natura, in quanto come non mai , in questa epoca, la stiamo inquinando e modificando. Non volevo le solite nature morte, rappresentate in ambienti interni con i soliti fondi scuri e i soliti punti di vista. Volevo dipingerla nel suo habitat con l’acqua e le foglie, in quanto senza di esse il fiore o il frutto non ci potrebbe essere. Non mi è mai piaciuta la frase “Natura morta“ e preferisco “Natura viva“. Forse hai ragione, anche se io non ho mai pensato alle gocce d’acqua come una distrazione, ma come un elemento che volevo inserire, per creare un collegamento con la natura che rappresentavo. Le dimensioni delle opere permettono di osservate il dipinto anche a 10-15 mt e a questa distanza molte gocce ed effetti scompaiono.
Intervista allartista Roberto Camparenut
Intervista allartista Roberto Camparenut

Quando vedremo la prima mostra di Roberto Camparenut?

Spero nei primi mesi del 2013. Vorrei presentarmi al pubblico con l’opera composita, ma il dipinto per essere esposto necessita di un pannello di un materiale che attragga le calamite, permettendo così l’aderenza delle singole tele. Il problema è che i vari prototipi di questi anni non mi hanno convinto e l’idea che ho in mente non so se sia realizzabile. Vedremo …

Come vedi la tua vita artistica da qui a 5 anni?

In crescita …

Sul tuo sito hai una sezione legata alla tecnica. Puoi spiegare ai lettori di Disegno & Pittura come procedi alla realizzazione dei tuoi lavori?

La fase iniziale consiste nello studio dell’opera, per capire come arrivare ai colori. Fatto ciò comincio a provare varie combinazioni di colori fino a selezionare i colori e le tinte che mi servono. Alcune tinte le preparo e le conservo in vasetti di vetro altre le uso come escono dal tubetto e le mescolo sulla tavolozza (piatto in ceramica bianca) o direttamente sulla tela. Individuato le tinte e come crearle, incomincio il disegno su tela o sui supporti precedentemente preparate a gesso acrilico. Nelle prime opere, il disegno era molto dettagliato (chiari, medi e scuri), mentre attualmente mi basta tracciare solamente i contorni delle forme. La seconda fase consiste nella stesura del primo colore. In alcuni lavori parto direttamente con i colori giusti del quadro, mentre in altri preparo un abbozzo vero e proprio, con tinte chiare, medie e scure molto differenti dalle tinte finali (bianchi, rosati, salmone, violacei e marroni….), sempre di uno o due toni più basse. La materia è sempre molto grassa e di conseguenza ha dei lunghi tempi di asciugatura, prima di passare alla seconda fase del colore dell’opera o in alcuni casi direttamente alla sua chiusura. Le opere possono necessitare di un terzo e quarto passaggio e questo ritarderà ulteriormente l’asciugatura e la verniciatura che solitamente avviene dopo 12- 14 mesi dalla stesura finale del colore. Il colore può essere messo a mosaico senza legare le tinte, oppure impastato e rimpastato direttamente sulla tela. In entrambi i casi viene sfumato in seguito, con pennello morbidissimo per acquerello. Non uso sempre lo stesso metodo per dipingere, dipende da cosa mi serve e così posso partire dai chiari e andare verso i scuri oppure dallo scuro andare verso i chiari.
Intervista allartista Roberto Camparenut
Intervista allartista Roberto Camparenut

Infine, vorrei chiederti quali sono gli artisti del passato e dei nostri giorni che maggiormente ti ispirano e, potendo, cosa ruberesti a ciascuno di essi in termini di stile,  tecnica e personalità?

Gli artisti del passato che ammiro sono quasi tutti, perchè comunque li ho sempre trovati geniali ed innovativi per il loro tempo. Non ho mai cercato ispirazione dai loro soggetti, o dai loro temi trattati, ma ero e sono interessato alla loro pazienza, alla loro priorità nella ricerca di un effetto di colore piuttosto che alla quantificazione del tempo che serve per raggiungere ciò che si cerca. Dell’arte contemporanea trovo geniale Van Gogh, Fontana, Daniel Hirst, Freud, Cattellan. Sinceramente, non ruberei niente a nessuno perchè lo stile, la tecnica e la personalità sono caratteristiche personali e come tali devono essere uniche. Anzi una cosa la ruberei ai grandi maestri del passato: il saper creare un’opera con l’obiettivo di farla durare nel tempo.

Se ti è piaciuta questa intervista leggi le altre interviste del blog che troverai sicuramente interessanti.

Intervista all’artista Roberto Camparenut


Copia del Cristo di Guido Reni

$
0
0

Copia del Cristo di Guido Reni

Questo è un articolo di Amalia la Rosa. Se anche tu vuoi scrivere un articolo per il blog leggi le linee guida.

Materiali: Tela 30×40 a trama fine, pennelli martora n.0, n.1, pelo di bue n.4 n.6, liquin original.

Colori: Bianco di zinco, bianco di titanio, rosso di cadmio chiaro, vermiglione, nero di vite, nero d’avorio, blu oltremare chiaro, lacca di garanza rosa, ocra rossa, terra d’ombra bruciata, giallo napoli.

La foto a cui mi sono ispirata è questa:

Copia del Cristo di Guido Reni

Ho fatto stampare la foto da un fotografo per non lavorare dal monitor e per effettuare il test dei colori direttamente su foto. Ho eseguito il disegno il più fedelmente possibile con carta di grafite e successivamente l’ho posto alla supervisione del forum “disegno e pittura” per sistemarlo al meglio, e avere un feedback esterno, ricordo che un disegno accurato è, a mio avviso, fondamentale per la realizzazione di un’opera che la si voglia il più fedele possibile all’originale, nel limiti delle proprie possibilità. Nell’immagine che vedete lo sfondo sembra rosato ma ciò è dovuto alla foto, lo sfondo è il bianco della tela.

Grisaglia

Con del nero di vite, bianco di zinco (bianco più trasparente del titanio) ho fatto una grisaglia molto diluita (molto liquin e poco colore) per avere un’idea dei volumi, delle sporgenze e delle rientranze.

Copia del Cristo di Guido Reni

Una volta seccato bene al sole, ho di nuovo rafforzato la grisaglia per correggere eventuali errori di disegno, ma sempre senza esagerare col colore perchè personalmente preferisco sempre scurire che schiarire.

Copia del Cristo di Guido Reni

Sotto potete osservare ulteriori modifiche sulla forma del naso,della bocca ecc . Questa fase è l’ultima fase di grisaglia, ma una volta asciutta è la base del disegno di cui non mi occupo più, per passare alla fase dei colori.

Copia del Cristo di Guido Reni

Prima fase colore

Comincio a stendere il colore. Nelle zone molto luminose: molto bianco di zinco + rosso di cadmio chiaro; per le parti più gialle: 1 parte rosso di cadmio chiaro+ 2 parti giallo ocra + molto bianco di zinco; nelle mezzetinte aggiungo a quest’ultima miscela 1/4 di blu oltremare chiaro con nero d’avorio e invece del rosso di cadmio metto un po’ di vermiglione chiaro. Nelle ombre uso gli stessi colori dove al posto del bianco uso il giallo napoli (niente bianco nelle ombre!). Il bianco degli occhi è fatto con del bianco e oltremare chiaro. Le labbra rosso di cadmio e bianco. Questa fase non prevede di dipingere nessun dettaglio, qui si vede che la barba non è neppure accennata, ma mi sono creata un colore che deve trasparire poi nelle fasi successive.

Copia del Cristo di Guido Reni

Lascio asciugare questa fase oltre una settimana.

Seconda fase colore

Per le parti più luminose: 1 parte vermiglione + 1 parte giallo ocra + bianco di zinco; nelle parti più gialle aumento la dose di ocra gialla. Le labbra sono state fatta con: lacca rosa + ocra rossa + bianco, gli occhi ancora bianco con oltremare. Per i mezzi toni alla miscela base aggiungo 1/4 di blu oltremare con nero d’avorio. Le ombre con ocra rossa, giallo napoli , oltremare e nero.

Copia del Cristo di Guido Reni

I capelli e i peli scuri della barba sono stati fatti con pennello di martora n1 con ocra rossa, terra d’ombra bruciata, giallo napoli. I riflessi dei capelli e della barba chiari con bianco di titanio, oltremare e nero d’avorio. Visto che virava tutto troppo sul rosso ho spento lo sfondo fatto con color oro con una miscela di oltremare e bianco steso a sfregazzo, anche i capelli li ho ricoperti di una miscela tendente al verde, nella foto sotto è possibile vedere che i riccioli in basso a sinistra che prima erano definiti sono stati ricoperti e questa è la base per poi delinearli nuovamente. Ricordo che l’olio si può sempre ricoprire, ciò permette sempre di rimediare a eventuali errori. La fase del colore due in effetti richiede svariati giorni, per passare colore su colore e rinforzare i toni. Inoltre ho posato il colore direttamente sulla foto stampata in modo da avvicinarmi il più possibile ai suoi colori. (Qualsiasi foto si faccia stampare i colori non sono mai uguali all’originale e nemmeno il monitor di un computer è affidabile).

Copia del Cristo di Guido Reni

Qui ho rinforzato le ombre e dipinto la corona di spine sempre con gli stessi colori del volto rispettando l’armonia generale. Le gocce di sangue sono state fatte con ocra rossa e lacca rosa. Sotto potete osservare il risultato finale, i capelli e la corona sono stati definiti nei particolari, come ultimo tocco ho lumeggiato le zone di massima luce con del bianco di titanio.

Copia del Cristo di Guido Reni

Copia del Cristo di Guido Reni

La Vergine delle Rocce della National Gallery

$
0
0

La Vergine delle Rocce della National Gallery

Come fu dipinta da Leonardo la Vergine delle Rocce oggi custodita alla National Gallery?

Come forse ben sai Leonardo dipinse due versioni della Vergine delle Rocce. Una custodita al Louvre e l’altra alla National Gallery di Londra.

Ma come dipinse quest’ultima?

La Vergine delle Rocce della National Gallery

Piu’ volte ho scritto su questo blog che esistono 3 modi per conoscere le tecniche degli antichi maestri:

  1. guardando i dipinti da vicino;
  2. leggendo gli antichi testi scritti dagli stessi artisti;
  3. leggendo le relazioni di restauro.

Proprio grazie al terzo punto oggi l’artista ha qualche strumento in più. Il direttore della National Gallery ha avviato un progetto il cui obiettivo è il pieno recupero delle tecniche degli antichi maestri attraverso studi di restauro sui dipinti conservati nel museo stesso. Il risultato di queste ricerche è un bollettino tecnico periodico, pubblicato gratuitamente sul sito ufficiale, dove si analizzano tecniche e curiosità degli innumerevoli dipinti conservati nel museo.

Tra le varie pubblicazioni c’è questo documento che spiega in dettaglio la tecnica usata da Leonardo per dipingere la Vergine delle Rocce, ovviamente con tutti i limiti che studi di restauro possono avere.

Le Fasi eseguite da Leonardo per dipingere la Vergine delle Rocce

Supporto

Leonardo dipinse La Vergine delle Rocce su un pannello di pioppo della misura 189.5×120. Il pioppo era molto usato sin dai tempi di Giotto (ne parla Cennini nel Libro dell’Arte) perchè offriva superfici meno imperfette rispetto ad altri legni. In Lombardia, in quel periodo, si usava anche legno di noce ma le dimensioni fanno escludere questa scelta per via dei costi.

Prima Imprimitura

La superficie fu trattata con gesso e colla nella maniera tradizionale come esposta a suo tempo su questo blog.

Primo disegno

Leonardo disegnò una composizione, usando un colore bruno-nerastro, con la madonna in attegiamento di adorazione verso il bambino. Questo disegno fu poi cancellato con un colore composto da bianco di piombo e poco nero carbone. Il medium usato per questo strato fu il solo olio di lino. Attraverso questo strato grigiatro il primo disegno si intravedeva ancora. Il documento sostiene che questa pratica di cancellare i disegni era molto usata a quel tempo.

Seconda Imprimitura

Qui il termine Imprimitura è improprio per come lo usiamo abitualmente su questo blog. Sarebbe più esatto chiamarla campitura. Fatto sta che secondo gli studi di restauro Leonardo stese un altro strato di colore composto da bianco di piombo, meno nero carbone e giallo piombo stagno per ottenere una tinte grigio-crema da cui ripartire. A questo colore sembra sia stato aggiunto una specie di medium che il documento chiama “lead soap” che tradotto letteralmente significa “sapone di piombo” che non è altro che bianco di piombo mescolato con olio di lino. Non avevo mai sentito parlare di questo elemento ma cercando su Google (su siti americani) ho notato che viene spesso citato nella pittura antica. E’ curioso notare l’uso dell’olio di noci in queste prime fasi dove forse un olio più siccativo come quello di lino sarebbe stato più indicato.

Secondo Disegno

Il disegno come lo ammiriamo oggi fu rifatto con una nuova composizione, che prevede un ruolo centrale per San Giovannino protetto dalla Madonna e benedetto da Gesù bambino. Il ruolo dell’ angelo diventa subordinato visto la direzione dello sguardo non rivolto allo spettatore come nella prima versione. Il disegno fu realizzato a pennello con un colore bruno-nerastro.

La seguente figura mostra, in sezione, gli strati finora citati. Il campione appartiene alla fodera gialla del mantella della Madonna.

La Vergine delle Rocce della National Gallery

In figura possiamo notare, nell’ordine:

  1. il primo disegno bruno-nerastro eseguito direttamente su gesso;
  2. lo strato composto da bianco piombo e poco nero carbone servito per cancellare il primo disegno;
  3. la seconda imprimitura composta sempre da bianco piombo, meno nero carbone e un pò di giallo piombo stagno;
  4. il secondo disegno eseguito sempre a pennello con un colore bruno nerastro;

La figura poi mostra due ulteriori strati non ancora discussi in quest’articolo: l’underpaiting grigio scuro del drappeggio e lo strato finale della fodera gialla del mantello colorata principalmente con giallo piombo stagno.

La Tavolozza

I colori usati da Leonardo per questo dipinto sono: bianco di piombo (bianco di titanio o zinco), giallo piombo stagno (giallo limone coprente), ocra marrone (ocra bruna o ocra romana), terra di cassel (bruno van dyck), altre terre gialle e rosse (idem), verdigris (verde azzurro trasparente), nero carbone (idem), lacca rossa (idem), vermiglione (idem, azzuritte (azzurro un pò tendente al verde-azzurro, semi coprente), blu oltremare (blu oltremare chiaro). Tra parentesi ho messo il colore ecquivalente attuale come a suo tempo sul forum ci fu consigliato da Marco Maria Fenocchio. Sono state rilevate anche tracce di minio (arancio cadmio coprente) ma i restauratori sono convinti che si sia formato dall’interazione di altri colori.

Abbozzo

Leonardo realizzò un abbozzo monocromo molto dettagliato in alcune parti del dipinto come volto, rocce e panneggio. I colori rilevati per la stesura di quest’abozzo monocromo sono: molta terra di cassel, piccole quantita’ di terre gialle e rosse, poco nero. Poichè il testo non cita il bianco di piombo e parla di abbozzo ricco di medium, fa presupporre che le varie tonalità siano state ottenute attraverso diversi gradi di diluizione del colore. Il medium usato in questa fase è olio di lino riscaldato per aumentarne la consistenza soprattutto nel drappeggio. Ma non si puo’ escludere l’uso dell’olio di noci.

E’ curioso constatare da questo documento come Leonardo non eseguisse un abbozzo dell’intero dipinto ma solo delle parti più complesse. E’ innegabile, infatti, non riconoscere che volti, rocce e drappeggio siano le parti più complesse di questo dipinto. Inoltre, il documento conferma anche che questa specie di pittura monocroma è solo abbozzata quasi come un acquarello.

Il Cielo

Il cielo è stato realizzato mediante un primo abbozzo con azzurrite e bianco di piombo steso direttamente sulla seconda imprimitura nelle aree delimitate dal secondo disegno. Una volta asciugato questo strato Leonardo ha steso una velatura di oltremare. In alcune aree del cielo è stato rilevato l’uso dell’olio di noci riscaldato come medium. In altre aree a destra sembra sia stato usato l’olio di lino. La seguente foto mostra in dettaglio questa modalità di esecuzione.

La Vergine delle Rocce della National Gallery

Per chi non si accontenta della sola prova visiva c’è anche la prova scientifica di un campione di cielo. La seguente foto mostra la sezione di un campione del dipinto nell’area del cielo dove si notano i due strati.

La Vergine delle Rocce della National Gallery

Le Rocce

Dopo il disegno e l’abbozzo monocromo le rocce sono state dipinte con terre gialle e rosse, verdigris e nero. Dove le rocce hanno un tono più caldo, il colore ha molta terra di cassel, meno terre gialle e rosse e anche meno nero. Le rocce in primo piano sono state dipinte con un colore meno corposo. I colori usati sono sempre il nero-marrone e nero usati sopra.

Le Foglie

Le piante visibili tra le rocce in alto sono state realizzate  con un marrone traslucente composto da nero, giallo e ocra marrone con poco bianco di piombo. Sono stati rilevati leggeri sfregazzi di giallo piombo stagno per creare le alte luci. Le due piante a sinistra, nel primo piano, sono più verdi rispetto a quelle sullo sfondo. Il colore è verdigris, terra gialla e nero carbone. Sulle queste piante Leonardo ha eseguito un ulteriore strato per scurire in alcune aree le piante usando più nero e schiarire altre usando più giallo terra. Le parti più verdi contengono un pò di azzurrite. I restauratori hanno anche rilevato sfregazzi di nero per scurire alcune aree.

La seguente figura mostra la sezione di un campione delle foglie in primo piano in basso a sinistra. Proprio in questo campione è stato rilevato l’uso dei colori citati sopra e lo sfregazzo con il nero per ridurre il tono delle piante in alcuni punti.

La Vergine delle Rocce della National Gallery

Drappeggio

Il drappeggio del mantello blu con fodera dorata è il focus del dipinto. Esso è stato realizzato con un abbozzo monocromo grigio-scuro come descritto sopra. Questo abbozzo e’ stato modellato in chiaroscuro rispettando le tonalita’ finali desiderate. La parte blu ha un secondo abbozzo dato in maniera spessa di azzurrite sopra l’abbozzo grigio-scuro. Lo strato finale è stato realizzato con un colore contenente oltremare con più o meno bianco di piombo a seconda delle tonalità. In alcune zone analizzate, però, sembra che tra lo strato di azurrite e quello finale in oltremare ce ne fosse un terzo. Ritornando allo strato finale, si è osservato che esso in alto (più in luce) sia stato dato a corpo, mentre nella parte bassa più in ombra a velatura.

La fodera dorata del mantello blu è stata dipinta anch’essa prima con un abbozzo grigio scuro in cui le pieghe venivano modellate in chiaroscuro. Asciugato il colore Leonardo ha steso uno strato di colore composto principalmente da giallo piombo stagno, bianco di piombo e poco ocra d’oro. I restauratori hanno rilevato in quest’area delle tracce di minio ma essi sono convinti che si sia formato dall’interazione degli altri colori.

Il corpetto color prugna che si vede sotto il mantello è, probabilmente, molto più scuro di quanto non lo fosse in origine. Anche questo drappeggio, come gli altri, è stato realizzato eseguendo primo un abbozzo di un colore grigio scuro composto da: nero carbone, bianco di piombo, gesso e azzurrite. Su questo abbozzo poi Leonardo a steso un color prugna fatto da nero carbone e lacca rossa.

Il drappeggio dell’angelo inginocchiato a destra è stato realizzato creando prima un abbozzo con nero carbone e lacca rossa in un modo simile a quello fatto per il corpetto della madonna. Su questo abbozzo asciutto poi l’artista ha proceduto a velatura e sfregazzo con azzurrite e blu oltremare. Il colore della fodera del mantella dell’angelo è un pigmento di terra gialla con poco nero carbone.

Incarnati

Molti sostengono che il famoso di Leonardo sia ottenuto per sovrapposizione di sottili strati di colore velato. Ma i restauratori non hanno trovato, su questo dipinto, la conferma di questa ipotesi. Le zone di incarnato analizzati dimostrano che lo strato pittorico è composto da due strati simili di colore carne opaco. Bianco di piombo, vermiglione, lacca rossa e nero carbone sono i colori usati negli incarnati di questo dipinto. Questi colori sono stati stesi sopra un abbozzo monocromo del tipo descritto sopra. La transizione tra luce e ombra è stata ottenuta semplicemente sfumando tra loro le superfici il colore in ombra e luce.

Nelle aree in ombra c’è uno strato di colore molto traslucente (velatura) composto da nero carbone, ocra marrone e un colore di terra aranciato. Quest’ultimo accorgimento credo sia la chiave di volta per rendere i volti, nelle aree in ombra, più profondi e traslucenti.

La Vergine delle Rocce della National Gallery

Dettagli d’orati

Questo dipinto ha 3 dettagli d’orati che sono: la croce del Giovanni Battista e le due aureole della Madonna e di Cristo. Le analisi hanno rilevato ch il colore di questi dettagli contiene stagno. L’ipotesi è che sia stato usato un mordente dorato a base di stagno il cui uso, in realtà, risale al ’300  e ci sono casi di utilizzo anche nel ’500 nel Nord Europa.

Cosa fare adesso?

Premesso che, a mio avviso, un buon pittore riesce a creare una copia fedele di questo dipinto anche senza seguire le indicazioni contenute nel documento qui preso in esame e senza usare i medesimi colori e materiali. Io credo che il documento sia molto utile da un punto di vista culturale e storico. Credo che il suo studio possa aiutarci a comprendere meglio le tecniche dei Grandi Maestri del passato. Ma cosa dovremo farci noi di queste informazioni? Io credo che un artista, o aspirante tale, non può fermarsi alla teoria. Avrebbe senso, a questo punto, partire dalle informazioni fin qui raccolte e fare piccoli studi su questo dipinto. Un volto, il cielo, le rocce, le foglie o qualunque altra cosa. Può essere utile anche prendere come riferimento i due lavori incompleti di Leonardo: l’Adorazione dei Magi e San Gerolamo. Chiunque desidera fare uno studio su questo dipinto e raccoglie informazioni e risultati interessanti può scrivere un articolo per il blog, io lo pubblicherò a patto che rispetti le linee guida.

La Vergine delle Rocce della National Gallery

Come costruire una cornice Usa e Getta

$
0
0

Come costruire una cornice Usa e Getta

Questo è un articolo di Enrico Fiorentini. Se anche tu vuoi scrivere un articolo per il blog leggi le linee guida.

Spiego, a chi è interessato, come costruire una cornice usa e getta che uso quando devo regalare un quadro.

Quando devo regalare o vendere un dipinto – ma non è il mio caso, perché non ne ho mai venduto uno – sapendo che il dipinto acquista di gradevolezza se incorniciato, cerco di abbellirlo con una cornice. Non volendo sobbarcarmi la spesa di una costosa cornice, correndo il rischio che magari venga sostituita da chi riceve il regalo, perché non in tono con l’arredamento, realizzo da me una cornice Usa e Getta!

I Materiali e gli Attrezzi

Per far questo mi fornisco di cornici in polistirolo, di quelle che servono agli imbianchini per creare una decorazione fra pareti e soffitto. Esse si possono travare con profili e grandezze variabili, in bacchette da due metri, e si trovano dove si vendono colori e vernici. Si dovrebbero trovare anche dal ferramenta sotto casa, se vende anche le pitture murali (vedi Fig. 1).

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 1

Per costruire le cornici usa e getta, oltre al polistirolo, occorre una dima per fare il taglio a 45° che è la cosa più difficile in assoluto di tutto il lavoro; della colla vinilica, spilli o grappette x spillatrici, una spatolina o un pennellino per applicare la colla, un arnese da taglio e, dovendo fare delle misure, un metro a segmenti o un flessometro. Vedi Fig. 2.

Nei primi approcci che hanno seguito la mia idea di realizzare le cornici usa e getta, ho avuto grosse delusioni dai tagli obliqui, che se non sono più che precisi, compromettono gli angoli retti. Ancor più perché trovare una sega adatta, se non si ha la sega con filo a caldo, è un vero problema. La sega a legno ha i denti troppo grossi e sbriciola il materiale creando dei bordi molto frastagliati. La sega a ferro, lascia bordi migliori, ma ancora non buoni, perché la profondità della lama non consente di fare un taglio perpendicolare a dispetto della dima. Dopo diverse prove il taglio più pulito l’ho ottenuto, pensate un pò, con un coltello da pane!

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig.2

Ma le difficoltà non derivano solo dall’arnese con cui si praticano i tagli. La forma delle cornici, nella maggioranza dei casi, obbliga a dover sfruttare il profilo al contrario di quello per cui è stato realizzato. Dovendo usare in tal modo il profilo, si rende necessario un supporto che mantenga la perpendicolarità durante il taglio, non avendo il materiale alcuna rigidità strutturale. Io ho usato lo spezzone di una bacchetta di abete 2,5x1cm. Vedi Fig. 3.

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig.3

La scelta del profilo va scelto in funzione dello spessore del supporto del dipinto da incorniciare. In questo caso ho usato una cornice che al suo interno ha un profondità di circa 20 mm come mostrato in Fig. 4.

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 4

Una volta trovato uno spessore adatto per sostenere perpendicolarmente il profilo, si procede al taglio, facendo riferimento alla misura della tela o altro supporto, che si deve prendere all’interno dell’angolo segnato con la freccia gialla (Fig. 5).

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig.5

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig.6

In Fig.6 si evidenziano i punti di rispetto per le misure che conviene vengano presi in abbondanza di un paio di millimetri, per consentire un’agevole posizionamento della tela o cartone telato da incorniciare. Il pezzo in figura misura 304 mm. In pratica quasi trenta centimetri e mezzo.

La fase di Incollaggio

Per quanto riguarda gli attrezzi, ognuno è padrone in casa sua perciò i materiali mostrati in fig. 2 vogliono essere una semplice indicazione di massima, dettata dalla mia esperienza personale, quindi ci si regoli come si vuole. L’importante è che i tagli vengano più precisi possibile per evitare difficoltà nell’incollaggio e non dover fare troppe rifiniture prima della verniciatura. Una volta praticati i tagli si può procedere con la colla. Io ho usato una colla vinilica ed esporrò la procedura impiegata. (Fig. 7).

Per tenere unite le stecche ho impiegato delle grappette sparate da una spillatrice, inserite a mano dopo aver cosparso la colla con una spatolina. Fig. 7- 10.

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 7

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 8

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 9

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 10

Successivamente ho asciugato la colla in eccedenza con una pezzuola.

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig.11

La Verniciatura

Una volta asciutta la colla, ho dato una mano di gesso acrilico diluito e colorato con del grigio di payne, ovviamente acrilico, quello che uso per preparare tele e tavole da dipingere. La diluizione è stata abbondante così da poterlo passare a pennello. Fig. 12 e 13. L’asciugatura del gesso ha bisogno di poche ore – se si usa il fon anche meno – ma prima di stuccare gli angoli, ho aspettato il giorno successivo. Più saranno precisi gli angoli, meno ci sarà bisogno di stuccare.

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 12

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 13

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 14

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 15

Nelle Fig. 14 e 15, si può notare la piccola stuccatura necessaria a coprire le fessure e i forellini lasciati dalle grappette rimosse dopo l’incollatura. Il gesso acrilico l’ho passato prima della stuccatura solo per poter mostrare in foto le stuccature. Voi potete farlo prima.

Dopo la carteggiatura delle stuccature, che va estesa a tutta la cornice per pareggiare la superficie, si passerà la prima mano di vernice. Nel mio caso ho utilizzato una vernice acrilica oro pallido che non mi ha entusiasmato nella resa.

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 16

Il Confezionamento dell’opera

Allo scopo di rinforzare un pochino la struttura, in vero leggerissima, del polistirolo, ho applicato quattro angolini di cartoncino leggero, che agevolerà in seguito la foderatura del retro della cornice, una volta montata la tela o il cartone telato.

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 17

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 18

Il dipinto poggerà sul bordo evidenziato in Fig. 19.

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig.19

Il profilo da me impiegato può accogliere opere di spessore fino a 20 millimetri, per cui è adatto a quasi tutti i supporti: dal cartone telato alle intelaiature di spessore normale. Per il montaggio si impiegano gli stessi chiodini per le cornici in legno. La differenza è che per il polistirolo non servono martelli di nessun tipo, basta spingerli con un dito, due è meglio. Nella figura 20 viene mostrato il montaggio di un cartoncino con tramatura telata e nella 21 quello di una tela tradizionale con telaio in legno. Per finire prendo un pò di carta gommata (Fig. 22) E rifinisco il retro (Fig. 23).

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 20

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 21

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 22

Come costruire una cornice Usa e Getta

Fig. 23

A questo punto il lavoro sarebbe finito ma potrebbe essere necessario foderare il retro con della carta, o meglio, vista la leggerezza del polistirolo, con del cartoncino, per aumentare la robustezza della struttura.

Forse qualcuno potrebbe ritenere eccessivo tutto questo lavoro, ma per uno come me, che qualche oretta libera se la sa ritagliare, e che non naviga nell’oro, è un’esercizio di bricolage leggero che consente di presentare un lavoro in una veste dignitosa e non dispendiosa.

Come ho già detto, la vernice che ho usato non mi ha soddisfatto granché, ma visto che si tratta di una cornice Usa e Getta, il risultato non è poi da buttar via.

Come costruire una cornice Usa e Getta

Come costruire una cornice Usa e Getta

Corso di Pastello di Ruben Belloso Adorna

$
0
0

Corso di Pastello di Ruben Belloso Adorna

Lo scorso weekend ho partecipato al corso di pastello di 1° livello tenuto a Roma da Ruben Belloso Adorna.

Chi è Ruben Belloso Adorna?

Ruben Belloso Adorna è un pittore iperrealista che usa la tecnica del pastello morbido. Come si può leggere dalla sua biografia è nato a Siviglia e ha frequentato l’accademia delle belle Arti nella sua città natale. Ha cominciato ad usare i pastelli circa 8 anni fa. Lavorando per 8 ore al giorno tutti i giorni ha pian piano perfezionato la sua tecnica fino ad arrivare ai livelli che oggi tutti noi possiamo ammirare. Ha cominciato ad esporre circa 6 anni fa e da allora non si e’ piu’ fermato. Escludendo le opere commissionate e qualche altra eccezione, le sue opere sono prevalentemente Ritratti di persone che vivono per strada.

Il Corso di Pastello

Il corso prevede due livelli. Il primo livello può essere frequentato da tutti. Al secondo livello sono ammessi tutti gli allievi che hanno frequentato il corso di 1° livello e che, dopo il corso, hanno fatto un pò di pratica con vari Ritratti. Il corso di 1° livello si svolge in 3 giorni con il seguente programma.

1° giorno (dalle 16:00 alle 19:00)

  • Visione di slides di introduzione al corso;
  • Preparazione della tavola.

2° giorno (dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15:00 alle 19:00)

  • Esecuzione del disegno da parte degli allievi;
  • Dimostrazione pratica di Ruben di 1 ora sulla sua tecnica di esecuzione;
  • Esecuzione del dipinto da parte degli allievi. Ruben illustra come dipingere le varie parti del Ritratto.

3° giorno (dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15:00 alle 19:00)

  • Esecuzione del dipinto da parte degli allievi. Ruben illustra come dipingere le varie parti del Ritratto.

Il 2° giorno come da programma Ruben mostra dal vivo l’esecuzione di un dettaglio del Ritratto. Ad esempio, nel nostro corso ha eseguito un occhio come mostrano le seguenti immagini.

Corso di Pastello di Ruben Belloso Adorna

Ruben nella sua dimostrazione di 1 ora al corso

Corso di Pastello di Ruben Belloso Adorna

Ruben nella sua dimostrazione di 1 ora al corso

Corso di Pastello di Ruben Belloso Adorna

Ruben nella sua dimostrazione di 1 ora al corso

Corso di Pastello di Ruben Belloso Adorna

L’occhio dipinto da Ruben al corso con i pastelli

Durante l’esecuzione del dipinto da parte degli allievi Ruben mostra come dipingere i vari elementi del ritratto: occhi, naso, bocca, capelli, barbe, baffi, ecc. Ruben e’ sempre disponibile a dare suggerimenti ai singoli allievi, spiegare gli errori commessi e il modo di correggerli. Oltre all’aiuto di Ruben si può contare anche sull’aiuto di Montse, fidanzata di Ruben e professoressa di Belle Arti.

Prima dell’inizio del corso Ruben fornisce la lista dei materiali che ciascun allievo dovrà acquistare per poter partecipare al corso.

Il luogo del corso può variare di volta in volta e verrà comunicato da Ruben medesimo. Ruben è disponibile a tenere corsi anche nella vostra città se riuscite ad organizzare un gruppo di almeno 10 persone.

Il costo del corso è di 300 euro.

Gli allievi del corso

Partecipare a questo corso mi ha dato la possibilità di conoscere tante persone che, come me, sono appassionate d’arte e si sono cimentate per la prima volta con questa tecnica. Ruben mi ha fatto notare che io e lui eravamo gli unici due uomini del gruppo. Ciò che mi ha sorpreso di più è scoprire che alcune di loro venivano da altre città  anche molto distanti da Roma. Ho scoperto, inoltre, che lavorare in gruppo aiuta tantissimo perchè puoi vedere il lavoro degli altri e, se ti piace qualcosa, chiedere consigli. Inoltre, poter chiacchierare con i compagni di corso rende l’esperienza piacevole e rilassante.

Corso di Pastello di Ruben Belloso Adorna

Gli allievi del Corso di Pastello

Perchè ho deciso di frequentare questo corso?

Sono venuto a conoscenza di questo corso quando, sul forum, è cominciata questa discussione. E’ stato il Ritratto di Tonino di lalinda, che aveva frequentato un precedente corso, che mi ha convinto a partecipare. Era chiaro che il corso aveva consentito a lalinda di percepire, in maniera rapida, tante nozioni che ad un autodidatta sarebbero costati anni di studio.

Ho chiesto così informazioni a Ruben che mi ha subito risposto dicendo che c’era un posto libero al corso dello scorso weekend. Avevo però pochi giorni per procurarmi una lunga lista di materiali e, inoltre, avevo ancora qualche perplessità circa il costo.

Poichè in passato avevo provato ad usare i pastelli con risultati deludenti sapevo che da solo, con il lavoro che mi impegna 10 ore al giorno, non ci sarei mai riuscito. Del resto lo stesso Ruben ha ammesso che ha impiegato 2 anni lavorando 8 ore al giorno per scoprire tutti i materiali che lui oggi utilizza.

Inoltre, sono sempre stato dell’opinione che la risorsa più preziosa che ho è il tempo e non i soldi.

I materiali per belle arti sono molto costosi e, lavorando da autodidatt,a oltre a sprecare tempo (qualcuno dice che il tempo e’ denaro) si buttano via anche tanti materiali sprecati in innumerevoli fallimenti. Per non parlare poi della frustrazione.

Decido così di partecipare e in un solo giorno ho reperito tutti i materiali da Agostinelli a Dragona. Sono stato fortunato perchè mediamente ci vuole molto più tempo.

Anche se da sempre la mia tecnica preferita è l’olio avevo da tempo desiderio di imparare ad usare la tecnica del pastello, perchè è una tecnica veloce che consente, a chi ha molta pratica, di realizzare un ritratto 40×50 in poche ore. Inoltre, l’olio oggi posso usarlo solo nel mio bel garage nei week end a causa dei solventi. Il pastello, tranne la preparazione della tavola, posso usarlo tranquillamente anche in casa con risultati che hanno poco da invidiare all’ olio.

Cosa abbiamo dipinto?

Il soggetto di studio ai corsi di Ruben è ovviamente il Ritratto. Prima che il corso cominci Ruben invia delle foto del soggetto da riprodurre. L’allievo dovrà stampare queste foto su fogli A4 e le utilizzerà come riferimento durante l’esecuzione del Ritratto. Al corso a cui ho partecipato abbiamo riprodotto il ritratto di Raffaele un senzatetto della città natale di Ruben fotografato da lui stesso. Questo è il risultato del mio primo lavoro a pastello. La parte destra della sciarpa non è ancora completa, ho preferito lasciarla incompleta piuttosto che correre rischiando di rovinare il Ritratto. Provvederò appena avrò tempo. Vi garantisco che prima di questo corso non riuscivo a fare nulla di sensato con i pastelli.

Corso di Pastello di Ruben Belloso Adorna

Il mio Ritratto di Raffaele

Cosa ho imparato?

Credo di aver imparato più in questi 3 giorni di corso che in anni di studi pittorici sul web. Mi ha colpito molto l’approccio di Ruben alla pittura fatta di dedizione, passione, umiltà e disponibilità. Sono doti che non sempre si riesce a preservare quando si raggiungono determinati livelli. Ho imparato l’importanza di essere meticolosi e precisi fin dalle prime fasi di lavoro durante la preparazione della tavola. Mi ha colpito molto quanta attenzione Ruben dedichi già a questa fase. Ho imparato l’importanza della semplificazione. Quando si esegue un primo lavoro con il pastello (ma credo ciò sia vero per qualsiasi tecnica) non si può pretendere di riprodurre tutti i dettagli. Bisogna semplificare al massimo accennando solamente alcuni dettagli meno rilevanti. Veder lavorare Ruben mi ha confermato l’importanza dell’osservazione. Ruben ripeteva in continuazione di osservare con attenzione la foto. Mi ha colpito molto tutte le cose che Ruben mi faceva notare sulla foto su cui io spesso sorvolavo. Ho poi imparato come preparare al meglio la tavola, come usare i vari materiali e come approcciare al Ritratto modellando il viso. Credo che per un primo lavoro è difficile pretendere una resa fotorealistica, questo può venire solo con la pratica e facendo tanti Ritratti.

Corso di Pastello di Ruben Belloso Adorna

Io e Ruben al Corso

Conclusioni

Consiglio di vero cuore a tutti di frequentare questo corso perchè è un’esperienza indimenticabile. Avrete la possibilità di avere due eccellenti maestri di pastello, di imparare in soli 3 giorni innumerevoli nozioni e la possibilità di conoscere altri appassionati di pittura come voi. Il corso è utilissimo anche per chi, come me, non utilizza il pastello come tecnica principale di espressione. Dopo questo corso potrebbe diventarlo.

Corso di Pastello di Ruben Belloso Adorna

Quali colori usare per una Grisaglia?

$
0
0

Quali colori usare per una Grisaglia?

Quali colori usare per una grisaglia?

Ricevo spesso questa domanda via email e oggi voglio provare a rispondere con quest’articolo.

Prima di cominciare, però, credo sia utile introdurre il tema della grisaglia.

Che cos’è la grisaglia?

La grisaglia è un abbozzo monocromo del dipinto che si desidera realizzare.

A cosa serve la grisaglia?

L’obiettivo della grisaglia è quello di individuare le zone di luce ed ombra di un dipinto allo scopo di modellare i volumi e semplificare, quindi, le successive fasi di colorazione. La resa dei volumi rappresenta, a mio avviso, l’80% di un dipinto e dedicare una fase interamente a questo problema può essere di grande aiuto all’artista.

Ma la grisaglia è sempre necessaria?

No. Se sei abbastanza bravo da riuscire a dipingere opere come queste “Alla Prima”, ossia senza fasi intermedie, anche se in più sessioni, allora puoi fare a meno della grisaglia. Ci sono artisti che considerano la grisaglia assolutamente necessaria e artisti che la considerano un’inutile spreco di tempo. Ma la grisaglia, nelle sue varie forme, è sempre stata utilizzata fin dall’antichità in forme e modalità diverse. Già il Cennini nel suo Libro dell’Arte parlava della pratica di dipingere un abbozzo in verdaccio per gli incarnati. Leonardo da Vinci dipingeva prima un abbozzo monocromo del dipinto come spiegato in occasione dell’analisi del dipinto della Vergine delle Rocce. Conosciamo dipinti di Pieter Bruegel realizzati in grisaglia, così come di Andrea del Sarto e di tanti altri artisti.

Quali colori usare per la grisaglia?

Non esistono regole certificate per realizzare una grisaglia o un abbozzo in generale. Ci sono grisaglie realizzate in verdaccio, con tinte bruno rossastre (in tal caso si chiama brunaille) e grigiastre. Il termine grisaglia deriva dal francese griseille (da gris che in francese significa grigio) che era appunto il termine usato per descrivere l’abbozzo monocromo grigiasto. Proprio in questi giorni sto realizzando una natura morta con la tecnica della grisaglia. Questo è un dipinto di Alexei Antonov e la tecnica della grisaglia qui spiegata deriva dai suoi corsi online. Io ho semplicemente interpretato in maniera diversa e personale la realizzazione di questa grisaglia, combinando la sua tecnica, il mio modo di mescolare i grigi e il metodo di conservazione dei colori di Marco Maria Fenocchio.

Quali colori usare per una Grisaglia?

Grisaglia – Uva

Ho cominciato preparando la tela con due mani di gesso acrilico e stendendo una campitura bruno verdastra come spiegato qua. Ho poi realizzato un abbozzo con la sola terra d’ombra bruciata e trementina. In questa fase ho cercato di identificare le aree in ombra. Quelle in luce, che occupano una superficie maggiore, sono date dalla campitura medesima. La realizzazione dell’abbozzo in terra d’ombra è ampiamente spiegato nell’ebook “Dipingere con la tecnica dei Fiamminghi” distributo agli iscritti della Newsletter.

A questo punto, avendo un’idea precisa delle zone in luce e in ombra ero pronto per una modellazione più precisa dei volumi. Ho così realizzato una grisaglia molto dettagliata in toni di grigio. Per realizzare questo chiaroscuro non ho usato bianco e nero come erroneamente qualcuno può pensare. Questo perchè l’aspetto finale sarebbe stato troppo freddo mentre io volevo una grisaglia di tonalità calda. Ho usato quindi un colore nero che chiameremo BLACK composto da due parti nero, una di terra d’ombra bruciata e un pizzico di blu d’oltremare. Notate come io uso sempre un vetro per preparare le tinte base del dipinto. In questo modo potrò sempre cominciare da una tavolozza pulita. Il vetro è costituita dal vetro delle cornici che vendono al supermercato incollato sul pannello di legno che vendono incluso nella cornice.

Quali colori usare per una Grisaglia?

Grisaglia – Colore Black

Poi un colore bianco che chiameremo WHITE composto da bianco e una punta microscopica di colore BLACK.

Quali colori usare per una Grisaglia?

Quali colori usare per una Grisaglia?

Grisaglia – Colore WHITE

Poi usando i colori BLACK, WHITE e giallo ocra, ho creato 4 toni di grigio come spiegato qua. Come prima cosa ho mescolato BLACK e WHITE per ottenere un grigio di tono 6 sulla scala di munsell. Se non ti e’ chiaro cio’ che sto dicendo, praticamente ho stampato questa scala di toni che anche tu puoi scaricare con un click e stamparla. Poi ho mescolato i colori BLACK e WHITE fino ad ottenere il grigio numerato con 6 su questa scala. Ho aggiunto un pizzico di giallo ocra a questo grigio per riscaldarlo un po’.

Quali colori usare per una Grisaglia?

Grisaglia – Grigio Medio

Ho ripetuto il procedimento per ottenere i grigi di tono 2, 4 e 8, ossia i grigi con numero pari. Poichè sapevo che non sarei mai riuscito a fare un’intera grisaglia in un’unica sessione, ho confezionato queste tinte con le ballotte di plastica. Questo mi ha evitato di preparare i colori nelle successive due sessioni. Con questi grigi preconfezionati più BLACK e WHITE ho realizzato l’intera grisaglia.

Quali colori usare per una Grisaglia?

Grisaglia – I 4 Grigi + BLACK e WHITE confezionati in 6 ballotte di plastica

Per ottenere i grigi di tono 1, 3, 5, 7 e 9 (ossia quelli dispari) semplicemente mescolavo con il pennello i due grigi adiacenti. Ad esempio, se osservando la figura notavo che il tono 2 era troppo scuro e quello 4 troppo chiaro allora, con il pennello, mescolavo i due toni tra loro ottenendo un grigio intermedio pari a 3 sulla scala dei toni. Questi numeri sono puramente indicativi, non vanno usati in maniera troppo scientifica e non bisogna perderci troppo la testa. Essi vanno usati solo per orientarsi ed avere ben in mente come procedere con il lavoro. Il resto è solo istinto. La tavolozza mostrata in figura è stata fotografata alla fine della prima sessione di pittura. Notate com’è ordinata e pulita, questo è merito della preparazione dei colori su vetro. Io ritengo che l’ordine sia un prerequisito essenziale per lavorare bene.

Quali colori usare per una Grisaglia?

Grisaglia – I Grigi sulla Tavolozza

Con i colori così preparati ho realizzato la seguente grisaglia.

Quali colori usare per una Grisaglia?

Grisaglia – Uva

Conclusioni

Dipingere la grisaglia mi ha consentito di pensare solo alla resa dei volumi mediante il chiaroscuro non preoccupandomi dei colori. E’ stato anche un valido esercizio di osservazione, perchè dipingere da una foto non è mai facile. Si rischia di perdersi in mille dettagli. Ora sono pronto alla fase di colorazione il cui risultato spero di mostrarvi presto.

Fonte: Grapes – Alexei Antonov

Quali colori usare per una Grisaglia?

Dipingere una volpe ad acrilico

$
0
0

Dipingere una volpe ad acrilico

Questo è un articolo di Roberto Rizzo. Se anche tu vuoi scrivere un articolo per il blog leggi le linee guida.

Dipingo e disegno animali da moltissimi anni, sono soggetti che amo e che ho sempre inserito nelle mie opere a sfondo allegorico, visionabili all’interno delle gallerie del mio sito web (www.robertorizzo.com). Negli ultimi tempi mi sono avvicinato però a uno stile più classico e rappresentativo, sotto certi aspetti meno ‘contaminato’, entrando a far parte della nutrita comunità dei wildilfe artists e dedicandomi anche ai ritratti di animali domestici e non su commissione. La wildlife art è una corrente che attrae sempre più appassionati da ogni parte del globo e che fa della contemplazione del mondo animale e vegetale (soprattutto in quest’epoca di devastazione e saccheggio delle risorse naturali planetarie) il fulcro della rappresentazione, spesso estremamente realistica e curata nel minimo dettaglio.

In queste opere si testimonia l’entusiasmo per il mondo che ci circonda, invitando al rispetto delle splendide creature che condividono con noi il pianeta. Passo dunque ad illustrare il procedimento di realizzazione di questa volpe, realizzata ad acrilico su un cartone telato di cm. 40×40. E’ disponibile anche un video dei vari passaggi a questo indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=RHYWNRVsRh0&feature=youtu.be. Chi fosse interessato ad approfondire la tecnica ad acrilico può anche contattarmi per ricevere informazioni sui corsi di pittura che tengo regolarmente nella città di Roma compilando il modulo contatti presente nel mio sito web (http://www.robertorizzo.com/contatti/). Per ulteriori info visitate anche questa pagina: http://www.robertorizzo.com/corsi-e-dispense/

1. Per prima cosa preparo lo sfondo con del giallo primario e del nero (mischiandoli si ottiene un ottimo verde oliva), un po’ di verde vescica e del verde brillante. E’ consigliabile realizzare un fondale a macchie sfumate ma ben definite, in modo da rendere la base di lavoro meno piatta.
Dipingere una volpe ad acrilico

2. Una volta asciutto lo sfondo riporto con una matita bianca la traccia del soggetto studiato in precedenza sul cartone telato. Utilizzare il verde come colore di base può sembrare azzardato, ma mi permetterà di smorzare i toni e in alcune zone sfruttarlo in trasparenza. Regalerà alla volpe maggior volume e realismo.
Dipingere una volpe ad acrilico

3. Prima di passare a dipingere il mantello dell’animale col nero diluito definisco velocemente i punti focali della composizione, ovvero occhi e naso della volpe, che nel magma delle pennellate successive potrebbero rischiare di andare perduti.
Dipingere una volpe ad acrilico

4. La mia tavolozza è così composta: giallo di cadmio medio, ocra rossa, luce d’ambra (va bene anche un giallo di napoli), terra d’ombra bruciata, terra di siena naturale, rosso brillante, grigio chiaro, bianco di titanio e nero. Mischiando giallo, ocra, rosso e terra di siena inizio a definire con un pennello piatto a colpi decisi le zone arancio del pelo. Poi passo a quelle bianche.
Dipingere una volpe ad acrilico

5. Sempre utilizzando il pennello piatto ritorno su vari punti e rinforzo l’opacità del colore orientando il verso del pelo e definendo già da ora le zone del capo più chiare e quelle più scure.
Dipingere una volpe ad acrilico

6. Dipingo con maggiore precisione procedendo per velature il pelo dell’animale, utilizzando un pennello tondo medio.
Dipingere una volpe ad acrilico

7. Dipingo gli occhi della volpe. Di certo non si tratta della resa definitiva, ma mi occorre rifinirli per valutare l’effetto d’insieme complessivo mentre lavoro sul resto. Poi con il luce d’ambra mescolato all’arancio di base realizzo la peluria più chiara intorno agli stessi.
Dipingere una volpe ad acrilico

8. Mi dedico al petto, dosando bianco nero e grigio in modo da creare un effetto ‘soffice’. Poi torno allo sfondo: non mi soddisfa e provo a cambiarlo, applicando nuove macchie di colore verde.
Dipingere una volpe ad acrilico

9. Sfumo le macchie dello sfondo e torno a lavorare sul pelo, con pennelli tondi sintetici a setola corta e lunga e inizio anche a rifinire i bordi della pelliccia e le orecchie.
Dipingere una volpe ad acrilico

10. Non ancora contento dello sfondo (cerco qualcosa che valorizzi e risalti la bellezza e la regalità della volpe) mescolo verde scuro e terra d’ombra per realizzare un colore bruno piuttosto scuro col quale ne ricopro una buona parte. Finalmente sono soddisfatto!
Dipingere una volpe ad acrilico

11. E’ il momento di rifinire più delicatamente occhi, muso e sbuffi di pelo e iniziare a dipingere la pelliccia sulla schiena della volpe. Si noti che in questa zona il pelo è molto più lungo e ondulato.
Dipingere una volpe ad acrilico

12. Il lavoro concluso. Rifinite le orecchie, rafforzati i chiaroscuri, ho completato l’opera dipingendo i baffi scuri e sfumando ulteriormente lo sfondo.
Dipingere una volpe ad acrilico

Dipingere una volpe ad acrilico

Un Utile Divertimento – Dipingere un vassoio di legno

$
0
0

Un Utile Divertimento   Dipingere un vassoio di legno

Questo è un articolo di Enrico Rudelli. Se anche tu vuoi scrivere un articolo per il blog leggi le linee guida.

Saper dipingere, almeno un poco, oltre che un’attività piacevole in se stessa e che può a volte offrire grandi soddisfazioni, risulta anche utile per arredare la propria casa e per poter fare qualche regalo di compleanno o natalizio con una spesa relativamente modesta. Questo quando, anziché dipingere pretenziosi quadri con importanti cornici (che spesso non si sa dove appendere nei moderni minilocali), ci si avvale di oggetti di uso comune che, acquistati allo stato grezzo, possono venire impreziositi con la nostra, sia pur modesta, capacità artistica. Uno fra questi oggetti è il vassoio che trova sempre, in ogni casa, una collocazione utile od ornamentale.

I Vassoi

Possono essere di materiali diversi e realizzati nelle forme più svariate. Se si cerca in internet alla voce vassoi immagini si può avere una pallida idea di quanto sia vasta la scelta. Qui sotto un esempio che, più o meno, rappresenta quelli che alla fine ho scelto io.

Un Utile Divertimento   Dipingere un vassoio di legno

Io ho trovato, per puro caso, i miei tre vassoi in un negozio per belle arti. Li ho visti e mi è venuta l’idea che a qualcosa avrebbero potuto servire. Uno di questi tre è realizzato in uno dei soliti agglomerati di segatura che vogliono in qualche modo imitare il legno; gli altri due invece sono in legno massiccio con le sue belle venature. Per tutti e tre la forma è rettangolare con gli angoli arrotondati e dimensioni esterne di centimetri 28 x 16, mentre il piano interno, al disotto dei bordi, è di centimetri 23 x 11. La finitura, sia pur liscia, è grezza, come esce dalla macchina.

La Preparazione

Per procedere alla loro preparazione bisogna decidere cosa fare: se dipingere il vassoio, dentro e fuori, con un motivo ornamentale, oppure se limitarsi a dipingere il fondo lasciando ai bordi il compito di cornice. Non ultimo occorre scegliere il tipo di colori o vernici da usare. Io ho deciso di dipingere il fondo con colori a olio, bordo ed esterno del vassoio con colori ad acqua. La scelta del soggetto, per tutti e tre, è caduta sul paesaggio, genere che da un po’ di tempo uso con maggior frequenza. In seguito a questa scelta ho proceduto con la preparazione e cioè:

  • Ho coperto il fondo del vassoio con due mani di cementite bianca.
  • Una volta asciutta la cementite ho carteggiato il meglio possibile sia il fondo che il resto del vassoio.

Bordi ed esterno dei vassoi sono risultati lisci a sufficienza per il loro scopo. Il fondo mi è rimasto un pochino rugoso, con qualche segno delle pennellate. Non me ne sono però preoccupato molto perché alla fine, ho pensato, non è detto che questo sia poi un male.

L’Esecuzione

La scelta del soggetto per il primo vassoio, quello in agglomerato di legno, è caduta sulla riproduzione di un paesaggio in bianco e nero ricavato da una raccolta di camaieux francesi.

Un Utile Divertimento   Dipingere un vassoio di legno

Ho pensato che una esecuzione monocolore, e sopratutto in bianco e nero, sarebbe stata poco piacevole e quindi ho optato per il colore. Ho effettuato un disegno a grandi linee con matita 2B e tratto leggerissimo senza utilizzo di carta carbone o quadrettature, tenuto presente la semplicità del disegno e la nessuna necessità di una estrema precisione. Quindi ho fissato il disegno con comune lacca per capelli. Ho coperto la parte destinata al cielo con leggera velatura di blu ceruleo e quella dell’acqua con blu oltremare, sempre utilizzando una discreta quantità di medium. Vale forse la pena di riportare qui la composizione del medium da me usato; per la preparazione di un quantitativo pari a 20 ml uso: 5 ml di olio di noci, 6 ml di vernice Dammar, 9 ml di essenza di trementina, qualche goccia di essiccante (il che serve per un bel numero di quadri di dimensioni normali, fino al 60 x 70 cm). Ho proseguito disegnando le montagne sullo sfondo per le quali ho usato una miscela composta da bianco, un poco di indaco e una punta di carminio.

Un Utile Divertimento   Dipingere un vassoio di legno

Per gli altri particolari non ho usato miscele di colori ma i verdi, le terre, l’ocra d’oro li ho accostati e a volte sovrapposti direttamente sul supporto che stavo dipingendo, così come uscivano dai tubetti, più o meno diluiti. In particolare per il fogliame dell’albero a sinistra ho usato rosso di Venezia. Per le nuvole ho fatto velature con bianco e un poco della miscela usata per le montagne dello sfondo. I movimenti nell’acqua del mare li ho ottenuti con l’uso di velature a base di carminio e di blu ftalo; in qualche punto è entrata una leggerissima velatura di terra d’ombra. Alla fine, con qualche ritocco: un accento più chiaro qua, un tocco di scuro là, ho ritenuto che il lavoro di pittura poteva ritenersi terminato.

La Rifinitura

Una volta asciutto il dipinto, dopo un paio di mesi, ho provveduto a dipingere tutta la parte esterna del vassoio (bordi e base) con due mani di vernice ad acqua marrone Ecoline la cui asciugatura in profondità ha richiesto poche ore. Infine su tutto, dipinto e intero vassoio, ho passato a pennello la Vernice finale brillante all’acqua Maimeri. Ora fa la sua bella figura sul ripiano in vetro di un tavolino in sala.

L’Appetito vien mangiando

Visto il risultato ho pensato che una bella sorpresa per le mie due figlie sarebbe stato preparare per Natale gli altri due vassoi andando a pescare fra le foto da loro scattate in occasione di qualche viaggio: una infatti era reduce da una vacanza a Santorini, l’altra da un viaggio a San Francisco. Questa volta quindi i soggetti non erano in bianco e nero ma a colori e dovevo per quanto possibile richiamare un particolare che rievocasse un giorno particolare di quella vacanza. Ecco quindi, per l’una, la tranquilla visione del mare dalla immacolata terrazza di un Hotel a Santorini.

Un Utile Divertimento   Dipingere un vassoio di legno

Anche in questo caso la preparazione è stata identica a quella del vassoio precedente e quindi anche il disegno a mano libera senza l’aiuto di particolari trucchi. Del resto lo si potrà subito notare dalla mancanza di precisione e nella relativa superficialità del disegno. I colori: blu cobalto, blu oltremare. Bianco, terra d’ombra naturale e bruciata, ocra d’oro, sono stati dati alla prima e sono state utilizzate poche velature per alcuni particolari. Nelle ombre ho usato bitume con una punta di ceruleo dove lo ritenevo necessario. Ecco il risultato.

Un Utile Divertimento   Dipingere un vassoio di legno

Rifinitura come nel caso precedente con vassoio di un marrone più carico. E’ previsto l’utilizzo sia come vassoio sia come soprammobile; in questo caso si usa un angolare di quelli che servono per sostenere i piatti in ceramica e che si trovano con facilità nei negozi per belle arti. E per l’altra figlia ho scelto la visione del famoso ponte che collega San Francisco a Oakland, da lei percorso in bicicletta per tutta la sua non indifferente lunghezza (1260 metri in una sola campata).

Un Utile Divertimento   Dipingere un vassoio di legno

Preparazione, esecuzione e finitura non differiscono sostanzialmente dai due vassoi precedenti. Qui mi sono scostato dai colori della foto per mettere il più possibile in evidenza la mole e la lunghezza del ponte, costruzione veramente imponente per chi lo osserva dalla base del primo pilone.

Un Utile Divertimento   Dipingere un vassoio di legno

Qualche difficoltà ulteriore ho dovuto superare per l’esecuzione dei cavi di sostegno. Quelli orizzontali sono forse un po’ grossi rispetto alla foto ma a mio parere servono ad aumentare l’idea di imponenza del manufatto. Per quelli verticali, data la mia scarsa dimestichezza con i pennelli sottili, ho dovuto ricorrere a uno stratagemma: ho usato una cannuccia munita di pennino da disegno intinto nell’inchiostro di china. Non sono ben diritti? Lo so; me ne dispiace.; ma, in fondo, se fossero stati perfetti, ben diritti non è forse vero che guardando il vassoio si sarebbe portati a dire: “Guarda come sono fatti bene quei cavi” invece di essere attratti dal soggetto principale: il ponte. Ogni scusa è buona per giustificare i propri errori e incapacità!!!

Spero di essere stato utile a qualcuno o, quanto meno, di aver dato qualche buono spunto.

Un Utile Divertimento – Dipingere un vassoio di legno


Come verniciare un dipinto?

$
0
0

Come verniciare un dipinto?

Come verniciare un dipinto?

In quest’articolo voglio spiegarti, in dettaglio, come verniciare un quadro ad olio quand’è finito. Se frequenti da tempo Disegno & Pittura, soprattutto il forum, probabilmente avrai letto centinaia di opinioni su questo tema. Se mi dedicherai però un pò del tuo tempo credo che quest’articolo sarà per te comunque molto interessante.

Perche’ verniciare un quadro ad olio?

In quest’articolo ho già spiegato perchè si verniciano i quadri ad olio e non mi ripeterò ulteriormente.

Quale vernice usare?

Le vernici sono composte essenzialmente da una resina naturale o artificiale e da un veicolo necessario a diluirla. Questo veicolo può essere a base d’acqua, alcool, olii essenziali e olii grassi. Oltre al veicolo e alle resine impiegate, le vernici si distinguono anche in base al grado di brillantezza: opaco, semiopaco e brillante. In commercio esistono numerosi tipi di vernici. Quello che posso dire è che una caratteristica fondamentale delle vernici è la loro removibilità. Nel tempo lo strato di vernice si può rovinare, avere la possibilità di rimuoverla per sostituirla con un nuovo strato è un gran vantaggio. Tra le numerose scelte possibili sicuramente una scelta professionale è la vernice mastice usata anche da molti grandi maestri del passato.

Ecco cosa scriveva Bouvier nel suo celebre Manuel des jeunes artistes et amateurs en peinture di cui qua trovate una traduzione in inglese (pag. 91).

Possiamo dire che la sola vernice oggi utilizzata per questo scopo, è mastice sciolto in spirito rettificato di trementina; tutte le altre sono discutibili sia per la difficoltà di rimuoverle quando necessario, come le vernici a base di alcool, oppure per il loro loro colore e durezza, come ad esempio le vernici ad olio che sono stati spesso impiegati nei tempi passati, tra queste c’è la vernice copale.

Dopo quanto tempo si vernicia un quadro?

Questo è un tema molto dibattuto. Se chiedete a 10 artisti diversi, le opinioni sono discordanti. C’è chi aspetta il minimo indispensabile affinchè la pittura si asciughi (es. 20 o 30 giorni), chi invece molto ligio alle regole aspetta 6 mesi se non di più. La verità, però, è che i tempi di maturazione dell’olio sono molto lenti e un’attesa di almeno 6 mesi garantisce il non verificarsi di fenomeni sgraditi. Ricevo spesso email da persone, anche esperte, che lamentano problemi di verniciatura. E’ un peccato rovinare un dipinto su cui si è lavorato per giorni, se non mesi, solo perchè si è un pò impazienti.

A pag. 281 del suo manuale Bouvier precisa quanto segue:

Supponiamo ora che il nostro novizio ha terminato il suo quadro, sia esso un paesaggio o una testa, egli sarà impaziente di verniciarlo. Respirerà su di esso, il vapore si fermerà sulla superficie colorata e la renderà scura per qualche secondo prima di scomparire. Lo tocca con le dita, che non lasciano alcun segno: il quadro è asciutto. Sembra, ma non è proprio così, non lo è ancora del tutto, se così possiamo dire. Verniciarlo subito, impedirebbe l’ulteriore maturazione dell’olio che, quindi, imprigionato sarà ostacolato nella sua naturale espansione rischiando di compromettere la superficie del dipinto. Che fare allora? Diversi mesi possono essere necessari per completare l’essiccazione.

Sul sito di Winson & Newton ci sono delle FAQ tra cui la domanda 12 risponde proprio al nostro quesito. La risposta ufficiale è:

Non verniciare troppo presto. Anche il dipinto ad olio con il più sottile strato pittorico deve essere lasciato asciugare per almeno 6 mesi.

Cosa posso fare durante questo tempo di attesa per evitare che il dipinto sembri imperfetto?

Finito il dipinto è naturale essere ansiosi di mostrarlo a qualcuno, specie se è una commissione. Tuttavia ci troveremo di fronte ad un dilemma. La superficie del dipinto è ancora imperfetta perchè manca la verniciatura e, per poterla fare, devo aspettare 6 mesi. Al tempo stesso, però, vorrei mostrare a qualcuno il risultato del mio lavoro e vorrei evitare che si notino le imperfezioni della superficie. Come fare?

In commercio esistono numerosi tipi di Vernici da Ritocco che possono essere stese sul dipinto senza che queste compromettono la maturazione dell’olio. Se avete ricevuto una commissione potete usare la Vernice da Ritocco appena il dipinto è asciugato (es. dopo 20 o 30 giorni) e chiedere al vostro committente di farvelo restituire per la verniciatura finale dopo 6 mesi.

Su questo tema discute anche Bouvier nel suo manuale (pag. 282) continuando la frase di cui sopra:

Che fare allora? Diversi mesi possono essere necessari per completare l’essiccazione. Nel frattempo, per poterlo esporre, o per poter giudicare o lasciar giudicare la sua performance, l’artista desidera rimuovere tale irregolarità che è causata dalla opacità di alcune parti e il luccicare di altre. Per fare ciò egli può applicare una vernice temporanea …

Come si vernicia un quadro?

A questa domanda ho già parzialmente risposto in quest’articolo. Vorrei aggiungere, però, in questa sede qualche ulteriore dettaglio che credo ti tornerà utile.

  1. Finito un dipinto è necessario riporlo in un luogo asciutto ed esposto alla luce. Quando riponiamo il dipinto non appoggiarlo mai rivolto con l’interno ad una parete. Se si dispone di un cavalletto che non si usa, il miglior sistema è appoggiarlo su di esso. I primi giorni è conveniente rivolgerlo in avanti così che il colore non attragga troppe particelle di polvere che girano nell’atmosfera. Dopo una ventina di giorni, quando ormai il dipinto è già apparenetemente asciutto lo si può mettere perpendicolare o un pò rivolto verso l’alto affinchè prenda più luce e asciughi più rapidamente.
  2. Trascorsi almeno 6 mesi bisogna prima pulire il dipinto da eventuali resudui di polvere. Per tale scopo può essere conveniente usare una lama di rasoio tenuta perpendicolarmente al dipinto e con tocco leggero su tutto il dipinto. Per esperienza diretta posso assicurarvi che questa pratica non comprometterà il vostro dipinto. Chi ha avuto la possibilità di leggere un tutorial o vedere un video di Alexei Antonov avrà avuto modo di vedere utilizzare questo strumento anche durante la fase di oliatura tra una fase di colorazione e la successiva.
  3. Con una patata bisogna poi sgrassare il dipinto. Questa pratica consentirà alla vernice di aderire meglio al dipinto.
  4. Si lavi poi la superficie del dipinto con acqua pulita e si pulisca con uno straccio come mostrato qui. L’umidità è una nemica della verniciatura, quindi bisogna far asciugare bene il dipinto per un giorno esponendolo al sole.
    Come verniciare un dipinto?
  5. Prendi un pennello piatto e largo (es. 12, 14 o 16) e intingilo nella vernice. Non prenderne troppa.
  6. Stendere una prima mano in senso verticale (o orizzontale). Lasciare asciugare.
    Come verniciare un dipinto?
  7. Stendere una seconda mano in verso opposto. Con lo stesso pennello, senza intingerlo nella vernice passalo sul dipinto in senso orizzontale o verticale. E’ consigliabile scegliere il verso in base al soggetto. Per un Paesaggio è conveniente che il verso sia orizzontale, con il Ritratto o la Figura Umana è conveniente che sia verticale.
    Come verniciare un dipinto?
  8. Lasciare asciugare e dopo la verniciatura il quadro e pronto per essere incorniciato.

Le mie parole, però, potrebbero avere lo stesso valore dei numerosi siti web e manuali in cui si parla di verniciatura dei dipinti. Spesso per il lettore diventa difficile districarsi tra le innumerevoli opinioni contrastanti. Per tale ragione riporto qui di seguito il pensiero di Bouvier sicuramente più autorevole del mio. A pag. 192 del suo manuale c’è scritto:

Mai mettere un dipinto appena finito con la parte dipinta contro il muro … E’ meglio esporre il dipinto alla luce e all’aria aperta (con usuale precauzione, ovviamente, contro polveri e affini), e persino al sole se non troppo caldo. Quando le condizioni climatiche non consentono l’esposizione all’aria, è raccomandabile esporre il dipinto verso una finestra. In ciascun caso è opportuno dare alla tela un’inclinazione in avanti di circa 8/10 cm, affinchè le particelle di polvere e altre impurità che girano nell’atmosfera, abbiano minori probabilità di attaccarsi alla superficie del dipinto. Quando il dipinto diventa asciutto e non c’è più possibilità che le polveri si attacchino alla superficie del dipinto allora si può invertire l’inclinazione del dipinto in modo tale che la luce possa colpirlo in maniera più diretta e accelerarne l’essiccazione.

A pag. 285 continua:

Quando il dipinto è pronto a ricevere la vernice, lava il dipinto e asciugalo come spiegato in precedenza (vedi pag. 212), poi riponilo orizzontalmente su un tavolo, in modo tale che la vernice non possa colare, procedi alla verniciatura in maniera rapida, con cura, con movimenti uniformi e con tocco fermo. Comincia dalla parte alta del dipinto e giù fino alla parte bassa in verso verticale. Continua con una striscia successiva a quella appena data, mantenendo lo stesso verso finchè tutta la superficie non viene coperta. Completata questa fase, prendi il pennello senza vernice e ripeti gli stessi movimenti con lo stesso pennello al fine di uniformare le pennellate e coprire eventuali zone rimaste scoperte.

A pag. 212 è spiegato come procedere alla pulizia della tela. Questa procedura viene spiegata nel passaggio dall’abbozzo all’esecuzione del dipinto finale. Esso è identica a quellada realizzare prima della verniciatura:

Quando il dipinto è sufficientemente asciutto, prendi un coltello con una lama affilata, uniforme e sottile, arrotondato alla fine e passalo gentilmente sul dipinto. Per eseguire questa operazione più facilmente e con minor rischi, mettiti davanti ad una finestra e tieni il dipinto davanti a te, inclinalo in una maniera tale che i raggi di luce colpiscano di sbieco il dipinto, tieni la lama perpendicolare al piano del dipinto e muovila leggermente, come già detto, sulla superficie del dipinto. La maggior parte degli artisti, usano un rasioio, altri il raschietto usato per motivi analoghi dai pittori di miniature …

Finita questa operazione, lava il dipinto con una spugna morbida e acqua pura, ritornando ripetutamente sul dipinto. Se il colore è perfettamente asciutto, l’acqua non si ritrae eccetto nelle aree dove è stato usato olio siccativo. Completata la lavatura, con la medesima spugna strizzata, si passa sul dipinto per assorbire l’acqua in eccesso, esponi il dipinto all’aria aperta, al sole, oppure alla dovuta distanza da un fuoco per farlo asciugare completamente.

Come verniciare un dipinto?

Canestra di Frutta di Caravaggio – Copia

$
0
0

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Questo è un articolo di Edoardo La Francesca. Se anche tu vuoi scrivere un articolo per il blog leggi le linee guida.

Prefazione

Nell’eseguire la copia della Canestra di Frutta di Caravaggio, mio obbiettivo era riuscire a crearne una più simile all’originale, nelle dimensioni, nella tecnica esecutiva e nei materiali (per quanto possibile). Quindi, prima di iniziare, ho fatto un pò di studi su questa opera e le seguenti sono le informazioni che sono riuscito a ricavare, sia per le analisi fatte direttamente sul dipinto, sia tramite sperimentazione personale.

  • Supporto: l’originale del Caravaggio è stato eseguito su una tela di lino.
  • Strati preparatori: Caravaggio dipinse la canestra su una tela precedentemente utilizzata, infatti con le analisi radiografiche fatte, si evince sotto la stesura pittorica del Caravaggio un’abbozzo di decorazione a grottesca. Prima di iniziare a dipingere la canestra, il  Caravaggio deve aver dato uno strato di preparazione (mestica) per coprire il dipinto già presente, questo strato è steso nell’intera superficie del dipinto in senso diagonale (cosa comune per il Caravaggio, vedi preparazione: Conversione di Saulo Odescalchi, Vocazione di San Matteo, Martirio di San Matteo) e si evince dalle foto ad alta risoluzione nella maggior parte del dipinto. Riguardo il colore di questa mestica, sicuramente sarà stato di un colore medio-scuro (pratica comune del Caravaggio) e lo si può evincere sia osservando il dipinto nel visibile sia in radiografia, tramite le pennellate dello sfondo date a tratti a corpo, a tratti più fine che lasciano intravedere uno sfondo scuro sottostante (per paragone vedere analisi radiografica del Ragazzo Morso da un Ramarro di Londra).
  • Tecnica esecutiva e pellicola pittorica: Caravaggio, dalla fase giovanile fino alla fase matura, ha sempre utilizzato una tecnica a risparmio (vedi restauri ISCR), finalizzata alla velocità di esecuzione. Questa tecnica in maniera esasperata la si può vedere nei suoi ultimi lavori, mentre per i dipinti giovanili (di cui fa parte anche la canestra) abbiamo una tecnica più raffinata con più stesure e con una maggior qualità pittorica. Per quando riguarda la realizzazione delle luci, sia dei frutti che del cesto di vimini, è presente uno spessore maggiore soprattutto per le massime luci che sono proprio date a corpo (in maniera particolare nella mela, nel vimini e anche nei tocchi di colore eseguiti con biacca pura dell’uva). Lo sfondo giallo chiaro color pergamena, è stato steso sicuramente dopo l’impostazione di tutta la canestra (o a fine dipinto) poiché contorna tutti frutti con pennellate lunghe spesse e fine (vedi radiografia); nella parte superiore del dipinto invece le pennellate sono date in maniera corposa e casuale con andamenti diagonali e verticali, che lasciano intravedere le striature lasciate dal pennello.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 1: Radiografia della Canestra di Frutta di Caravaggio

Fatto presente tutte queste informazioni adesso spiegherò come ho realizzato la copia.

Realizzazione della copia “Canestra di Frutta di Caravaggio”

L’articolo è suddiviso nelle seguenti sezioni:

  • Struttura di Sostegno e Supporto.
  • Preparazione.
  • Pellicola Pittorica:
    • Realizzazione Frutti e Foglie (Abbozzo)
    • Realizzazione Frutti e Foglie (Strati di Colore)
    • Realizzazione Cesto di Vimini (Abbozzo)
    • Realizzazione Cesto di Vimini (Strato di Colore)
    • Realizzazione dello Sfondo e del Tavolo .
    • Ritocchi e Velature finali.

Realizzazione

Struttura di Sostegno e Supporto

Ho realizzato un telaio delle stesse dimensioni dell’originale, 47×62 cm (che sono le misure indicate dal museo dove è conservato l’originale). Dopo ho applicato su di esso una tela di lino grezza.

Preparazione

Tenendo conto del fatto che il dipinto del Caravaggio è stato eseguito su tela una già sbozzata, e constatato che nella stesura finale la trama delle tela è quasi impercettibile, ho optato per preparare  prima la tela nella maniera classica, e poi stendere la mestica, cioè la preparazione stesa dal Caravaggio. Quindi, prima ho eseguito l’apprettatura della tela con due mani di colla di coniglio e una volta asciutta ho passato due mani di imprimitura composta da Gesso di Bologna, Colla di Coniglio, Olio di Lino e Pigmenti. A questo punto ho creato la mestica, miscelando diversi colori ad Olio: Bianco di Piombo+Terra d’Ombra Naturale+Ocra+Rosso Venezia, in modo da ottenere un colore di tinta media: una terra rossastra (in alternativa potevo optare anche per un colore grigiastro, essendo probabilmente le preparazioni dei primissimi dipinti del Caravaggio di questo colore). Ho steso questa mestica con un andamento diagonale, dal basso verso l’alto da sinistra verso destra, proprio come riscontrato nell’originale. Preparata la tela, mi sono riportato su di essa il disegno della canestra, tramite un foglio stampato in grandezza naturale precedentemente, con il metodo della carta carbone. Fatto questo, ho iniziato con le stesure pittoriche vere e proprie.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 2: stesura della mestica

Pellicola Pittorica

Sia i frutti, che le foglie, che il cesto di vimini sono stati realizzati in due o tre stesure di colore massimo. L’abbozzo è finalizzato ad impostare soprattutto la volumetria degli oggetti che vado a dipingere; invece riguardo le stesure di colore vere e proprie mi concentro più sulla resa dei colori con  tutte le sfumature presenti.

Realizzazione Frutti e Foglie (Abbozzo)

L’abbozzo l’ho eseguito con un solo colore, corrispondente alla tinta dei frutti che andavo a realizzare. Il colore creato l’ho steso in gran parte del frutto mettendo il colore più a corpo nelle parti il luce:

  • Melocotogno: Biacca+Giallo+Ocra+pizzico di Terra d’Ombra Naturale
  • Mela: Biacca+Ocra
  • Pera: Biacca+Ocra
  • Pesca: Vermiglione+Giallo+pizzico di Terra di Siena
  • Uva chiara: Terra di Siena+Terra d’Ombra Naturale; Carminio+Blu+Biacca; Terra di Siena+Ocra
  • Uva nera: Bruno Van Dick+Blu
  • Uva secca: Terra di Siena+Ocra e Terra d’Ombra Naturale
  • Fico marrone: Bruno Van Dick
  • Fico nero: Bruno Van Dick+pizzico di Blu
  • Fichi verdi: Verde Terra+ Ocra+pizzico di Terra d’Ombra Naturale
  • Foglie Melocotogno: Terra Verde+Ocra+Pizzico di Terra di Siena
  • Foglie Secche Melocotogno: Terra di Siena+pizzico di Rosso Venezia+pizzico di Terra d’Ombra
  • Foglia di Fico: Terra Verde+pizzico di Ocra+Blu+pizzico di Verde Cobalto+pizzico di Bruno
  • Foglia di Vite: Terra Verde+pizzico di Ocra+Blu+pizzico di Verde Cobalto+pizzico di Bruno
  • Foglia di Vite accartocciata: Verde Terra+Ocra+Terra di Siena+pizzico di Terra d’Ombra
  • Foglie di Vite secche: Terra Verde+Blu+pizzico di Verde Cobalto+ Bruno Van Dick

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 3: Abbozzo della mela e del melocotogno

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 4: Abbozzo uva chiara

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 5: Abbozzo uva secca

Realizzazione Frutti e Foglie (Strati di Colore)

Avendo impostato la volumetria dei frutti con l’abbozzo, ho iniziato la stesura di colore creandomi per ogni frutto un colore ben preciso, che chiameremo “Colore Base” (che corrisponde al colore dei mezzi toni), da cui mi sono ricavato un colore per la parte in luce, che chiameremo “Colore Luce” e uno per la parte in ombra, che chiameremo “Colore Ombra”. Il tutto è stato eseguito miscelando queste tinte wet on wet, quindi lavorando il colore mentre era ancora fresco e in più cercando di imitare, per quanto possibile, il ductus delle pennelleate che seguono le forme dei frutti e delle foglie.

Esecuzione Melocotogno

  • Colore Base: Giallo+Ocra+Terra d’Ombra Naturale
  • Colore Luce: Colore Base+Biacca
  • Colore Ombra: Nero+pizzico di Colore Base

Ho iniziato stendendo il Colore Base a velatura in tutto il frutto, dopo ho iniziato a dipingere la parte in luce del frutto aggiungendo anche le massime luci con biacca pura, il tutto wet on wet; infine ho dipinto le ombre.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 6: Strato di colore del Melocotogno

Esecuzione Mela

  • Colore Base: Biacca+Ocra+pizzico di Terra di Siena Naturale
  • Colore Luce: Colore Base+ Biacca
  • Colore Rosso: pizzico di Vermiglione+Carminio+Rosso Venezia
  • Colore Ombra: Bruno Van Dick+Terra di Siena

Sono andato ad operare come nel melocotogno: stendendo il Colore Base e ricavando le luci e le massime luci wet on wet e a corpo. Poi ho iniziato a dipingere la parte rossa della mela con il Colore Rosso che ho sfumato wet on wet con la parte gialla del frutto. Asciutto questo strato di colore ho iniziato a dipingere tutte le linee rosse e gialle presenti nella mela, stendendo prima una velatura della tinta rossa e poi ottenendo con un colore (Giallo+Ocra) tutte le piccolissime sfumature presenti; infine ho dipinto le ombre. Dopo che anche questo strato è risultato asciutto ho dipinto i due buchi presenti e il picciolo.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 7: Strato di colore della Mela

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 8: Esecuzione delle sfumature gialle e rosse della mela

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 9: Aggiunta dei due buchi e del picciolo

Esecuzione Pesca

  • Colore Base: Vermiglione+Giallo+Ocra+ pizzico di Terra di Siena
  • Colore Luce: Colore base+Ocra+Biacca
  • Colore Ombra: Bruno Van Dick+pizzico di Terra di Siena

Esecuzione Uva Chiara

  • Colore Base: Terra di Siena+Terra d’Ombra Naturale
  • Colore Luce: Carminio+Blu+Biacca
  • Colore Riflesso: Terra di Siena+Ocra

Nell’abbozzo di quest’uva, avevo già utilizzato i colori: Base, Luce e Riflesso. Andando a stendere lo strato di colore ho utilizzato gli stessi colori, accentuando l’opalescenza dell’Uva stendo il Colore Luce a velatura e accentuando i riflessi. Infine con la Biacca a corpo ho realizzato i punti di massima luce.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 10: Work in progress uva

Esecuzione Uva scura:

  • Colore Base: Bruno Van Dick+Blu
  • Colore Luce: Biacca+pizzico di Colore Base

Ho steso un sottilissimo strado del Colore Base e sono intervenuto con il Colore Luce, dosando la quantità di colore in modo da ottenere svariate sfumature. Infine con la Biacca ho realizzato i punti di massima luce

Esecuzione Uva Secca:

  • Colore Base: Terra di Siena

Ho steso il Colore Base e poi wet on wet on la Terra d’Ombra Naturale ho creato le parti scure, invece con l’Ocra ho accentuato i riflessi chiari e nelle parti più secche dell’uva ho aggiunto al Colore Base il Rosso Venezia. Infine ho realizzato le luci a corpo con la Biacca.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 11: Esecuzione dell’uva secca e della pesca

Esecuzione Fichi Verdi

  • Colore Base: Terra Verde+Ocra+pizzico di Terra di Siena
  • Colore Luce: Colore Base+Biacca
  • Colore Ombra: pizzico di Colore Base+Terra d’Ombra Naturale

Steso il Colore Base a velatura ho creato la texture del frutto con i rispettivi colori Luce e Ombra sfumando e uniformando il tutto con un pennello asciutto. Poi ho realizzato l’ombra aggiungendo Bruno Van Dick+Blu.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 12: Work in progress fichi

Esecuzione Foglie Melocotogno

  • Colore Base: Terra Verde+Ocra+Pizzico di Terra di Siena
  • Colore Ombra: Colore Base+ Terra d’Ombra Naturale

Una volta stesi i colori suddetti e realizzato le massime luci con aggiunta di  Giallo e Biacca, ho eseguito wet on wet tutte le macchioline funginee presenti. Infine ho dipinto le nervature con Colore Base+Biacca.

Esecuzione Foglia di Fico

  • Colore Base: Terra Verde+pizzico di Ocra+Blu+pizzico di Verde Cobalto+pizzico di Bruno

Ho ricoperto con il Colore Base tutta la foglia e poi wet on wet ho realizzato tutte le sfumature presenti, quelle verdi con Verde Terra+Ocra+Terra di Siena e la parti più scure della foglia con Colore Base+Bruno Van Dick+Blu.

Esecuzione Foglia di Vite:

  • Colore Base: Terra Verde+pizzico di Ocra+Blu+pizzico di Verde Cobalto+pizzico di Bruno

L’ho realizzata nella stessa maniera della foglia di fico. In più una volta asciutto lo strato di pittura ho velato a sfregazzato un colore chiaro e un colore scuro per creare tutte le piccolissime sfumature e poi ho realizzato le nervature con Verrde Terra+Ocra+Biacca.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 13: Esecuzione della foglia di vite

Esecuzione Foglia di Vite accartocciata

  • Colore Base: Verde Terra+Ocra+Terra di Siena+pizzico di Terra d’Ombra
  • Colore Luce: Verde Terra+Ocra+pizzico di Terra di Siena+Biacca
  • Colore Ombra: Bruno Van Dick+Blu

Ho iniziato stendendo il Colore Base a velatura e iniziando pian piano a definire tutte le nervature e la texture della foglia. Con il Colore Luce steso a piccoli tocchi, ho fatto risaltare ancor di più la texture della foglia dovuta al suo accartocciamento. Poi ho dato le massime luci sulle nervature con Biacca+pizzico di Colore Base a corpo.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 14: Work in progress della foglia di vite accartocciata

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 15: Realizzazione dei tocchi di luce della foglia di vite accartocciata

Realizzazione Cesto di Vimini (Abbozzo)

  • Bruno Van Dick
  • Colore Base: Terra di Siena+Ocra

L’abbozzo del cesto di vimini mi è servito per impostare ogni singolo rametto. Prima ho steso una velatura di Bruno Van Dick e poi con il Colore Base  ho dipinto tutti i rametti.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 16 e 17: Abbozzo del cesto di vimini

Realizzazione Cesto di Vimini (Strato di Colore)

  • Colore Base: Terra di Siena+Ocra
  • Colore Luce: Colore Base+ Biacca

Asciutto l’abbozzo, ho iniziato alla vera e propria realizzazione del cesto. Dapprima ho steso una velatura di Bruno Van Dick e come per l’abbozzo ho iniziato a dipingere i rametti con il Colore Base, questa volta però cerando di far risaltare il volume del vimini, mettendo il colore più a corpo nei rametti illuminati. Asciutto questo strato, ho dato una velatura molto leggera di Terra di Siena in tutti i rametti del vimini, ed ho iniziato a ripassare solo il vimini in luce con il Colore Base, questa volte aggiungendo anche la Biacca a corpo nelle massime luci. Infine ho marcato le ombre scurissime del cesto in ombra con del Bruno Van Dick+Blu.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 18: Esecuzione del vimini con tocchi di colore, dopo la stesura di Bruno Va Dick a velatura.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 19: Esecuzione del vimini con tocchi di colore corposi, dopo la stesura della Terra di Siena a velatura.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 20: Dettaglio dei tocchi di colore del vimini dati a corpo.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 21: Aggiunta, una volta asciugato lo strato precedente, delle parti terminali del vimini.

Realizzazione dello Sfondo e del Tavolo

Lo sfondo colore pergamena l’ho steso quando la maggior parte dei frutti era alla fase di abbozzo, in modo da riuscire e ricreare più fedelmente possibile le tinte finali dei frutti e delle foglie. Il color giallo pergamena, Ocra+Biacca+pizzico Terra di Siena+pizzicodi Terra d’Ombra, è stato steso con pennellate casuali diagonali e verticali, in modo da lasciare il solco del pennello, e seguendo i contorni della composizione (come riscontrato nell’originale di Caravaggio).
Ho realizzato il tavolo con della Terra di Siena Naturale, e realizzato l’ombra del cesto su di esso con del Bruno Van Dick.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 22: Stesura dello sfondo.

Ritocchi e Velature finali

Per ultimo ho realizzato tutte le goccioline d’acqua presenti nei frutti e nelle foglie. Queste goccie sono state eseguite con Biacca per le massime luci, Giallo per i riflessi e Bruno Van Dick a velatura per le ombre. Infine ho deciso di aggiustare qualche tono con delle velature. Ho velato l’ombra della mela bacata con della Terra di Siena e Bruno Van Dick. Ho saturato, in alcuni punti, dei rametti del cesto di vimini con della Terra di Siena+Ocra.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 23: Dettaglio delle Goccioline e delle striature della mestica che si intravedono dove il colore del frutto si fa meno corposo.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 24: Dettaglio della Canestra a dipinto ultimato.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 25: Work in progress.

Canestra di Frutta di Caravaggio   Copia

Figura 26: Dipinto terminato.

E’ possibile vedere meglio il dipinto terminato cliccando questo link.

Puoi leggere altri articoli di Edoardo cliccando i link seguenti:

Canestra di Frutta di Caravaggio – Copia

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

$
0
0

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Questo è un articolo di Enrico Fiorentini. Se anche tu vuoi scrivere un articolo per il blog leggi le linee guida.

Qualche tempo fa, navigando fra siti d’arte sul web, mi sono imbattuto in un dipinto di Gerrit Dou altrimenti conosciuto come Gerard e Douw o Dow, pittore olandese della classe di Vermeer, se non superiore! Fece addirittura apprendistato, qualche anno, nello studio di Rembrandt (fonte Wikipedia). Il dipinto è un cane accucciato a sonnecchiante accanto ad un orcio e una canestra di vimini posti su di un ripiano accanto ad una fascina di legna con uno zoccolo di legno seminascosto. Non si capisce se il piano in legno su cui poggia tutta la composizione sia un tavolo, una panca o una mensola bassa posizionata in una cucina o altro ambiente del ‘600. La luce sembra provenga da una finestra. L’atmosfera trasmette l’intimità serena di un interno domestico e anche i caldi colori accompagnano questa sensazione di pace e tranquillità che scaturisce dalla posizione accovacciata della bestiola.

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Foto A

L’immagine mi è piaciuta così tanto che ho pensato di vederci il cane di casa mia, che non disdegna pennichelle qua e la, ovunque trovi un tappeto o qualsiasi cosa che sia meno freddo del nudo pavimento. Così mi è venuta l’idea di fare un dipinto con lui come soggetto nel contesto seicentesco. Per avere una base di partenza per realizzare un dipinto che raffigurasse il mio cagnetto nel contesto sicentesco, avevo bisogno di una fotografia che avesse lui come soggetto al posto di quello raffigurato in quest’opera fiamminga. La soluzione era quella di sostituire il cane originale con il mio bouledogue francese che risponde al nome di Mimmo. Per far ciò avevo bisogno di una foto del cane dormiente illuminato da sinistra a destra e con luce quasi radente e una posa adeguata che potesse essere collocata nella zona occupata dal cagnolino di quattro secoli fa. Allora ho approfitato di un suo sonnellino, e posizionando una lampada da tavolo a terra diretta fra il muso e l’orecchio destro del cane, leggermente dall’alto e avendo cura di rispettare la direzione del massimo punto di riflessione dell’orcio nel dipinto originale, ho effettuato alcuni scatti variando sia l’inclinazione della lampada che dell’asse di ripresa della fotocamera, producendo fotografie con lievi differenze, ma molto vicine di assetto, per avere la possibilità di una scelta che più si accomodasse alla foto del dipinto.

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Foto B

Operata la scelta della foto, ho dovuto ridimensionare il file, come densità e dimensioni, per la differenza esistente tra il file scaricato dal web e quello prodotto dalla fotocamera. Successivamente ho cominciato a cancellare il cane dalla foto A, avendo cura di sostituire le zone cancellate con lo sfondo. Per fare questo ho utilizzato il tool che quasi tutti i software di manipolazioni hanno: Il timbro Clone. (Vedi foto C.)

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Foto C

Della foto B ho cancellato grossolanamente, con un software fotografico, avendo cura di non cancellare le ombre portate, i contorni per poi rifinire nel dettaglio lo scontorno del cane della foto B in un successivo passaggio.(Vedi foto D).

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Foto D

Queste operazioni si possono fare con quasi tutti i programmi di questo tipo, basta che abbiano i più usati tools per la manipolazione delle immagini digitali. Chi volesse avventurarsi in un lavoro analogo può benissimo utilizzare Gimp, un validissimo freeware di facile utilizzo, in più occasioni illustrato dall’amministratore di questo blog.

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Foto E

Come si può notare nella foto E sono rimasti dei dettagli, anche abbastanza evidenti, della foto A. Nel programma che io uso normalmente, una vecchia versione di Photoshop, quando incollo una foto, o particolare di essa, sopra un’altra, il programma crea un nuovo livello; da cioè la possibilità di lavorare sulla foto applicata, senza intaccare quella che fa da sfondo. In questa maniera è stato possibile scontornare finemente l’immagine di Mimmo con l’ausilio della lente d’ ingrandimento e la gomma. Infine, tornando sul livello dello sfondo dove era rimasto parte del di dietro del cane che era presente in foto A, con il timbro clone e la solita lente, ho provveduto ad eliminare il pelame fulfo del seicentesco cane.
Il risultato finale di queste laboriose ma soddisfacenti operazioni, dopo aver fuso i due livelli, hanno dato il risultato della foto F.

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Foto F

Se andiamo a vedere attentamente, cavillando, qualche inesattezza si nota. Ma per lo scopo che mi ero prefissato, e cioè avere una fotografia da poter usare come modello, questo risultato mi sembra più che soddisfacente.

Voi che ne dite?

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Vernice a chiara d’uovo

$
0
0

Vernice a chiara duovo

Questo è un articolo di Salvo Marchesani (alias vasco). Se anche tu vuoi scrivere un articolo per il blog leggi le linee guida.

Hai realizzato un dipinto ad olio e sai che devi aspettare almeno sei mesi per poterlo verniciare. Allo stesso tempo, però, sei ansioso di mostrarlo ai tuoi familiari ed amici, ma non vuoi che vedano le imperfezioni della superficie dovuti ai prosciughi che spesso è impossibile evitare. Come fare?

La soluzione è aspettare che il dipinto asciughi e passare sopra al dipinto una vernice provvisoria che poi rimuoverai dopo sei mesi prima di applicare la vernice finale vera e propria. In quest’articolo voglio mostrarti come applicare al tuo dipinto una vernice a chiara d’uovo provvisoria. Questa è una ricetta antichissima utilizzata anche dai grandi maestri del passato.

Salvatore ha già spiegato su questo blog perchè si vernicia un dipinto e come farlo. In essi egli ha spiegato in maniera inecquivocabile perchè bisogna aspettare almeno sei mesi prima di verniciare un dipinto. Il problema è che, finito un dipinto, si è ansiosi di mostrarlo ai propri amici e familiari e avere dei prosciughi (ossia aree opache sul dipinto dovute all’eccessivo assorbimento della tela) sulla superficie del dipinto non aiuta a fare bella figura. Lo stesso problema c’è se abbiamo ricevuto una commissione e dobbiamo mostrare il dipinto al committente.

La soluzione a questo problema è aspettare una ventina di giorni affinchè il dipinto asciughi. Applicare una vernice provvisoria che lasci respirare lo strato pittorico affinchè raggiunga la giusta maturazione. Trascorsi almeno sei mesi è possibile rimuovere facilmente la vernice provvisoria per applicare quella finale definitiva.

In quest’articolo ti spiegherà come preparare da solo la vernice a chiara d’uovo usando una ricetta antichissima.

Un pò di Storia

Già Cennino Cennini nel suo Libro dell’Arte, parlando della pittura ad olio su tavola scrisse:

Sappi che ‘l più bello e migliore vernicare che sia, si è che quanto più indugi dopo il colorire della tavola, tanto è migliore. E dico: bene indugiando parecchi anni, e per lo meno uno, e più ti riesce fresco il tuo lavoro.

Ad ulteriore conferma di come già sette secoli fa fosse noto la necessità di attendere un tempo abbastanza lungo prima di verniciare un dipinto. Ma più importante per gli obiettivi di quest’articolo è quest’altro paragrafo dove scrive:

Per parere che in corto tempo un tuo lavoro paia invernicato, e non sia, togli chiara d’uovo ben rotta con la scopa quanto si può più, tanto che pervegnia spuma ben soda; lasciala stillare una notte. Togli in un nuovo vaselletto quella ch’è istillata, e con pennello di vaio ne da’ a distesa sopra i tuoi lavori; e parranno vernicati, e ancora sono più forti. Questo cotale invernicare ama molto le figure distagliate, o del legno o di pietra; e vernicare per questo modo i loro visi e mani e ogni loro incarnazioni. E questo basti a dire sopra il vernicare; e diremo del colorire e miniare in carta.

Quindi già ai tempi di Cennini era nota la ricetta per creare una vernice a chiara d’uovo provvisoria. Anche Bouvier nel suo manuale Manuel des jeunes artistes et amateurs en peinture (pag. 548) di cui qua trovate una traduzione in inglese a pag. 282 scrisse:

In questo caso si applica una vernice temporanea a base di bianco di uova, che viene fatta nel modo seguente. Dopo aver lavato e asciugato prima la pittura, …, si batte insieme il bianco di un uovo fresco, un cucchiaino di alcool e un pò di zucchero che è stato precedentemente sciolto in una quantità sufficiente di acqua da renderlo come uno sciroppo. Prendere una spugna morbida e la si immerga nel bianco dell’uovo battuto, e passarla in modo rapido e uniforme sull’intera superficie del quadro. Dopo circa un quarto d’ora, questa vernice sarà asciutta, e con la sua essiccazione spariranno tutte le bolle che potrebbe aver lasciato sulla tela. Il motivo per cui si prende la schiuma della miscela è che lo strato deve essere il più sottile possibile, affinchè l’olio possa entrare in contatto con l’ossigeno attraverso i suoi pori.

Tradurre quest’ultimo testo non è stato semplice per due motivi. Il primo è che si tratta di inglese arcaico e ho dovuto chiedere aiuto ad una collega canadese perchè in un paio di punti sembrava andare in contraddizione. Il secondo è che la traduzione in inglese non è corretta, del resto lo stesso autore della traduzione ammette di non aver mai provato questa ricetta. Ad ogni modo, la ricetta di Bouvier differisce da quella di Cennini per l’aggiunta di zucchero e alcool.

Quali ingredienti usare per la vernice a chiara d’uovo?

Gli ingredienti per preparare questa vernice sono 4 uova e 5g di zucchero. Serve anche un cucchiaio, due contenitori e un frullatore.

Come preparare questa vernice?

Dividere gli albumi dai rossi (a noi interessano gli albumi), metterli in un contenitire con lo zucchero e frullare rendendoli schiumosi. Una volta fatto questo procedimento lasciarli riposare per 5 minuti. Si formeranno due strati, sopra la schiuma e sotto i chiari.

Vernice a chiara duovo

Tenere con il cucchiaio la schiuma e versare i chiari nel secondo contenitore.

Vernice a chiara duovo

Questo procedimento va ripetuto almeno tre o quattro volte. Più si ripete e più viene chiara la vernice, cosi quando viene applicata sulla tela con il pennello evitiamo l’effetto schiumoso.

Come applicarla sul dipinto?

Vernice a chiara duovo

La vernice provvisoria si applica come una vernice finale qualunque, ma io consiglio di non caricare troppo il pennello e di non passarlo ripetutamente sulla stessa zona. Questo serve per evitare l’effetto schiumoso che rende difficile la rimozione prima di passare la finale. Voglio aggiungere una cosa, lo zucchero serve sia per dare l’effetto lucido, così chi guarda il quadro vede l’effetto della vernice finale, e sia per quando dobbiamo togliere la vernice provvisoria per passare quella finale.

Vernice a chiara duovo

In figura potete notare che ho steso la vernice solo su una piccola area. Ho eseguito la fotografia con il flash proprio per mostrare la lucentezza della vernice e come essa appare uniforme laddove viene stesa.

Come rimuovere la vernice provvisoria?

La rimozione della vernice a chiara d’uovo si può fare con una spugna e acqua tiepida. Per fare pratica ti consiglio di provare su un supporto qualunque e, quando hai visto come si comporta, utilizzarlo su tele buone.

E’ possibile conservare la vernice rimasta?

Il mio consiglio è di farla al momento, ma si può conservare in una bottiglietta in frigo. E’ importante che sia piena fino all’orlo cosi dura di più.

Vernice a chiara d’uovo

2° Concorso di Pittura Online di Disegno &Pittura

$
0
0

2° Concorso di Pittura Online di Disegno &Pittura

Oggi prende il via il 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura.

Dopo il successo dello scorso anno, che ha visto la partecipazione di oltre 80 artisti con oltre 180 opere, quest’anno Disegno & Pittura organizza la seconda edizione del concorso di pittura online.

Perche’ partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Durante quest’ultimo anno hai lavorato, sudato, talvolta arrabbiato, non hai dormito … tutto per creare la tua opera d’arte, la tua creatura. E’ giunto il momento di mostrare la tua opera a tutti e ricevere la giusta ricompensa. Questa sarà anche un’occasione per partecipare ad una manifestazione insieme a tante altre persone che condividono la tua stessa passione.

Chi puo’ partecipare?

La partecipazione è aperta a tutti ed è assolutamente gratuita.

Come si fa a partecipare?

Come prima cosa devi essere iscritto al forum di Disegno & Pittura. Se non sei iscritto al forum puoi farlo facilmente seguendo queste indicazioni (vedi domanda 6). L’iscrizione e’ gratuita. Se sei già iscritto ma non accedi al forum da così tanto tempo che non ricordi più la tua password puoi richiederla di nuovo qui inserendo il tuo Nome Utente e la tua Email. Se non ricordi nemmeno il tuo Nome Utente sarà necessario ripetere l’iscrizione. Una volta iscritto al forum devi fare una foto al tuo dipinto usando la tua macchina fotografica. Se non sei molto bravo a fare le foto prova a seguire questi consigli. Scattata la foto pubblicala sul forum come descritto nel regolamento riportato in seguito.

Se devi registrarti al forum assicurati di usare un Nome Utente semplice che non sembri generato in automatico da uno spammer. Considera che io approvo manualmente tutte le nuove iscrizioni. Generalmente, quando vedo un Nome Utente e una Email che non mi convincono, non approvo l’iscrizione.

Quanto dura il concorso?

Il Concorso comincia oggi 13 Febbraio 2013 e si concluderà il 24 Marzo 2013. Entro il 31 Marzo la giuria pubblicherà le tre opere vincitrici con le motivazioni.

Regolamento

Prima di partecipare al concorso leggi attentamente il regolamento. Le principali novità di quest’anno sono:

  • Ciascun artista puo’ pubblicare una sola opera.
  • Sono accettate le opere pubblicate solo su forum. Non saranno accettate opere spedite via email.
  • Oltre alla foto pubblicata su forum è consigliabile, opzionalmente, allegare anche una foto HD del dipinto. Per motivi di spazio disco è consigliabile pubblicare la foto HD su un sito di foto sharing come: flickr, facebook, dropbox, piacasaweb, ecc. e allegare sul forum soltanto il link.
  • Gli utenti del forum potranno votare le opere preferite mediante il meccanismo dei THANKS (quando siete loggati nel sistema in ciascun messaggio in alto a destra apparirà una manina cliccando la quale darete il vostro voto all’opera).
  • Le opere saranno giudicate da una giuria composta da 3 giudici. Ci sarà un presidente di giuria che non giudicherà le opere ma coordinerà i giudici, raccogliendo le loro preferenze e svolgerà un lavoro di sintesi tra le suddette.
  • Verranno rese note le motivazioni della scelta per ciascun vincitore.
  • Il primo premio, come vedremo più avanti, è un pò più appetibile rispetto a quello dello scorso anno.
  • L’opera deve essere pubblicata in questa discussione.

La Giuria

Come già anticipato sopra la giuria è composta da 3 giudici: Paolo Tagliaferro, Walter Cozzoli e Marco Maria Fenocchio (vincitore della scorsa edizione). I giudici giudicheranno le opere selezionate in maniera insindacabile. Se un’opera non convincerà uno dei giudici questi potrà chiedere delucidazioni al concorrente. Se le risposte non saranno ritenute adeguate, l’opera sarà esclusa dal concorso. A fine manifestazione ciascun giudice sceglierà tre opere fornendo una motivazione di tre righe per esse. La giuria sarà presieduta da un Presidente di Giuria (cioè io) che non avrà alcun ruolo nella scelta delle opere. Il Presidente riceverà le scelte da parte di ciascun giudice e dovrà trovare un punto di sintesi tra le diverse opinioni. L’obiettivo è arrivare entro il 31 Marzo 2013 alla classifica con i 3 vincitori.

I Premi

Il vincitore del Concorso riceverà a casa una coppa a forma di tavolozza delle dimensioni di 10x10x14 come mostra la seguente foto. Il secondo e terzo classificato riceveranno, invece, due targhe premio.

2° Concorso di Pittura Online di Disegno &Pittura

2° Concorso di Pittura Online di Disegno &Pittura

Non Perdere Altro Tempo

Iscriviti al forum, fai una foto alla tua opera migliore, pubblicala sul forum e … in bocca al lupo.

2° Concorso di Pittura Online di Disegno &Pittura

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

$
0
0

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Il 13 Febbraio è partito il 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura. La risposta dei lettori è stata strepitosa. In soli 5 giorni più di 130 persone si sono iscritte al forum e già oltre 60 opere sono state pubblicate. Nella passata edizione
abbiamo atteso 3 mesi per raggiungere questi numeri. Il primo giorno di concorso ho dovuto approvare più di 80 richieste di iscrizioni. A fine giornata mi faceva male il dito, visto che in genere gestisco queste cose via telefono.

Ad ogni modo non è stato tutto rose e fiori, perchè molte persone hanno avuto diverse difficoltà nel:

  • registrarsi al forum
  • accedere al forum
  • ridimensionare le immagini al limite di 600 pixel e 256 Kb.
  • pubblicare le immagini
  • pubblicare il link alla Foto HD

Visti tutti questi problemi ho pensato di scrivere quest’articolo per chiarire alcuni aspetti che magari hanno messo in difficoltà molti di voi. Chiedo agli utenti più esperti di scusarmi se alcune nozioni e passaggi possono sembrare a loro troppo banali. Ma l’intento è quello di dare la possibilità a tutti di accedere al concorso.

Che tipo di opera posso pubblicare al Concorso di Pittura?

Come prima cosa ti consiglio di leggere attentamente il regolamento. In esso c’è scritto:

  • Si può pubblicare una sola opera.
  • Sono ammesse opere pittoriche dipinte con qualunque medium: olio, acrilico, acquarello, tempera, matite colorate o pastelli.
  • Si possono pubblicare opere già pubblicate sul blog, sul forum o sulla pagina facebook di Disegno&Pittura o di qualunque altro sito.
  • Non è possibile pubblicare opere già inviate per la partecipazione a precedenti concorsi di Disegno & Pittura.
  • Non è possibile pubblicare copie di opere già inviate a precedenti concorsi di Disegno & Pittura.
  • E’ possibile pubblicare opere eseguite in passato e non necessariamente dipinte appositamente per questo concorso.
  • Si possono presentare opere originali o copie di opere famose che ritraggono oggetti di qualsiasi natura: paesaggio, natura morta, ritratto, ecc.
  • Saranno accettate opere i cui tutorial sono pubblicati su Internet.
  • Non saranno accettate opere dai contenuti volgari, violenti, razzisti, pornografici che offendono la pubblica moralità.

I disegni non sono ammessi, è importante che l’opera sia “colorata” per intenderci.

Come scattare la foto al mio dipinto?

Il primo passo per partecipare è scegliere la tua opera migliore e scattare una foto con la tuaa macchinetta fotografica. Per dare la possibilità ai giudici di giudicare la tua opera è bene scattare al meglio la foto. Io non sono un fotografo, però tempo fa avevo riportato pochi semplici consigli che di solito adotto per fotografare al meglio le mie opere.

Come ridimensionare l’immagine per poterla pubblicare su forum?

Purtroppo il forum non ha spazio infinito e se pubblichiamo tutti foto molto grandi si rischia di far finire lo spazio e non poter più usare il forum. Quindi va usato con ragionevolezza. Per questo motivo il forum non ti fa caricare foto che siano più grandi di 256 Kb. Allo stesso tempo abbiamo imposto che queste foto non devono superare 600 pixel orizzontali. Su questo secondo limite non c’è un controllo software, siamo noi a rimuovere la foto e il concorrente sarà automaticamente escluso. Nel dubbio, ricontrolla se la tua foto è ancora lì è non c’è un commento rosso del moderatore che chiede di caricare una foto conforme al regolamento. Ti chiediamo la cortesia di rispettare questa regola perchè così ci aiuti a non sprecare spazio inutile sul forum. In fondo all’articolo spiego come modificare la tua opera già pubblicata ma che non è conforme al regolamento.

Molti, però, non sanno come ridurre le dimensioni di una foto. Come fare allora?

Vai su questo sito. Anche se in inglese, ti guiderò passo passo al ridimensionamento della tua immagine. Ti apparirà questa schermata.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Clicca su Browse come mostra la freccia rossa. Browse in italiano significa Sfoglia. Cliccando su questo bottone potrai scegliere il file della tua immagine sul tuo Hard Disk. Scelto il file clicca sul bottone grande giallo dove è scritto Continue. Continue in italiano significa Continua. Il sito impiegherà qualche secondo per caricare l’immagine dal tuo Hard Disk.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Dopo aver atteso qualche secondo apparirà una schermata con la tua foto. Vai in basso fino a che non vedi 2 Resize Your Picture che in italiano significa “2 Ridimensiona la tua immagine”. Clicca sul combo box (quella specie di finestrella che vedi in figura) e seleziona Custom Size… come indica la freccia rossa. In Italiano significa “Dimensione Personalizzata…”.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Nella casella Width, che significa Larghezza, scrivi 600 per dire che la tua foto avrà una larghezza massima di 600 pixel. La casella in questione è indicata dalla freccia rossa in alto a sinistra. Non è necessario specificare l’altezza, la calcola lui in automatico. Nella casella Max Filesize scrivi 256 per dire che il file generato non dovrà superare i 256 Kb. Max Filesize in italiano significa “Dimensiona massima del file”. A questo punto clicca sul bottone giallo dove è scritto I’m Done, Resize My Picture che in italiano significa “Ho Fatto, Ridimensiona la mia immagine”. Il software impiegherà qualche secondo per ridimensionare l’immagine.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Dopo qualche secondo apparirà questa schermata. La prima freccia in alto indica la posizione dove troverai le nuove dimensioni della tua immagine. Come puoi vedere la mia immagine è ora 600×818 pixel e la dimensione è 84Kb. Quindi rispetta i canoni imposti dal regolamento. Bisogna ora salvare l’immagine su disco. Clicca su Save to Disk che in italiano significa Salva su Disco.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Comparirà una finestra dove dovrai selezionare Save File che significa Salva il File e poi su Ok. Verrà salvata sul tuo disco un’immagine che avrà come nome rsz_<nome file originale>.jpg pronta per essere caricata sul forum.

E’ necessario pubblicare anche la Foto HD?

Delle oltre 60 opere pubblicate pochi hanno pubblicato il link alla foto HD. Abbiamo detto che questo passo è opzionale perchè sapevamo che molte persone non sanno cos’è una foto HD e come pubblicarla sul web. Con Walter abbiamo deciso di non obbligare nessuno a pubblicare la Foto HD. Nella fase finale provvederemo a chiederla noi via email se necessario. Dovete comprendere, però, che per i giudici avere una Foto HD è importante per capire la qualità di un’opera.

Ma che cos’è una Foto HD?

Tecnicamente una foto HD è una foto con una risoluzione di almeno 1920×1080. E’ una foto grande, ad alta risoluzione che consente di osservare molti dettagli. Una foto di risoluzione 1920×1080 contiene 2073600 pixels, ossia è un’immagine a 2 Megapixel. Considerando che la macchina fotografica più scarsa in commercio è almeno 3 Megapixel, con qualsiasi macchinetta scatti la tua foto (diciamo senza toccare le impostazioni di base) otterrai una foto HD. Quindi possiamo con buona approssimazione dire che una Foto HD è la foto così come esce dalla tua macchinetta senza essere ridimensionata.

Purtroppo una Foto di questo tipo occupa molto spazio e, se tutti cominciano a caricare sul forum Foto HD, dopo un pò lo spazio disco finisce. Per questo motivo la Foto HD va pubblicata su un sito di Foto Sharing come Flickr, Picasaweb, Dropbox, ecc.

Se non hai capito nulla di questa sezione relativa alla Foto HD, trascurala per ora. In caso di necessità ti chiederemo di inviarci la foto via email quando sarà il momento. Se, invece, hai un pò di dimestichezza con il software ti suggerisco di pubblicare la tua Foto su Dropbox come spiego in questo tutorial. Pubblicare i tuoi dipinti su Dropbox ti sarà utile per questo concorso ma anche per creare velocemente una Galleria dei tuoi dipinti e mostrarli ai tuoi amici sul web.

Come Registrarsi al Forum?

A questo punto hai la tua immagine ridimensionata pronta per essere pubblicata sul forum e la tua Foto HD (se hai seguito la precedente sezione) pronta per essere linkata. Come prima cosa voglio ricordarti di non spedirmi lavori via email. Non ho tempo di pubblicarli tutti di persona. E’ necessario, quindi, che ti registri sul forum per pubblicare la tua opera.

Per registrarti al forum accedi alla Home page del forum. In alto a destra clicca sul link Iscriviti come mostra la freccia rossa nella seguente figura.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Cliccate poi sul bottone Accetto queste condizioni d’uso.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

A questo punto inserisci: Nome Utente (un nome inventato), l’email (2 volte), password (scelta a caso), Nome e Cognome. Infine, c’è un codice di conferma. Questo codice serve ad evitare lo spammer. Scrivi la stringa scritta così come la leggi. Il sistema si assicurerà così che è un reale essere umano che si sta registrando.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Clicca su Invia. Apparirà una schermata con scritto: Il tuo account è stato creato. Tuttavia, il sistema richiede l’attivazione dell’account da parte di un amministratore. Un’e-mail è stata inviata agli amministratori, verrai informato quando il tuo account sarà attivato. Bisognerà che tu attenda che io dall’altra parte del computer approvi la tua iscrizione. Appena l’avrò approvata riceverai una email. Da questo momento potrai accedere al forum.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Ma se ero già Registrato al forum?

Tanti di voi erano già registrati al forum ma non ricordavano più i dati per accedere. Se non ricordi più il tuo Nome Utente allora devi registrarti di nuovo seguendo la procedura della precedente sezione, utilizzando un indirizzo email diverso rispetto a quello usato la volta precedente. Se non ricordi la password, puoi recuperarla facilmente seguendo queste istruzioni. Se non è questo il tuo caso puoi saltare alla successiva sezione.

Accedete alla Home page del forum. In alto a destra cliccate su Login come mostra la freccia rossa nella seguente foto.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Nella successiva schermata clicca sul link “Ho Dimenticato la password” come mostra la freccia rossa della seguente figura.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Nella successiva schermata inserisci il tuo Nome Utente, la tua Email e clicca su Invia. Il sistema ti invierà una nuova password che potrai cambiare una volta entrato nel sistema.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Come accedere al forum per pubblicare la propria opera?

A questo punto sei pronto per accedere al forum e pubblicare la tua opera. Accedi alla Home page del forum. In alto a destra clicca su Login come mostra la freccia rossa nella seguente foto.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Inserisci il tuo Nome Utente e la Password che hai scelto durante la fase di registrazione. Clicca sul bottone Login, come mostra la freccia rossa nella seguente foto.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Bisogna poi accedere alla discussione dove si pubblicano le opere che troverai a questo link. Clicca poi sul bottone Rispondi come mostra la freccia rossa nella seguente figura.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Inserisci il messaggio nel formato descritto nel Regolamento. Molte delle opere già pubblicate non rispettano questo formato. Dovrai tener presente che molte delle informazioni servono poi per pubblicare l’articolo che annuncerà i vincitori. Se la tua opera viene scelta come vincitrice è brutto che venga presentata ai lettori di Disegno & Pittura con la didascalia incompleta. Se sei tra questi non temere, puoi modificare il tuo messaggio come spiegherò nella successiva sezione. Seleziona poi la foto ridimensionata cliccando sul bottone Browse (che significa Sfoglia) e caricala sul forum cliccando sul bottone Aggiungi file.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Caricata la foto sul forum apparirà il bottone Inserisci in linea con il testo. Cliccando questo bottone verrà aggiunto al tuo testo una stringa del tipo [attachment]<nome file>[/attachment]. Dovrai considerare questa stringa come se fosse la tua immagine, dove la metti lì apparirà l’immagine. Clicca Invia per pubblicare il Messaggio.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

La tua opera è stata finalmente pubblicata.

Se ho sbaglato a pubblicare la mia foto posso ripetere l’operazione?

Delle oltre 60 opere già pubblicate pochi hanno rispettato pienamente le regole. O ci sono immagini troppo piccole, o immagini troppo grandi oppure non è stato rispettato il formato del messaggio. Tutte le foto pubblicate con un formato superiore a 600 pixel orizzontale sono state rimosse. Controlla se la tua opera è tra queste. Non è che io Amministratore e Walter Moderatore del forum vogliamo fare i cattivi e non farti pubblicare le opere. Semplicemente non abbiamo spazio disco all’infinito e foto troppo grandi occupano troppo spazio. Se tutti cominciamo a caricare foto troppo grandi consumeremo lo spazio e la vita e l’usabilità del forum potrebbe essere compromessa per sempre. Quindi ti chiedo di essere paziente, controllare se il tuo messaggi è tra questi e ripubblicare la foto.

Anche una foto troppo piccola è dannosa, soprattutto per te. Come pensi che i giudici possano giudicare bene il tuo lavoro? La soluzione ottimale è pubblicare una foto con 600 pixel orizzontale come ho spiegato sopra e linkare poi una Foto HD del tuo lavoro. Solo così i giudici saranno messi in condizione di fare al meglio il loro lavoro.

Anche il formato del messaggio è importante. Quando dovrò scrivere l’articolo che annuncerà i tre vincitori l’ideale è avere oltre alle tre foto delle opere anche una completa disascalia e una breve biografia dell’autore. Se sei tra quelli che non hanno rispettato il formato sei ancora in tempo a modificarlo.

Ma come si fa a modificare il messaggio e l’opera già pubblicata?

Tutti i tuoi messaggi pubblicati sul forum possono essere modificati da te stesso cliccando semplicemente sul tasto Modifica presente sul messaggio stesso. Vai sulla discussione dove sono pubblicate le opere del 2° Concorso di Pittura Online e clicca il bottone Modifica come mostra la freccia rossa della seguente figura.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Non Perdere Altro Tempo

A questo punto ti ho spiegato tutti i passi necessari per partecipare al 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura. Non perdere altro tempo, iscriviti al forum e pubblica la tua opera. Quando hai finito aiutami a diffondere l’iniziativa tra i tuoi amici e conoscenti diffondendo il link del concorso su Facebook, Google + e Twitter.

Come partecipare al 2° Concorso di Pittura Online?

Comunicazione Importante

$
0
0

Comunicazione Importante

Nell’ultima settimana ho ricevuto diverse lamentele di persone che non riuscivano a registrarsi sul forum perchè le loro iscrizioni non venivano approvate.

Ho scoperto, purtroppo, che il mio Service Provider (l’azienda che ospita il blog),  bloccava le email in uscita dal forum. Ho subito aperto un ticket e l’azienda ha ripristinato le normali funzionalità in pochi minuti. Nel frattempo ho provveduto ad approvare manualmente tutte le iscrizioni.Chiedo a tutte le persone che hanno avuto difficoltà a provare a loggarsi sul forum con il Nome Utente e la Password specificata durante la registrazione.

Due giorni fa ho scritto anche un lungo articolo che spiega passo passo e con delle figure come iscriversi al forum e partecipare al concorso.
Ringrazio ancora tutti e mi scuso per i disgiudi tecnici.

Comunicazione Importante


Come pulire i pennelli nella pittura ad olio?

$
0
0

Come pulire i pennelli nella pittura ad olio?

Come pulire i pennelli quando si finisce di dipingere credo lo sanno tutti, ne ho parlato anche io durante il corso di pittura ad olio.

Il metodo che tutti conoscono è quello di bagnare il pennello in un solvente, come trementina o acqua ragia, pulirlo con uno straccio e, infine, ricoprirlo con un pò di sapone. Chi non ama l’odore dei solventi sopra citati magari opterà per un sostituto vegetale inodore.

Ma siamo sicuri sia questo il metodo corretto?

Problema nel pulire i pennelli con trementina o acqua ragia

Questa domanda me la sono posta non molto tempo fa dopo che per tanto tempo ho usato il metodo citato sopra. Il motivo è che notavo che i peli dei miei pennelli o si dilatavano o biforcavano.

Come pulire i pennelli nella pittura ad olio?

Generalmente questi fenomeni accadono quando si usano pennelli di cattiva qualità, si puliscono male  oppure quando non si conservano in maniera adeguata. E’ inutile dire che io utilizzo solamente pennelli di pelo di bue e martora kolinsky di buona qualità. E’ altrettanto inutile dire che sono molto scrupoloso nella pulizia dei pennelli e nella loro conservazione. Nonostante ciò di tanto in tanto notavo che qualche mio pennello si rovinava anche dopo poco tempo di utilizzo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e stato quando si rovinò un pannello di martora kolinsky da poco acquistato.

C’era qualcosa che non andava nel mio metodo di pulizia dei pennelli, dovevo scoprire cosa.

Ricerca della Soluzione

Iniziai a fare un pò di ricerche sui vari manuali di pittura antichi e moderni. Sul manuale di Bouvier trovai una ricetta per pulire i pennelli. Decisi che poteva valere la pena provare.

Soluzione

Bouvier sostiene, nel suo manuale, che l’uso della sola trementina può danneggiare i pennelli. Nello stesso manuale egli sostiene che il miglior modo per pulire i pennelli è quello di utilizzare l’olio.

Il Metodo Bouvier per pulire i pennelli

Qui di seguito vi riporto la procedura descritta da Bouvier nel suo manuale che io stesso ho sperimentato con successo e che sto utilizzando da molto tempo. Prendete due vasetti e versate dell’olio di lino (oppure noci o papavero) al loro interno. Nel primo vasetto aggiungete un terzo di trementina. Questo primo vasetto verrà utilizzato per rimuovere la maggior parte del colore. Come vasetti spesso utilizzo i contenitori del medium che si agganciano alla tavolozza. Questo perchè carico i pennelli sempre con poco colore. Tu se lo desideri puoi utilizzare contenitori più grandi.

Come pulire i pennelli nella pittura ad olio?

Prendi il pennello da pulire, rimuovi con uno straccio il colore in eccedenza e intingilo nel vasetto che contiene olio e trementina. Cerca di rimuovere quanto più colore possibile.

Come pulire i pennelli nella pittura ad olio?

Pulisci ora il pennello di nuovo con uno straccio. Intingi di nuovo il pennello nel secondo vasetto che contiene solo olio. In questa seconda operazione il pennello avrà meno colore e la procedura serve per rimuoverlo definitivamente.

Come pulire i pennelli nella pittura ad olio?

Pulisci di nuovo il pannello con uno straccio. Con le punta delle dita dare forma al pennello.

Come pulire i pennelli nella pittura ad olio?

A questo punto il pennello e’ pulito e pronto per essere utilizzato il giorno successivo. Volendo è possibile riutilizzare il pennello anche dopo qualche giorno. Non aspettare più di tre settimane altrimenti il pennello diventa eccessivamente gommoso. Non preoccuparti basterà intingere di nuovo il pennello nell’olio per ritornare come prima. Bouvier suggerisce di ripetere l’operazione ogni 3 settimane se non si utilizzano i pennelli.Questa procedura è particolarmente indicata per chi dipinge tutti i giorni o quasi tutti i giorni. Ecco cosa è scritto a pag. 96 (nella traduzione in inglese) del libro:

Cerca di seguira la regola di pulire i pennelli alla fine di ciascun giorno lavorativo. Ciò ti farà risparmiare fatica in primo luogo, e ti aiuterà eventualmente  a tenerli in buone condizioni. La modalità di esecuzione di questo sgradevole lavoro è la seguente  … prendi due tazze ovali, una delle quali ha una barra di metallo, o un filo ricoperto stagno, che attraversa la sua parte superiore. Si tratta infatti di un raschietto, per purificare i peli del pennello.  Mettere una porzione di papavero o altro olio che generalmente usi in ciascuna delle due tazze. Si gira, uno alla volta, i pennelli nella prima tazza finché non avrete liberato il pennello della porzione maggiore della vernice, poi passandolo tra le pieghe di un soffice panno di lino (ripetere entrambi i processi fino a quando tutto il colore è stato rimosso). Si gira poi nell’altra tazza e, sottratta dell’olio eccedente, riporre il pennello … per evitare che l’olio tra i peli del pennello diventi troppo denso se i pennelli non si utilizzano, la pulizia deve essere rifatta ogni 3 o 4 settimane e anche più spesso in estate … L’obiezione fatta allo spirito di trementina, è che trasforma le estremità dei pennelli, facendo loro assumere la forma di ganci e di rovinarli. Tuttavia se si utilizza solo un terzo di trementina all’olio di cui sopra solo prima tazza (le seconda deve avere solo olio), i pennelli si puliranno altrettanto bene e  la procedura di pulizia sarà più semplice.

Quando a causa di negligenza, o altro, lo stato del pennello è tale che ha bisogno del sapone, l’uso del sapone verde adatto allo scopo, in vendita nei colorifici, è raccomandabile.  Dopo essere stato purificato da questo detergente, il pennello deve essere sciacquato con molta attenzione in abbondante acqua tiepida e pulita.

Il sapone di cui parla Bouvier credo sia il normale sapone di Marsiglia.

Cosa fare se non si dipinge tutti i giorni?

Se non si dipinge tutti i giorni ma solo una volta ogni due o tre settimane o con frequenza ancora minore è facile che non appena cominciate a dipingere i pennelli vi appariranno un pò gommosi. Che fare? Bouvier suggerisce che il miglior modo per preservare i pennelli per mesi è intingerli un pò nell’olio di oliva. Quest’olio ha la caratteristica di asciugarsi in maniera lentissima. Dopo diversi mesi quest’olio può essere ancora umido. Quindi prima di riporre il pennello bagnarlo un pò nell’olio di oliva. Con uno straccio rimuovere l’olio in eccesso e con le punta delle dita dare forma alla punta del pennello.

Come pulire i pennelli nella pittura ad olio?

E’ importante che quando si riprende a dipingere di non intingere subito il pennello nel colore. L’olio d’oliva ancora umido potrebbe compromettere la rapida essiccazione del colore. Bisogna, come prima cosa, bagnare il pennello nell’olio di lino, noci o papavero e asciugarlo con uno straccio. A quel punto il pennello è pronto per essere usato. C’e’ da dire che anche utilizzando l’olio di oliva, se non si dipinge per più di 6 mesi c’e’ il rischio che la punta del pennello diventa gommosa. Bouvier in questi casi suggerisce di rieffettuare la pulitura dopo 6 mesi se i pennelli sono rimasti inutilizzati. Secondo Bouvier l’uso dell’olio di oliva previene anche che i pennelli vengano attaccati dalle tarme. A pag. 99 del manuale di Bouvier leggiamo:

Quei pennelli che devono essere messi da parte sono unti con un pò olio di oliva, naturalmente, il meno possibile. Questo olio resta umido per un tempo lunghissimo. Devi solo prendere la briga di rinfrescare l’olio una volta ogni cinque o sei mesi, per evitare che diventi troppo gommoso. Quando desideri utilizzarli, tutto ciò che devi fare è rimuovere l’olio di oliva con un panno morbido panno morbido, e poi semplicemente pulire il pennello nella tazza con olio di papavero (lino o noci) secondo il procedimento descritto sopra per la pulizia dei pennelli.

Come pulire gli sfumini?

Di solito utilizzo pennelli tondi e piatti. I primi li uso, generalmente, per applicare il colore sulla tela e i secondi per sfumarli. Oltre ad essi utilizzo dei pennelli che io chiamo “sfumini”. Questi pennelli li adopero dopo la fase di sfumatura se l’oggetto appena sfumato non appare uniforme come dovrebbe. Questi pennelli vanno usati sempre puliti e asciutti e con tocco leggero. Essi vanno impiegati con parsimonia e attenzione perchè se da un lato uniformano una superficie, se utilizzati troppo tendono a distruggere i contrasti appiattendo l’immagine. Quando li utilizzo cerco sempre di ritornare sulle aree più chiare o scure per rinforzarle.

Come pulire i pennelli nella pittura ad olio?

Inizialmente pulivo anche questi pennelli con trementina e sapone. Notavo, però, la volta successiva che li utilizzavo, se non era trascorso molto tempo, che non erano belli soffici come in origine. Leggendo il manuale di Bouvier scoprii che quest’ultimo suggeriva di pulirli semplicemente sfregandoli leggermente su un tovagliolo. Da allora questi pennelli sono rimasti belli e soffici come in origine. A pag. 97 del manuale leggiamo:

Gli sfumini, come abbiamo detto, non sono mai utilizzati con la vernice. Quel pò che assorbono durante le sfumature viene rimosso passando il pennello leggermente su un panno.

Conclusioni

Devo dire che da quando uso questo metodo i pennelli sembrano come nuovi. Qualche pennello di pelo di bue sono riuscito a recuperarlo e farlo diventare come nuovo. Purtroppo non sono riuscito a recuperarli tutti. Quello che posso dire è che sicuramente questo metodo è migliore di quello che usavo in precedenza. Poichè io non dipingo tutti i giorni uso quasi sempre l’olio di oliva.

Credo esistono altri metodi di pulitura dei pennelli con agenti meno aggressivi dell’acqua ragia o della trementina. Ad esempio, Marco Maria Fenocchio, sul forum, suggerisce anche l’uso della isoparaffina disponibile nei negozi che vendono materiale per il restauro. Purtroppo non ho avuto modo di sperimentarla quindi non posso dare un feedback diretto. Tuttavia, conoscendo l’esperienza di artista e restauratore di Marco non ho dubbi che sia un metodo molto valido.

Tu, quale metodo utilizzi per pulire i pennelli?

PS

Mancano solo 2 settimane alla conclusione del 2° Concorso di Pittura Online. Non perdere altro tempo e partecipa con una tua opera. Se pensi di non essere bravo con la tecnologia per partecipare, prova a leggere questo dettagliato tutorial che ti guiderà passo dopo passo, con innumerevoli foto alla pubblicazione della tua opera.

Come pulire i pennelli nella pittura ad olio?

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

$
0
0

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Il giorno 13 Febbraio è cominciato il 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura. La partecipazione è stata straordinaria. In 40 giorni sono state pubblicate 206 opere da un altrettanto numero di partecipanti. Un livello di partecipazione due volte e mezzo in più dello scorso anno. Un livello di partecipazione che, sinceramente, non mi aspettavo.

Per rendere la gara più avvincente e creare un pò di suspense la giuria ha deciso di pubblicare su questo blog i 12 finalisti tra i quali ci saranno i tre vincitori che verranno annunciati entro Domenica 14 Aprile. Questo vuole essere anche un omaggio ai tanti bravi artisti che hanno partecipato ma che, purtroppo, non saliranno sul podio.

Per i 12 finalisti non verranno menzionate le motivazioni della scelta che verranno rese pubbliche solo per i tre vincitori.

Ecco i 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online

In questi 40 giorni la giuria composta da Walter Cozzoli, Marco Maria Fenocchio, Paolo Tagliaferro e presieduta da me ha costantemente monitorato le opere in gara. Tra le 206 opere pubblicate queste sono le 12 opere finaliste. Scegliere non è stato facile e siamo consapevoli che molte altre opere meritavano di essere menzionate, ma una scelta bisognava pur farla. Le opere sono ordinate in ordine alfabetico rispetto al Nome dell’autore.

Amalia La Rosa – Cristo (Omaggio a Guido Reni)

Appassionata di pittura fin da bambina, ho iniziato con la pittura a tempera sempre da autodidatta, casualmente ho conosciuto la pittura a olio che è oggi la mia tecnica più usata e che solo negli ultimi anni ho potuto praticare con una certa costanza.

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Olio su Tela 30×40

Cristo – Foto HD

Cinzia Rispoli – Mercato Orientale

Dipingo da due anni circa, da autodidatta . Ho sempre avuto la passione per il disegno e la pittura, ma per motivi lavorativi non ho mai potuto dedicarmici. Ora che ho più tempo, finalmente, mi ci butto a capofitto …. o quasi . Mi piace quasi di tutto dai ritratti ai paesaggi alle nature morte .

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Olio su Tela 50×60

Mercato Orientale – Foto HD

Claudio Costa – Misty Morning Walk

Nasce a Rho il 24 Giugno del 1953 e dipinge ormai con passione da oltre 30 anni. Autodidatta, inizia il suo percorso artistico studiando a fondo la pittura degli Impressionisti Francesi, che segneranno profondamente il suo modo di dipingere. La natura, in particolare quella lombarda, è per lui fonte inesauribile di spunti ed emozioni.

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Acrilico su Tela 50×70

Misty Morning Walk – Foto HD

Elena Albertoni – Boston

Sono diplomata in ragioneria ma come lavoro faccio la grafica. Ho sempre avuto la passione per il disegno e dopo circa 15 anni di inattività ho ripreso a dipingere. Seguo molto il vostro forum e ho potuto imparare molte cose essendo autodidatta.

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Olio su Tela 30×50

Boston – Foto HD

Ferruccio Ghiggi – Gli Ulivi del Garda

Sono (purtroppo) completamente autodidatta; disegno e dipingo da quando avevo 7 anni (ne ho bisogno, non potrei farne a meno); avrei tanto desiderato studiare disegno, pittura, scultura o qualsiasi cosa che riguardi forme e colori, ma …… non sempre i binari della vita imboccano la pista giusta. Quella pista che però possiamo percorrere comunque, se la sentiamo veramente nostra. Anche solo per sè stessi.

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Olio su Tela 50×80

Gli Ulivi del Garda – Foto HD

Giuseppe Colafelice – Giulia Colafelice

Nel 1997 approccio, sporadicamente, ai primi acquerelli sperimentando, successivamente, le diverse tecniche artistiche: pirografia,carboncino, sanguigna, china, acrilico sempre come autodidatta. A partire dal 2009, la mia attività artistica prosegue con assiduità, privilegiando l’olio. Nature morte, nudi e ritratti sono i soggetti preferiti.

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Olio su Tela 50×60

Giulia Colafelice – Foto HD

Kornelia Fischer-Benfari- Silenzi

Vivo in Sicilia da 20 anni, e, come tedesca, mi sono innamorata perdutamente in questo villaggio, Caltabellotta, dal primo momento che l’ho visto. Dopo 17 anni di non toccare un pennello ho ripreso la pittura all’inizio del 2010, sviluppando una mia tecnica con materiali che trovo ovunque: dalle piante sfiorite alla segatura della nostra falegnameria, dagli strofinacci ormai bucati alla carta del pane. Si sviluppano delle strutture sotto diversi strati di acrilico e resine che mi affascinano. I miei soggetti sono i paessaggi e la vita della gente semplice, sommersa in questa incredibile luce siciliana. Sono autodidatta ma dalla mia prima infanzia sempre a contatto strettissimo con la pittura, i colori e i materiali.

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Materiali misti in Acrilico su Jute 70×90

Silenzi – Foto HD

Mauro Pucci – San Matteo e L’Angelo

Sono completamente autodidatta e mi rendo conto di quanto bisognerebbe sapere e saper fare per copiare degnamente i grandi del passato…..ma, finchè l’esecuzione di copie men che mediocri non diventerà un reato, continuerò con questa mia viscerale passione scoppiata ahimè a quasi 40 anni.

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Olio su Tela 165×110

San Matteo e L’Angelo – Foto HD

Michele Acciaro – Vele al tramonto

Nato a Nuoro il 27/01/1948. Pensionato, con la passione per i colori, presi in mano da poco. Frequento un corso per pittura all’Universita’ per la terza età per principianti con insegnanti accademici. Il tempo a disposizione per questa passione e’ limitatissimo e devo fare virtù degli insegnamenti (3 ore alla settimana). E’ un diversivo per evadere un po’ dalla quotidianità .

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

3 Dipinti Olio su Tela 30×40

Vele al Tramonto – Foto HD

Paolo Italia – U Scontru

Autodidatta dipingo dal 1971 principalmente ad olio ed acrilico ispirandomi particolarmente alla tecnica del Guttuso. Nella maggior parte dei miei lavori cerco di far vivere a chi li guarda l’atmosfera di quel momento che in immagini vuol “raccontare” una parte importante della mia cultura.

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Olio su Tela 30×40

U Scontru – Foto HD

Teodoro Quarto – Fra Cielo e Terra

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Acrilico su Tela 40×80

Fra Cielo e Terra – Foto HD

Valentina Marzano – Ballerina di Flamenco

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Penna e Acquarello su Carta 50×65

Ballerina di Flamenco – Foto HD

Ricordo che i 12 Finalisti non avranno diritto ad alcun premio. I 3 Premi sono riservati solo ai primi 3 classificati.

La tua opera non è tra i 12 Finalisti?

Se la tua opera non appare tra i 12 Finalisti non disperare. Devi sapere che per la giuria non è stato facile scegliere tra molte opere belle. L’intera giuria è dell’opinione che le opere che meritavano di essere menzionate erano molte di più di 12. Purtroppo bisognava pur mettere un limite al numero di finalisti. Ad ogni modo, dopo il successo di quest’anno il Concorso verrà ripetuto anche l’anno prossimo. Quindi inizia fin da subito a lavorare alle tue nuove opere per essere pronto il prossimo anno a pubblicare la tua opera. Con un anno di esperienza in più i risultati non potranno che essere migliori.

Chi sarà il vincitore?

Tra queste 12 opere ci sono le tre opere vincitrici del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura. Entro il 14 Aprile la giuria decreterà il responso. Nel frattempo, però, puoi aiutarci in questo compito difficilissimo esprimendo con un commento la tua preferenza.

I 12 finalisti del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

I Vincitori del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

$
0
0

I Vincitori del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Siamo finalmente arrivati al giorno dell’annuncio dei vincitori del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura.

Il giorno 13 Febbraio è cominciato il 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura. La durata del concorso è stata di 40 giorni, periodo nel quale più di 400 utenti si sono iscritti al forum. Di questi 206 hanno partecipato al concorso proponendo, ciascuno, una singola opera. Tutte le opere che hanno partecipato al concorso le trovate qui. Tra queste 206 opere i giudici: Paolo Tagliaferro, Walter Cozzoli, Marco Maria Fenocchio; hanno selezionato 12 finalisti che nelle ultime due settimane si sono contese una posizione sul podio.

Ringraziamenti

Prima di annunciare i vincitori vorrei innanzittutto ringraziare tutti i partecipanti al concorso che hanno reso possibile tutto ciò. Questo spero sia l’inizio di un concorso che diventi sempre più speciale e competitivo ma, soprattutto, che diventi un evento di aggregazione per centinaia di appassionati d’arte. Consentitemi poi di ringraziare i tre giudici: Walter, Paolo e Marco; che hanno sopportato, in questo periodo, qualche mia email di troppo. Li ringrazio per la loro disponibilità. Vorrei ringraziare poi tutti gli amici del forum che mi hanno supportato per questa iniziativa.

Ecco i 3 Vincitori del 2° Concorso di Pittura Online

I tre giudici: Walter Cozzoli, Marco Maria Fenocchio e Paolo Tagliaferro; decretano, con giudizio insindacabile, che i vincitori del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura sono i seguenti artisti con le loro rispettive opere.

1° Classificato – Claudio Costa

Nome Opera: Misty Morning Walk

Biografia: Nasce a Rho il 24 Giugno del 1953 e dipinge ormai con passione da oltre 30 anni. Autodidatta, inizia il suo percorso artistico studiando a fondo la pittura degli Impressionisti Francesi, che segneranno profondamente il suo modo di dipingere. La natura, in particolare quella lombarda, è per lui fonte inesauribile di spunti ed emozioni.

I Vincitori del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Tecnica:Acrilico su Tela 50×70

Foto HD: Misty Morning Walk

Motivazione: lavoro di grande effetto, ben riuscito nel passaggio delle tinte che da la sensazione del tridimensionale. Esso trasmette l’atmosfera dell’alba donando quella sensazione di frescura al mattino prima dell’alzarsi del sole. La tecnica di realizzazione è di ottimo livello, la luminosità del cielo si fa strada lungo il sentiero campestre e ci regala una riuscitissima prospettiva aerea. I colori solo freschi, di grande varietà e ben armonizzati tra loro dando all’intero dipinto un’ottima resa cromatica. Misty Morning  Walk è un dipinto che si appenderebbe volentieri sulla parete della propria casa per poter assaporare, in ogni momento della giornata, la piacevole sensazione di una passeggiata mattutina nella natura.

2° Classificato – Cinzia Rispoli

Nome Opera: Mercato Orientale

Biografia: Dipingo da due anni circa, da autodidatta . Ho sempre avuto la passione per il disegno e la pittura, ma per motivi lavorativi non ho mai potuto dedicarmici. Ora che ho più tempo, finalmente, mi ci butto a capofitto …. o quasi . Mi piace quasi di tutto dai ritratti ai paesaggi alle nature morte .

I Vincitori del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Tecnica: Olio su Tela 50×60

Foto HD: Mercato Orientale

Motivazione. L’opera presenta un gran numero di dettagli che hanno sicuramente reso difficile questa riproduzione. Nonostante ciò essi sono  tutti molto ben curati e dipinti in maniera impeccabile. Lo spettatore che osserva questo dipinto riceve una bella sensazione di vivacità.

3° Classificato – Paolo Italia

Nome Opera: U Scontru

Biografia: Autodidatta dipingo dal 1971 principalmente ad olio ed acrilico ispirandomi particolarmente alla tecnica del Guttuso. Nella maggior parte dei miei lavori cerco di far vivere a chi li guarda l’atmosfera di quel momento che in immagini vuol “raccontare” una parte importante della mia cultura.

I Vincitori del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Tecnica: Olio su Tela 30×40

Foto HD: U Scontru

Motivazione. Questo dipinto ha un bellissimo movimento, ha una forza espressiva molto forte, sembra vivo! Lo stile di esecuzione dell’autore, in questo dipinto, si ispira fortemente allo stile del maestro Guttuso e, come il grande maestro, egli cerca di raccontarci un pezzo della sua cultura che è poi anche la nostra.

Come avverrà la spedizione dei premi?

I 3 vincitori riportati sopra dovranno farmi pervenire, entro una settimana, l’indirizzo di casa a cui spedire il premio. Per inviarmi questa informazione possono scrivere una email all’indirizzo redazione AT disegnoepittura.it oppure sasadangelo AT gmail.com. Il pacco verrà spedito entro due o tre giorni giorni.

Quando ci sarà il prossimo concorso?

Come già anticipato nello scorso articolo anche per l’anno prossimo ho intenzione di organizzare un concorso di pittura. Chi segue Disegno & Pittura sa che un primo concorso fu organizzato l’anno scorso. Quella fu l’occasione per imparare un pò di cose su come si organizza un concorso. Dopo poco tempo riportai le mie considerazioni in quest’articolo. Quelle considerazioni mi sono state utili quest’anno per evitare gli errori del passato. Grazie a quell’esperienza devo dire che ho evitato molti dei problemi che ho avuto nella prima edizione. Tuttavia, nemmeno questa edizione è stata immune da problemi. Problemi che ho cercato di superare nel miglior modo possibile e che mi aiuteranno l’anno prossimo a fare ancora meglio. Ho letto anche gli oltre 100 commenti sull’ultimo articolo e penso di avere un bel pò di idee su cui lavorare per il prossimo anno.

Affinchè l’anno prossimo ci sia un altro bel concorso di pittura è necessario, però, che voi tutti partecipiate fin da subito rimettendovi al lavoro per creare la vostra nuova opera.

 

I Vincitori del 2° Concorso di Pittura Online di Disegno & Pittura

Come lavare l’olio di lino?

$
0
0

Come lavare lolio di lino?

Questo è un articolo di Salvo Marchesani (alias vasco). Se anche tu vuoi scrivere un articolo per il blog leggi le linee guida.

L’olio di lino, noci e papavero che acquistiamo in qualsiasi negozio di belle arti è veramente buono per dipingere? In quest’articolo cercherò di rispondere a questa domanda mostrando come la qualità dell’olio che acquistiamo al negozio può essere ulteriormente migliorato con alcuni semplici espedienti che a breve andrò ad illustrare.

Quali problemi può presentare l’olio che acquistiamo in negozio?

Nell’articolo Olio di Lino, Noci e Papavero Salvatore ha illustrato, in dettaglio, le peculiarità dei tre tipi di olio maggiormente usati nella pittura ad olio: olio di lino, noci e papavero. Abbiamo visto che i problemi sono essenzialmente due:

  1. Ingiallimento;
  2. Siccatività.

Per ciascun olio abbiamo visto vantaggi e svantaggi. Gli oli che acquistiamo in negozio subiscono già processi di purificazione che, come vedremo più avanti, non sempre sono efficaci. E’ necessario sapere che anche il miglior olio presenta un certa quantità di mucillagini che danno colore all’olio e ne ritardano l’essiccazione. Nel suo manuale Bouvier a pag. 76 scrive:

portando via le mucillagini che danno colore e ritardano l’essiccazione.

Nell’articolo Olio di Lino, Noci e Papavero Salvatore ha già descritto un processo di chiarificazione dell’olio pubblicato dal Cennini nel suo celebre Libro dell’Arte. In quest’articolo vedremo come questo processo possa essere ulteriormente migliorato per rimuovere gran parte delle mucillagini riducendo così sia il grado di colorazione e migliorando la siccatività. Il metodo che andrò a descrivere è riportato anche a pag. 10 del libro How to Paint like Old Masters di Joseph Sheppard e metodi similari sono descritti a pag. 76 del manuale di Bouvier e sul libro Methods and Materials of Painting of Great Schools and Masters di Eastlake. E’ da notare come Sheppard applichi il processo all’olio di lino, mentre Bouvier all’olio di papavero. Io credo che, in genere, il procedimento è applicabile a qualsiasi tipo di olio.

Come lavare l’olio di lino?

Vediamo ora in questa sezione il processo per lavare l’olio e renderlo più chiaro e siccativo. Prendere 250 ml di olio di lino, quello comunemente venduto nei negozi di belle arti, e versarlo in un contenitore di vetro con un 30% di acqua. Aggiungere un cucchiaino scarso di sale.

Come lavare lolio di lino?

Agitare il composto ogni sera per una settimana. Il risultato è quello che vedete nella foto, si formano i tre strati: acqua in basso, mucillagine al centro e olio in alto.

Come lavare lolio di lino?

Dopo una settimana passare il contenuto in un barattolo di plastica o qualsiasi altro materiale resistente alle basse temperature di un congelatore. Lasciare riposare il composto per  una notte e poi mettere nel congelatore. Dopo circa 5 o 6 ore l’acqua si congela e la mucillagine anche. Versare l’olio, che è rimasto liquido, in un barattolo per farlo riposare. Inizialmente l’olio rimane opaco, ma dopo qualche giorno si schiarisce e, in più, tutto il sedimento si deposita sul fondo. Un consiglio, fatelo schiarire al sole. La foto fa vedere l’olio limpido, quasi non si nota. Secondo me alcuni oli di lino non andrebbero usati appena li si acquista. Nell’olio che ho usato per realizzare questo tutorial (Olio Lefranc), su 250ml di olio ho riscontrato 50ml di mucilagine. Applicando la stessa procedura all’olio della Ferrario la mucilagine era pochissima. Il barattolo per far schiarire l’olio deve essere in vetro come quello che vedete sopra, solo per il passaggio nel congelatore serve in plastica perchè quello in vetro scoppia (Salvatore ne sa qualcosa). Per qualsiasi dubbio potete lasciare un commento al presente articolo.

Come lavare l’olio di lino?

Come costruire un bastone poggiapolso

$
0
0

Come costruire un bastone poggiapolso

Il bastone poggiapolso è uno strumento indispensabile per il pittore professionista e non. In quest’articolo imparerai a costruire un bastone poggiapolso leggero e funzionale.

Che cos’è un bastone poggiapolso?

Dipingendo con un cavalletto dipinti ad olio o ad acrilico, la posizione verticale della tela rende difficile dipingere piccoli dettagli. Questo perchè la mano non è abituata ad essere sospesa nel vuoto, infatti, quando abbiamo imparato a scrivere siamo stati abituati a poggiare il palmo della mano sul tavolo. Dipingendo con la tela su cavalletto in posizione verticale non abbiamo alcun tavolo su cui poggiare il palmo e questo fa si che la mano tende a tremare e rendere difficile il lavoro di precisione. Gli antichi maestri risolvevano il problema utilizzando un bastone la cui estremità era rivestito con della stoffa affinchè esso potesse essere poggiato sul dipinto senza rovinarlo.

Nell’Allegoria della Pittura di Vermeer è possibile vedere il pittore con in mano un poggiapolso mentre ritrae una figura femminile.

Come costruire un bastone poggiapolso

Se non si ha un bastone poggiapolso cosa si può usare?

Come bastone poggiapolso ho visto usare di tutto e anche io ho usato di tutto. Il classico poggiapolso del principiante è la “mazza della scopa”. Se la si solleva con la mano appare leggera, ma tenetela in mano sul dipinto per molto tempo il braccio si sfiancherà. Inoltre, non è certo possibile poggiarla sul dipinto a meno di non rivestirla in qualche modo con degli stracci per evitare di danneggiare il dipinto. Sicuramente meglio è il bastone delle tende più leggero e con 10 Euro si ha sicuramente un poggiapolso funzionale. Il costo è, però, quasi quanto quello di un bastone poggiapolso che vi assicuro si può trovare anche ad un prezzo di 15 Euro o poco meno. Il problema è che il bastone va protetto in qualche modo all’estremità altrimenti non si può poggiare sul dipinto senza rischiare di danneggiarlo. E’ sicuramente utilizzabile con l’ausilio di una barra orizzontale che vedremo in un prossimo articolo. Quindi l’ideale sarebbe acquistare un poggiapolso già pronto. Purtroppo non è facile. Vivo a Roma e posso assicurarvi che già in questa città non è facile trovare un negozio che li vende. Quei pochi che si trovano sono veramente poco robusti. Una volta mi trovavo in un negozio e ne ho visto uno estensibile. L’ho un pò allungato e poggiato la mano sopra, si stava quasi piegando.

Come fare allora?

Generalmente, fin quando è possibile se ho bisogno di un prodotto cerco sempre di acquistarlo e mai di autocostruirmelo. Questo perchè ritengo il mio tempo una risorsa più importante dei soldi. Non sto dicendo che sono un riccone, ma se devo scegliere tra spendere 15 Euro e avere subito l’oggetto, oppure, spendere 8/9 Euro e perdere una settimana di tempo ad autocostruirmelo, scelgo sempre la prima opzione. In questo caso, però, l’unica alternativa possibile era autocostruirmelo.

Quali materiali servono?

Il primo problema da affrontare è stato la scelta dei materiali da acquistare. Per costruire un poggiapolso serve un bastone di diametro di 1 cm e lungo 90 cm o 1 metro. E’ possibile acquistarlo sia in alluminio che in legno nei negozi Brico, Leroy Merlin o similiari. Io ho optato per un’asta di alluminio leggera ed elegante dal costo di circa 2,50 Euro da Leroy Merlin. Poi serve una sfera di polistirolo dal diametro di 7 cm (ma poco più piccola o più grande va bene uguale). Il costo è di circa 0,40 centesimi in qualsiasi negozio di belle arti o mercerie. Poi serve un pezzo di stoffa scamosciato. Io ho trovato un pezzo di stoffa scamosciata che si usa per le toppe delle giacche. La misura purtroppo non la ricordo con esattezza. Ricordo che era largo circa 22 cm e lungo più o meno il doppio. La colla da usare non è quella riportata in figura. Dovete usare la Vinavil che costa poco più di 1 Euro (io l’avevo già). Poi serve un laccio di colore simile al colore del pezzo di stoffa scamosciato. Infine, serve uno straccio vecchio e dello spago che in figura non sono riportati.

Se decidete di acquistare un bastone di legno anzichè di alluminio credo che sia ancora meglio. Il bastone finale sarà meno elegante ma risparmierete ulteriormente e legno e polistirolo aderiscono sicuramente di più con la Vinavil. La scelta della colla Vinavil è avvenuta quando mi sono posto il problema di come incollare alluminio con polisterolo. Tutte le colle multimateriali come quella riportata in figura, corrodono il polisterolo. Facendo una ricerca su Internet ho scoperto con mia meraviglia che alluminio e polistirolo di incollano perfettamente con la Vinavil.

Come costruire un bastone poggiapolso

Iniziamo a costruire il nostro poggiapolso.

Premete con forzo il bastone dentro la sfera fino ad arrivare alla linea rossa. Non dovete sfondare la sfera dall’altra parte.

Come costruire un bastone poggiapolso

Come costruire un bastone poggiapolso

Togliamo il bastone e versiamo la vinavil nel buco di polistirolo.

Come costruire un bastone poggiapolso

Lasciare che sfera di polistirolo e bastone di alluminio si incollino. Serve circa 1 giorno per l’incollaggio.

Come costruire un bastone poggiapolso

Rinforziamo l’unione tra la sfera di polistirolo e il bastone di alluminio con dello skotch da pacchi.

Come costruire un bastone poggiapolso

Avvolgere uno straccio intorno alla sfera cercando di ottenere poche pieghe che fanno poco spessore. Si leghi lo straccio con dello spago.

Come costruire un bastone poggiapolso

Tagliare la stoffa eccedente.

Come costruire un bastone poggiapolso

A questo punto, bisogna rivestire l’estremità del bastone con la stoffa scamosciata. Prendi il pezzo di stoffa e crea due buchi a sinistra (ad una distanza di 1.5 cm) e due a destra come mostra la figura. La distanza delle due coppie di buchi è di circa 20/22 cm. La posizione di questi buchi è fondamentale, se sbagliate il risultato sarà disastroso. Fate prima qualche prova con un pezzo di straccio vecchio per individuare il posizionamento preciso dei buchi.

Come costruire un bastone poggiapolso

Passare il laccio tra i buchi come mostrano le successive due figure.

Come costruire un bastone poggiapolso

Come costruire un bastone poggiapolso

A questo punto avvolgiamo il pezzo di stoffa intorno alla sfera. Questa è la fase più delicata e difficile. Bisogna creare poche pieghe ben piegate, che facciano poco volume. Fate l’operazione con calma e prendetevi tutto il tempo necessario. Quando tutte le pieghe vi sembrano corrette legate il laccio due volte.

Come costruire un bastone poggiapolso

Togliete la stoffa eccedente. Non toglietene troppa. Lo straccio sottostante non deve essere visibile. Se l’aspetto visivo del taglio non vi sembra gradevole il passo successivo eliminerà questa vostra percezione.

Come costruire un bastone poggiapolso

Slacciate il laccio e riaprite il pezzo di stoffa. Il pezzo di stoffa vi apparirà tagliato ai lati in maniera zig-zagata. Perfezionate il taglio rimuovendo il minimo necessario per rendere il taglio più preciso come mostra la figura. Non vi preoccupate se i due lati non vi appariranno perfettamente simmetrici, quando riavvolgerete la stoffa tutto apparirà molto bello e armonioso.

Come costruire un bastone poggiapolso

Questo è il bastone poggiapolso finito.

Abbiamo completato così il nostro bastone poggiapolso che apparirà quindi come mostra la seguente foto.

Come costruire un bastone poggiapolso

Le seguenti due foto mostrano il dettaglio della sfera rivestita con la stoffa scamosciata.

Come costruire un bastone poggiapolso

Come costruire un bastone poggiapolso

Come costruire un bastone poggiapolso

Viewing all 48 articles
Browse latest View live